L’exploit fatto registrare alle recenti elezioni politiche proietta il movimento di Grillo verso obiettivi ambiziosi, anche se al suo interno non mancano le contraddizioni
Il Movimento 5 stelle è il vincitore morale delle elezioni politiche del 2013, la grande novità in un quadro politico nazionale ormai stantio, che non riesce a fuoruscire dalle secche della Seconda Repubblica. Non è tutta luce, però, quella che si spande dal M5s, monoliticamente diretto dai suoi due fondatori, Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo. Il primo ne rappresenta l’eminenza grigia, il “guru” che muove le fila organizzative e indica gli obiettivi strategici, grazie al supporto di uno staff tecnico, collegato alla sua azienda (la Casaleggio Associati), esperta nel web marketing. Il secondo è la cassa di risonanza, il guitto che ha incarnato il ruolo di leader politico, rovesciando sugli avversari anatemi e contumelie con toni da predicatore apocalittico.
Nel movimento “grillino” non sono ammessi dissidenti: chi non è d’accordo coi “capi” viene bruscamente messo alla porta, come pure coloro che hanno ricoperto cariche istituzionali per due mandati consecutivi, anche se soltanto in piccoli comuni. I neoparlamentari “grillini” sono, dunque, degli illustri sconosciuti, alla loro prima esperienza politica: una ragione in più per essere “consigliati” da uno staff ben organizzato come quello della Casaleggio Associati. La conclamata “democrazia diretta” appare, in tal senso, una mera parvenza, dietro cui si cela il controllo capillare da parte di un ristretto gruppo dirigente, che sta fuori dal parlamento, ma che farà sentire il proprio fiato sul collo dei deputati e dei senatori “a cinque stelle”.
Delle contraddizioni presenti nel M5s ha parlato recentemente Federico Mello, giornalista e blogger, nell’interessante saggio Il lato oscuro delle stelle. La dittatura digitale di Grillo e Casaleggio. Testimonianze, documenti e retroscena inediti (Imprimatur, pp. 288, € 16,00). Il libro fornisce informazioni dettagliate sui sistemi, non sempre ortodossi, coi quali è stata creata, nel web, l’immagine carismatica e vincente del comico genovese (che, prima di incontrare Casaleggio, malediceva i computer, sfasciandoli durante i suoi spettacoli!). Mello appare preoccupato dalla deriva populista intrapresa dal leader del M5s, ritenendo che il suo vero obiettivo sia quello di «dare vita a un nuovo ordine “etico” […] senza mediazioni e scevro dai limiti della nostra democrazia».
Pur condividendo i dubbi espressi da Mello nel libro, riteniamo, tuttavia, che, almeno per il momento, il M5s costituisca un’innegabile risorsa per l’asfittica e mummificata realtà politica italiana. I parlamentari “grillini” sono stati eletti per contrastare le intemperanze della “casta” e per opporsi a leggi inique che potrebbero penalizzare ulteriormente i cittadini italiani, già provati dai duri sacrifici imposti loro nell’ultimo biennio. Certo non sarà facile passare dalle proteste alle proposte e c’è sempre il rischio che qualcuno dei neoparlamentari “a cinque stelle” rimanga invischiato nei meandri melliflui della politica nostrana. Una ventata, però, di aria nuova si respira già e, per molti anni a venire, bisognerà fare i conti con l’impetuoso movimento fondato da Grillo e Casaleggio il 5 ottobre 2009.
L’immagine: la copertina del libro di Federico Mello e il logo del Movimento 5 stelle.
Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno VII, n. 87, marzo 2013)