Tra gli argomenti trattati, a seguito di un articolo apparso su “LucidaMente”, l’“Olio per la Pace” della Coop, Medici senza frontiere, le Ong, lo sfruttamento dei migranti…
Per gentile concessione del periodico telematico La Vera Cronaca, diretto da Pierfrancesco Palattella, riproduciamo il colloquio col nostro direttore Rino Tripodi, pubblicato lo scorso 14 agosto in La Coop e il traghettamento dei migranti in Italia.
Una notizia che va ad incastonarsi in un momento storico assolutamente particolare nel quale tale tematica ha assunto un’importanza preminente. L’argomento è quello dei viaggi dei cosiddetti migranti che s’imbarcano, copiosi, su natanti allestiti alla meno peggio verso le coste italiane; e delle Ong, Organizzazioni non governative che da anni svolgono il loro lavoro ma che mai come in queste ultime settimane sono sotto la lente dell’opinione pubblica dopo che sono emersi dubbi circa il loro operato di traghettamento dei migranti nei porti italiani. Ebbene, in questo contesto va a collocarsi una storia portata alla luce da un giornale online, LucidaMente, che ha descritto uno scenario particolare legato alla Coop, noto marchio di supermercati e ipermercati. Ecco di cosa si tratta.
L’Olio della pace lanciato dalla Coop
La grande società cooperativa ha lanciato sul mercato l’Olio della Pace, commercializzato nei suoi 420 supermercati; parte degli introiti derivati dalla vendita di ciascuna bottiglia servirebbero per finanziare la Ong Medici senza Frontiere (Msf) proprio per le operazioni di soccorso e assistenza ai migranti nel Mediterraneo. I quali migranti, una volta in Italia, riceveranno assistenza da altre cooperative sociali e associazioni varie. Ne parliamo con il direttore della rivista telematica, Rino Tripodi, che è anche l’estensore dell’articolo di cui sopra (La Coop finanzia il traghettamento dei migranti in Italia), peraltro ripreso pure dal quotidiano milanese diretto da Maurizio Belpietro, La Verità, con un pezzo di Antonio Amorosi; giornalista, quest’ultimo, noto anche per essere l’autore di un libro (Coop Connection, Chiarelettere, 2016) proprio sul mondo dell’economia cooperativistica.
I soldi che la Coop versa all’Ong Medici senza frontiere
Ci spiega la storia dell’ Olio della Pace? Come nasce questa “notizia”?«Un nostro lettore ci aveva segnalato che a p. 25 del numero 3 dello scorso aprile del periodico Consumatori e responsabilità. Il mensile dei soci Coop che il colosso della grande distribuzione Coop Alleanza 3.0 invia a casa di tutte le persone associate (quasi 3 milioni) vi si poteva leggere l’articolo Nasce l’Olio per la Pace. In esso si dava notizia che nei mesi di aprile e maggio 2017, in tutti i 420 supermercati e ipermercati Coop, si sarebbe venduto tale prodotto della Manfredi Barbera & Figli di Palermo in bottiglie del formato da 75 cl. Un olio “ricavato da una selezione dei migliori oli provenienti da Tunisia, Spagna, Grecia e Italia”. Non si specificava il prezzo, ma il fatto che i produttori e la stessa Coop avrebbero versato a Medici senza frontiere 0,25 euro ciascuno, per un totale di 50 centesimi a bottiglia. Fin qui, comunque, niente di male. Negli anni scorsi la Coop aveva aiutato Msf in nobili cause quali l’assistenza alle popolazioni di Haiti, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo».
Per quale finalità sarebbero invece investiti i fondi raccolti tramite l’acquisto di questo olio da parte dei consumatori?«E qui la “notizia” che un bravo cronista, collegandola al clamore suscitato dalla questione Ong-scafisti-migranti esplosa in questi giorni, non deve farsi scappare. Nella stessa pagina si chiariva che i fondi raccolti erano destinati a “sostegno delle operazioni di Msf di ricerca, soccorso e assistenza medica di migranti nel Mediterraneo centrale”».
La Coop finanzia il traghettamento di migranti in Italia?
E, allora, perché si parla di “Olio della pace”?«Si tratta di retorica e tecnica di marketing rivolta al consumatore. Purtroppo, l’acquisto di un olio non risolve il problema dei paesi in guerra che, peraltro, nel Mediterraneo, sono solo due, Siria e Libia. Situazioni che sembrano in via di risoluzione. L’unica giustificazione, tortuosa, è che, essendo l’olio proveniente anche dalla Tunisia, uno dei pochi paesi a maggioranza islamica non radicalizzatosi, finanziandolo si evita che cada nelle mani degli integralisti e quindi si prevengono altri confitti, interni e internazionali. In ogni caso l’intervento di Msf non c’entra nulla con la pace, ma riguarda migranti dei quali, secondo gli stessi dati ministeriali, solo il 5% risulta veramente profugo di guerra. Per capire cosa stia avvenendo, non occorre citare la “Grande Sostituzione” denunciata, da destra, da Renaud Camus; è sufficiente leggere la Direttiva Popolazione dell’Onu, nella quale si parla apertamente di replacement migration (“immigrazione sostitutiva”). E saper cogliere gli interessi che i grandi poteri globali hanno nell’avere in un’Europa impoverita e senza più welfare un esercito di riserva del lavoro, secondo quanto, partendo da Karl Marx, vanno dicendo, da sinistra, Diego Fusaro e altri».
