I microrganismi, in cattive mani, possono diventare armi biologiche
Dopo la caduta dei regimi comunisti e la fine della Guerra fredda, avvenuta nel 1989, paradossalmente, la sicurezza dei cittadini dei cosiddetti “Paesi civili” nei confronti di attacchi di distruzione di massa è, anziché aumentata, diminuita. In seguito all’aggressione agli Usa dell’11 settembre 2001, tutti siamo consapevoli del rischio di violenze terroristiche indiscriminate. Alta è, quindi, pure la consapevolezza del “rischio nucleare”. Ma quanto si sa del “rischio biologico”?
Il “rischio biologico” – Di fatto moltissime malattie infettive potrebbero essere usate come armi biologiche, ma alcune di esse si prestano meglio di altre ad essere utilizzate come tali. Si considera “rischio biologico” la possibilità di contrarre infezione a causa di contaminazione da organismi viventi, ossia batteri, funghi, virus e insetti. Nelle attività lavorative esposte al rischio di contagio, le vie di trasmissione possibile sono l’aerea, la gastrica e l’epiteliale. Sia a livello individuale che collettivo esiste un grado di pericolosità degli agenti biologici che è stato suddiviso in classi sulla base di infettività, patogenicità, trasmissibilità, neutralizzabilità. Quando la contaminazione tramite utilizzo di agenti biologici è premeditata e voluta gli organismi viventi diventano vere e proprie armi biologiche.
Le caratteristiche che determinano il grado di pericolosità – L’infettività è la capacità di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nell’ospite sano. Essa è una grandezza misurabile sulla base della dose infettante, cioè del numero di microrganismi necessari per indurre sperimentalmente o accidentalmente l’infezione. La patogenicità è la capacità di produrre malattie a seguito d’infezione. La trasmissibilità è la capacità di un microrganismo di passare da un soggetto infetto ad uno sano attraverso cinque vie: per contatto, tramite goccioline di Flugge o nuclei droplets, per via aerea, attraverso veicoli comuni o vettori. Si intende invece per neutralizzabilità la disponibilità di efficaci misure profilattiche e terapeutiche per prevenire e curare le malattie.
La trasmissibilità – Si ha contatto diretto quando vi è un trasferimento fisico di microrganismo contagioso dalla superficie corporea di una persona infetta a una sana. Si ha contatto indiretto quando una persona sana si contamina con un oggetto come ad esempio uno strumento, un indumento, una siringa, un guanto, ecc. Si ha trasmissibilità per mezzo di goccioline di Flugge o nuclei droplets di Wells allorché il soggetto infetto espelle goccioline contenenti microrganismi, a breve distanza nell’aria, verso un soggetto sano, attraverso starnuti, tosse e saliva emessa nel parlare. Quanto alla trasmissibilità per via aerea, si verifica sia a causa della disseminazione di nuclei di microrganismi che rimangono sospesi nell’aria per un lungo periodo, sia a causa dela dispersione di particelle di polvere che contengono l’agente infettivo. I virus dell’influenza, del morbillo, della varicella, ad esempio, si trasmettono in tal modo. Veicoli comuni di contaminazione sono inoltre oggetti o altri materiali infetti, come alimenti, acqua, farmaci. Anche le mani sono un veicolo di trasporto, mentre, accanto ai topi, mosche, zanzare e altri insetti nocivi sono tra i più frequenti vettori di trasmissione.
