In Italia sono già oltre sessanta i “morti di crisi economica”. Ma i politici tergiversano
I suicidi di Civitanova Marche, di Torino, di Santa Croce, che si aggiungono agli altri 59 avvenuti negli ultimi tempi in varie parti d’Italia, sono frutto di una globalizzazione insensata, grossolana e crudele. Sotto l’occhio distratto e complice della politica la finanza e le banche hanno provocato un caos economico senza uguali. Non si capisce perché si parli poco di questa piaga che uccide sistematicamente i piccoli imprenditori e mette in crisi anche le grandi imprese, in verità poco competitive, annientando il futuro dei giovani. Il vero motore della crisi consiste in questo, oltre che nell’incompetenza e nella cialtroneria di chi (non) governa.
Mentre il centrodestra, il centro, il centrosinistra e – novità – anche il Movimento 5 stelle continuano a tergiversare, si è assistito alla barzelletta dei 10 saggi nominati dal presidente Giorgio Napolitano. La nostra Italia, però, va in malora sotto il peso mostruoso della recessione e della disoccupazione, scippata da vergognose e insensate misure internazionali, volute, a suo tempo, anche dai nostri “politici”: mercato senza regole e spietata concorrenza tra Paesi diversissimi per storia e cultura. La scoperta dei mercati asiatici, in particolare di quello cinese, ha accompagnato la speculazione finanziaria basata sui titoli borsistici, spesso poi rivelatisi tossici. Le aziende occidentali hanno investito negli stati dell’Estremo Oriente per importare merce a basso costo, sfruttando gli operai asiatici e danneggiando i propri. Si tratta di leggi economiche “naturali”? No, piuttosto di comportamenti “anarchici”, messi in atto con il placet degli istituti bancari e della classe politica.
La crisi economica europea non è frutto di uno tsunami improvviso, bensì è semplicemente la conseguenza di scelte politiche di basso livello civile, spacciate come “logiche di mercato globale”. Quest’ultimo è stato realizzato senza tener conto delle differenze esistenti tra gli stati: il tessuto produttivo tedesco non è paragonabile a quello greco, italiano o spagnolo. Era inevitabile, poi, che una cura da cavallo – somministrata in base a ricette neoliberiste – avrebbe influito negativamente su economie già sofferenti. Era, perciò, prevedibile che le misure per scongiurare una crisi ancora più profonda dovessero pesare sulle spalle dei ceti sociali più deboli. Che civiltà è mai quella che permette, anzi incoraggia, nefandezze simili?
Vedi anche, sempre sulla nostra rivista: Artigiani e commercianti, la strage infinita; «Le uniche lettere che ricevo / sono ormai solo richieste di pagamenti».
Le immagini: protesta a Madrid degli indignados (fonte: https://it.wikipedia.org/; autore: Barcex); sit-in a New York degli attivisti di Occupy Wall Street (fonte: https://it.wikipedia.org/; autore: David Shankbone).
Dario Lodi
(Lucidamente, anno VIII, n. 88, aprile 2013)
Credo che l’articolo 580 del nostro Codice Penale si commenti da solo e contenga anche gli elementi per chiedere e fare giustizia: “Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni”.