Si può dire in un certo senso che così la Coop contribuisce a finanziare il traghettamento dei migranti in Italia?«Indirettamente, sì, vista la strana politica attuata da Msf, della quale la Coop è a conoscenza, dato che la cita tra gli obiettivi da perseguire con la donazione. Cosa c’entrano i medici? Questi non dovrebbero assistere e curare i malati piuttosto che traghettare migranti? Eppure Msf ha armato una piccola flotta di navi (Aquarius, Bourbon Argos, Dignity I, Prudence…), che pochi possono permettersi, e, prelevandoli fin quasi sulla costa libica, ha scelto di far giungere migliaia di migranti nella nostra penisola. Un nuovo giuramento di Ippocrate?».
In questi giorni è esplosa la miccia delle Ong; e nel calderone è finita anche Msf, che è direttamente interessata alla vicenda da voi raccontata. E che è tra le Ong che non hanno firmato il codice di condotta.«L’inchiesta andrà avanti. Alcune Ong sembrano ideologicamente estremiste nel ritenere tutti i migranti delle povere vittime da salvare, anche a costo di divenire complici dei trafficanti di carne umana. Proprio in questi giorni, però, sia il ministro degli Interni Marco Minniti, in contrasto con parte del suo stesso partito (Pd), sia la Chiesa cattolica, sia la stessa Libia hanno assunto una posizione più rigida. Vedremo cosa accadrà, ossia se alle parole seguiranno i fatti. Intanto, in poche settimane, nonostante la stagione calda, il numero di sbarchi è drasticamente diminuito. E pare che gli “eroici” taxisti del mare, al primo serio controllo delle proprie coste da parte della Marina libica, abbiano in parte rinunciato alla loro attività. È stato sufficiente non chiudere più gli occhi sul problema. Quello che dispiace è il linciaggio morale e mediatico che hanno dovuto subire i magistrati delle procure siciliane, in particolare Carmelo Zuccaro, che fin da maggio aveva sollevato la questione. Un attacco selvaggio da parte degli “accoglientisti” a ogni costo».
Emergenza migranti e gli affari d’oro per le cooperative
Nel vostro articolo parlate anche della situazione dei migranti una volta arrivati sul suolo italiano e dell’intervento di altre cooperative e associazioni. Che sembrerebbero far capo sempre a un determinato schieramento.«Anche senza citare il processo di “Mafia Capitale”, da poco concluso in primo grado, è evidente che attorno all’“emergenza migranti” ruotano miliardi di euro e quindi enormi interessi. Come ha scritto Mario Giordano nel suo libro Profugopoli (Rizzoli, 2016), chi può attingere (albergatori, affittuari, ristoratori) dalla grande torta lo fa, indipendentemente dalla provenienza partitica. Tuttavia, è noto e denunciato dallo stesso Giordano che la maggioranza delle cooperative, delle associazioni e degli enti “caritatevoli” che si occupano dei “richiedenti asilo” e spuntate come funghi dal nulla sono di matrice cattolica e piddina. E negli ultimi anni il loro fatturato si è impennato. Però i servizi forniti ai migranti sono spesso di basso livello; il che scatena ulteriori tensioni anche coi “nativi”, come si tende ormai a definire tristemente gli italiani».
Avete avuto reazioni dirette a seguito della pubblicazione del vostro articolo? Vi ha contattato qualcuno?«Oltre Amorosi, che ci ha contattato per prendere spunto per il suo articolo, Adriano Turrini. Ovvero, proprio il presidente e amministratore delegato dei Servizi centrali e Politiche sociali di Coop Alleanza 3.0 (la supercooperativa nata il 1° gennaio 2016 dalla fusione di Coop Adriatica – in cui aveva ricoperto il ruolo di presidente e direttore generale –, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense), che in passato avevamo già intervistato. Turrini ha ribadito di essere orgoglioso che la Coop sostenga da un decennio Msf; anzi, è il socio stesso che, facendo un acquisto o una donazione diretta di punti, decide di sostenere tale Ong per i suoi scopi. Gli siamo grati per questo intervento perché, al contrario di altri, Turrini dialoga e, come si dice, “ci mette la faccia”».
Le immagini: il logo de La Vera Cronaca e alcune pagine della rivista Consumatori e responsabilità.
Carmela Carnevale
(LucidaMente, anno XII, n. 141, settembre 2017; editing e adattamenti-formattazione del testo a cura di Carmela Carnevale)