I batteri utilizzabili come armi – I batteri sono microrganismi unicellulari visibili al microscopio ottico di 0,2-10 micron di grandezza (1 micron è la millesima parte del millimetro). Si differenziano in “gram-positivi” e “gram-negativi”, a seconda del diverso contenuto in lipidi della parete cellulare, e possiedono morfologia diversa: sferica (cocchi), cilindrica (bacilli), a virgola (vibrioni) e a spirale (spirilli). Alcuni batteri potrebbero essere utilizzati come armi biologiche. A esempio: il Bacillus anthracis, conosciuto anche come carbonchio, forma spore resistenti che possono rimanere pericolose per molti decenni in terra umida e può essere diffuso sotto forma di polvere che infetta chi la inala; la Brucella melitensis è un batterio che determina la brucellosi o febbre maltese, rendendo instabili le persone infettate in quanto attacca il sistema nervoso, e può essere diffusa per vaporizzazione o contaminazione di cibi; il Clostridium perfringens provoca una patologia denominata “cancrena gassosa”. Una persona si può infettare ingerendo cibo avvelenato dai batteri o dalle spore da essi formate e, ancora, sempre per ingestione, è possibile essere contaminati dal Clostridium botulinum, la cui tossina, sintetizzata per difendersi dall’organismo ospite, provoca il botulismo, patologia che causa paralisi.
La peste – Altro temibile batterio è lo Yersinia pestis che si trasmette sia attraverso vettori (pulci dei roditori), sia tramite contatto diretto e indiretto. E’ un batterio gram-negativo, il quale provoca la peste bubbonica che è la forma più frequente dell’infezione. Raramente si verifica la peste polmonare e setticemica. La caratteristica della peste bubbonica è la formazione di protuberanze: i bubboni, appunto, colmi di pus infetto, che, quando si lacerano, segnano il momento di massimo contagio. Tuttavia, questi sono solo alcuni esempi di batteri utilizzabili come arma biologica, ve ne sono molti altri: il batterio della difterite, del colera, ecc.
I virus utilizzabili come armi – Anche i virus possono essere utilizzati come armi biologiche. Essi sono tra i più piccoli agenti infettivi, visibili solo al microscopio elettronico. Di dimensioni comprese tra i 10-300 nanometri di grandezza (1 nanometro è la milionesima parte del millimetro), possono essere a Dna o Rna e sono formati da una parte centrale, il core, contenente gli acidi nucleici, e da una parte proteica di rivestimento, il capside. I virus per riprodursi devono sfruttare i meccanismi di sintesi di cellule viventi.
Il vaiolo possibile arma biologica – Il virus del vaiolo potrebbe essere diffuso da terroristi, poiché attualmente la maggior parte delle persone non ha più anticorpi contro tale patologia, che mieterebbe quindi un enorme numero di vittime. Considerato tra le più gravi e contagiose malattie virali, è causato da un virus appartenente al genere Poxvirus, di cui si conoscono due ceppi: il major, altamente contagioso, e il minor, che lo è molto meno. Il virus si trasmette per contatto fisico diretto o indiretto, e attraverso aerosol; l’uomo è l’unico ospite del veicolo. La vaccinazione venne sospesa tre anni dopo l’ultimo caso di Variola major, verificatosi in Somalia nel 1977, quando, nel maggio del 1980, l’Organizzazione mondiale della sanità ha annunciato ufficialmente l’eradicazione del vaiolo. Ceppi di virus sono attualmente conservati presso il Center for disease control and prevention di Atlanta negli Usa (circa 450 campioni) e presso il Centro per le ricerche virologiche di Novosibirsk in Russia (circa 150 ceppi). Tuttavia, dopo la caduta dell’Unione Sovietica si presume che alcuni ricercatori possano essere passati al servizio di nazioni che perseguono programmi di ricerca su armi biologiche e nucleari. Le prime, usate da terroristi o criminali, diventerebbero ingestibili in quanto si diffondono rapidamente. Inoltre c’è un tempo di incubazione delle malattie infettive che potrebbe far passare inosservato l’attacco.
Le immagini: misteriosa Macchina anatomica (a Napoli, presso la Cappella Sansevero dei Sangro, altrimenti nota come “La Pietatella”), attribuita a Raimondo di Sangro, principe di Sansevero (Torremaggiore-Fg, 1710 – Napoli, 1771); vari batteri e virus.
Teresa Crisafi
(LucidaMente, anno III, n. 25, gennaio 2008)