È tornata l’originale iniziativa per stimolare e incuriosire la vasta clientela interessata alla letteratura, ma non solo: da pochi mesi, infatti, il progetto si è ampliato a musica e cinema. Ce ne parla Daniele Datterino, responsabile capo area Emilia-Romagna e Marche
Nonostante il progredire dei tempi e delle tecnologie, le librerie non passano mai di moda. I motivi che spingono le persone a passeggiare tra gli scaffali sono tra i più svariati: dall’acquistare un volume a fare un regalo, ma anche solo per un giro o trascorrere qualche minuto prima di un appuntamento. Alcuni, gli appassionati, entrano addirittura per deliziarsi dell’odore della carta da loro tanto amata. Qualcuno cerca invece un’ispirazione, qualcosa che lo colpisca.
“Libri al buio” nasce qualche tempo fa su iniziativa di alcuni negozianti de laFeltrinelli, amanti della lettura e interessati a scoprire nuovi metodi per attirare e incuriosire i clienti. In realtà, racconta Daniele Datterino, responsabile capo area Emilia-Romagna e Marche di Librerie Feltrinelli, questa idea trae origine «da una catena australiana che ha a sua volta recuperato una tradizione nata in alcune librerie storiche, in particolare francesi, come per esempio la Shakespeare and Company a Parigi». Ispirandosi a questo precedente, i primi ad avviare l’esperimento in Emilia-Romagna sono stati i negozi di Modena. Visti poi i risultati di vendita e di gradimento immediatamente molto ampi, l’iniziativa si è estesa a tutti gli altri, anche nelle Marche. Chiara Cavassini, direttore de laFeltrinelli di Ravenna, descrive così l’inizio della sua esperienza: «Devo ammettere che le mie resistenze iniziali sono state travolte dall’entusiasmo dei giovani per i “Libri al buio”. […] Quando ho visto una ragazza uscire con un’edizione di Grandi speranze, il mio romanzo preferito di Charles Dickens, che io in persona avevo selezionato, mi sono emozionata. Spero che quel volume le abbia dato la stessa felicità che ha regalato a me».
I librai scelgono di volta in volta una serie di titoli, con un ricambio piuttosto frequente, e, una volta impacchettate le opere, si preoccupano di creare suggestione e attrattiva grazie a tre aggettivi scritti a fianco di una frase estrapolata dal loro interno. Essi devono risultare, come ha sottolineato Cavassini, «fortemente indiziari sulla natura del testo». Una delle priorità fondamentali è che «i “Libri al buio” siano “sentiti” come un suggerimento autentico da parte dei venditori. In questo modo vengono proposti i titoli che sono stati davvero amati da noi e che vorremmo fossero apprezzati a loro volta dai lettori».
L’obiettivo principale è di «vivacizzare ancora di più i nostri negozi e far passare qualche minuto piacevole anche a chi entra senza uno scopo preciso. Non necessariamente i “Libri al buio” devono essere acquistati, ma possono diventare un elemento “di gioco” tra i clienti, che si divertono a riconoscere i testi sulla base dei tre aggettivi e della citazione», dichiara Cavassini. Ma non solo: l’iniziativa è anche una valorizzazione del mestiere del libraio. Basandosi infatti su «un vero e proprio patto di fiducia tra lui e il cliente», si riconosce al suo ruolo «una garanzia in termini qualitativi. I librai sono molto attenti a selezionare i titoli sulla base del contenuto narrativo. Grazie a tale modalità di scelta “al buio” si rafforza inoltre il rapporto di stima con l’acquirente, che in questo caso si affida completamente al libraio Feltrinelli», afferma Datterino; che aggiunge: «Il successo è stato inaspettato: sapevamo di essere un punto di riferimento per i nostri clienti, ma i risultati dell’iniziativa lo dimostrano ancora di più, soprattutto se si osserva che i libri restituiti – perché non di gradimento o non in linea con le aspettative del lettore – sono veramente pochi».
La pausa estiva ha permesso un perfezionamento del progetto, anche a livello di collocazione fisica. Ora i “Libri al buio” tornano a occupare gli scaffali Feltrinelli, ma a suggestionare maggiormente l’interesse dei clienti saranno altre due proposte originali introdotte in alcuni negozi dell’area: le sezioni di “Musica al buio” e “Film al buio”, alle quali si applicano le stesse logiche della scelta dei testi.
Racconta Datterino: «È un’iniziativa nata da poco, un ampliamento che abbiamo messo in campo da qualche mese e quindi ancora in fase di perfezionamento. Chiaramente, rispetto a un libro, la musica ha qualche “ostacolo” in più, perché i generi sono tantissimi e le preferenze del nostro pubblico sono altrettanto variegate. Di conseguenza bisogna non solo essere molto attenti a scegliere il titolo in maniera accurata, ma anche a creare suggestioni, aiutando il cliente nell’individuazione del tipo di melodia che stiamo proponendo. Noi lo facciamo dividendo la “Musica al buio” in tre differenti sezioni: italiana, pop/rock e jazz/classica». Insomma, i progetti “al buio” rappresentanoun’opportunitàper i non appassionati di avvicinarsi alla letteratura, e per gli assidui lettori di sperimentare un’esperienza tutta nuova. Non sarebbe forse troppo azzardato definirla pure un’occasione culturale, dove «la cultura si diffonde ancora una volta grazie alla competenza dei nostri librai», come sottolinea Datterino.
Le immagini: scaffali pieni di “Libri al buio” nelle librerie Feltrinelli.
Alessandra Darchini
(LucidaMente, anno XII, n. 133, gennaio 2017)