La legge che andrebbe a rivoluzionare la questione doveva essere approvata entro agosto. Una valanga di emendamenti ne ha bloccato l’iter, rimandando tutto a settembre
Oltre 2 mila emendamenti presentati dalle opposizioni in fase di dibattito parlamentare; con questa mossa, per molti strategicamente studiata, si è finito per intasare l’iter della legge sulla legalizzazione della cannabis. La nuova normativa apporterebbe notevoli aperture sul tema, soprattutto in materia di coltivazione; si parla infatti di autorizzare la coltivazione tramite utilizzo di semi di vario genere, come i semi di cannabis autofiorenti, per un massimo di cinque piantine.
Ulteriori libertà ci saranno anche per quanto riguarderà la detenzione di cannabis per uso terapeutico, entro ovviamente i limiti stabiliti dalla ricetta firmata da un medico. Aspetti probabilmente già noti, dato che è da tempo che si sta discutendo su questa legge; che sarebbe dovuta diventare realtà entro l’estate, apportando una rivoluzione culturale in Italia. Ma che, invece, a causa dell’ingorgo parlamentare dovuto ai tantissimi emendamenti di cui sopra, dovrà attendere la riapertura del Parlamento a settembre per vedere la luce. Che sia stato o meno un atteggiamento studiato da parte di chi, a livello politico, non è d’accordo sulla legalizzazione, a questo punto poco importa; perché, a dare ascolto ai promotori di questa legge, la rivoluzione non si può più fermare. Prima o dopo il nuovo regolamento entrerà in vigore.
D’altra parte, fino a qualche anno fa, anche soltanto immaginare di parlare di questiargomenti era del tutto utopico; adesso il fatto di avere una legge in Parlamento in procinto di essere approvata, rende bene l’idea di quanta strada sia stata fatta. Quello della cannabis è stato un po’ il tema centrale degli ultimi anni a livello politico; una serie di liberalizzazioni, come quella sulla coltivazione in Italia della sostanza per dar vita a farmaci, hanno stravolto radicalmente la situazione di partenza.
Un movimento di opinione sorretto, in questi mesi, da pareri autorevoli e trasversali come quello della Direzione nazionale antimafia, che si è espressaa favore della liberalizzazione, sostenendo che potrebbe essere il giusto rimedio al mercato illegale delle droghe leggere. Uno dei business più fiorenti delle mafie. E, in effetti, molti fautori della legalizzazione hanno puntato il dito sull’importanza di sottrarre il monopolio del narcotraffico ai tanti gruppi criminali; argomento che è stato al centro anche del dibattito che si sta tenendo in Parlamento. Così come le eventuali entrate fiscali che ne deriverebbero, quantificabili all’incirca tra i 7 e i 10 miliardi di euro, sono un altro argomento allettante per sostenere la liberalizzazione.
Per questo i diverbi che si sono registrati in Parlamento tra gruppi diversi rischiano soltanto di rimandare un qualcosa di inevitabile: sono ormai 221 i parlamentari favorevoli (la maggioranza si ottiene a 315). I contrari militano soprattutto nel centrodestra, Forza Italia su tutti. Se ne riparlerà ormai a settembre. Con la speranza che ci sia maggior concertazione e si arrivi a una decisione definitiva su questo tema.
(n.m.)
(LucidaMente, anno XI, n. 128, agosto 2016)