I docenti sono in piena mobilitazione per contrastare l’attacco indiscriminato del governo contro la pubblica istruzione. Il 24 novembre prossimo sciopero generale con manifestazione nazionale a Roma
Riportiamo di seguito il comunicato stampa congiunto con cui Cisl Scuola, Gilda Fgu-Unams, Snals Confsal e Uil Scuola hanno indetto lo stato di agitazione dei lavoratori della pubblica istruzione e lo sciopero generale della scuola per il prossimo 24 novembre al fine di ottenere l’abrogazione delle norme sui regimi orari del personale docente, contenute nella legge di stabilità del 2013, e il recupero di validità dell’anno 2011 ai fini della progressione economica. Ad esso ha aderito anche la Flc Cgil.
La scuola dice basta! Le iniziative di mobilitazione che sfoceranno nello sciopero del 24 novembre indetto da Gilda Fgu, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal scaturiscono da diverse motivazioni alle quali si legano precisi obiettivi che sono al centro di un’azione sindacale forte e incisiva.
La decisione dello sciopero segue, come è noto, il fallito tentativo di conciliazione richiesto per il mancato avvio della trattativa sulle progressioni di anzianità. A questa motivazione iniziale si sono nel frattempo aggiunte quelle legate alle inaccettabili disposizioni contenute nel disegno di legge di stabilità varato dal Consiglio dei ministri del 9 ottobre, con misure che prefigurano un pesante aggravio dei carichi di lavoro del personale docente, stravolgendo in modo unilaterale e di dubbia legittimità il contratto nazionale di lavoro.
Obiettivi della mobilitazione sono pertanto: • immediato avvio della trattativa sul recupero di validità dell’anno 2011 ai fini delle progressioni economiche e di carriera del personale, previa emanazione da parte del governo dell’apposito atto di indirizzo all’Aran;• emendamenti al disegno di legge di stabilità, e in particolare cancellazione delle norme sui regimi orari del personale docente e di quelle che penalizzano il personale ata utilizzato con mansioni attinenti a profili professionali superiori.
I sindacati dei docenti chiamano pertanto la categoria a sostenere con la più ampia partecipazione le iniziative di mobilitazione messe in atto, che, oltre a esprimere il crescente disagio e la forte indignazione dei lavoratori, puntano a obiettivi precisi e chiari: salvaguardare retribuzioni che già scontano gli effetti del blocco imposto ai salari del pubblico impiego, respingere l’ennesimo attacco a condizioni di lavoro rese spesso insostenibili dai pesanti tagli di organico degli anni scorsi, difendere il ruolo e le prerogative contrattuali del sindacato, impedire un’ulteriore perdita di posti di lavoro nella scuola.
Strumenti di lotta: – Immediata sospensione di ogni attività non obbligatoria. – Campagna di informazione/protesta con lettere ed e-mail. – Presìdi e incontri con istituzioni e forze politiche a livello centrale e periferico. – 13 novembre, assemblee in orario di servizio in tutte le scuole. – 24 novembre sciopero per l’intera giornata. – Manifestazione nazionale a Roma. LucidaMente ha da sempre posto la scuola e l’istruzione al centro della propria attenzione. Vedi, tra gli altri articoli: Docenti: devono lavorare 48 ore? Se 18 ore vi sembran poche… Profumo d’ignoranza La scuola italiana è giunta ormai alla frutta… Bologna: prosegue la raccolta firme per il referendum comunale sulla scuola Scuole “private”? Ben peggio delle pubbliche L’urlo della scuola (Italia-Bologna, 23-24 marzo) Ugolini, ovvero la scuola privata al governo Come si può studiare dentro “classi pollaio”? Artisti, «vil razza dannata»! La Riforma Gelmini e la non meritocrazia Tra Pon, Por e Pof… la scuola fa flop!“L’ignoranza rende la gente malleabile”
Le immagini: flash-mob dei docenti a Bologna e a Lecce nella mattinata di domenica 28 ottobre.
Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno VII, n. 83, novembre 2012)
“Che tempo che fa” Mario Monti 25 Novembre 2012
Gent.mo Prof. Monti, come premessa i miei complimenti per la sua figura di uomo e di studioso; sono un cittadino italiano, che riconosce quanto ha fatto e sta facendo il suo governo, per raddrizzare una situazione allo sbando. Proprio per questa mia ammirazione nei suoi confronti, ho avvertito come particolarmente stonate le sue parole, pronunciate ieri sera nel programma citato: “in alcune sfere del personale della scuola c’è grande conservatorismo ed indisponibilità a fare anche due ore (?) in più alla settimana, che avrebbero permesso di aumentare la produttività (?), ed avrebbero liberato risorse.
Come marito di una insegnante, che sciopera per motivi nobili, e non di bottega (il detto corporativismo), sciopera per una scuola pubblica e non per un mix di pubblico – privato, sciopera per avere aule decenti e non classi “pollaio” di 30 alunni…, le esprimo il mio disappunto per le sue parole; innanzi tutto le ore erano sei (6) a parità di retribuzione, e sinceramente non trovo nessun paese europeo in cui si chieda ai lavoratori di incrementare il monte ore del 33% a parità di retribuzione;
non comprendo come si sarebbe aumentata la produttività, in considerazione che il personale della scuola – titolare e precario – svolge già un programma (si volevano aumentare i programmi del 33%?). Infine il discorso della mobilitazione delle risorse: sarebbero stati risparmiati i soldi attualmente pagati ai precari (che sarebbero calati del 33%), ma, mi permetta di dirlo, questo è il gioco delle tre carte. Non sarebbe aumentata la disponibilità di fondi per la scuola, ma – a parità di bilancio – si sarebbero spostate spese da un punto all’altro, per cui se vi erano carenze…
Spero sinceramente che Lei non si sia spiegato bene, per cui resto in attesa di un chiarimento; non vedo altrimenti come la sua figura di professore, sia pure universitario, si possa collocare in quanto ha – spero incautamente – detto.
Gentilissimo lettore, sono il direttore della rivista. La ringrazio per il suo intervento. Esso risulta fin troppo pacato nei confronti di uomini di potere del tutto incoscienti delle reali condizioni di vita di chi davvero lavora (ragazzi “bamboccioni”, “choosy”, ecc.). Monti ieri sera è andato oltre, offendendo ancora, come aveva fatto Profumo, una intera categoria. Infatti, oltre a quello che lei ha riferito, ha anche affermato che i prof “USANO” gli studenti per farli manifestare per i loro egoismi (dei prof). Così ha offeso anche i ragazzi, che sarebbero degli idioti da strumentalizzare e non dei giovani che protestano con la loro testa e il loro cuore contro un futuro senza speranza, provocato da banchieri, speculatori, mafiosi, corrotti e ladri pubblici. L’augurio è che Fornero, Profumo, Monti e compagnia bella non solo si tolgano dalle scatole al più presto, ma, una volta tanto nella loro lussuosissima, comoda e garantita esistenza dorata, lavino i piatti, facciano la spesa, puliscano le loro casette e assistano anziani e ammalati. Così capiscono cos’è la vita.
Francamente non ho mai visto Monti così animato! Ha riservato agli insegnanti questo ulteriore privilegio! Credevo che la porcheria che si voleva mettere in atto fosse una pensata di Profumo, invece era farina del suo sacco e l’ha riversata, maleodorante, in tv, condendola di bugie e malignità. Voleva proprio far cassa sulla pelle di chi ha già subito ogni serie di vessazioni da questo e dal governo precedente. Concordo in pieno dunque con la tua conclusione, caro direttore: vadano al più presto a casa lui e la sua combriccola di loro, sì “privilegiatissimi”, che vivono sul pianeta Papalla.
Beh, gli insegnanti hanno avuto il merito di far uscire dal torpore professorale il buon Monti. Eh, sì, ha mandato avanti a sputtanarsi Profumo per una sua bella ideuzza padronale.