È da poco uscito il primo extended play solista di Enrico Bedogni, un appello notturno alla luna
Venuto alla luce da poche settimane, è il primo extended play da solista di Enrico “Chicco” Bedogni, in arte Lupo. Coprodotto dall’italiana Riff records e dalla giapponese Grand tree house records), s’intitola To the moon ed è una raccolta di sei ballate originali in stile american-folk anni Settanta. La nascita dei brani e il seguente arrangiamento hanno avuto luogo durante delle sessioni in piena notte al Sound Studio Noah di Sangenjaya (Tokyo), ma già dal titolo dell’ep si può intuire facilmente l’atmosfera antidiurna dell’album.
Questo lavoro non rappresenta il primo approdo al mondo musicale dell’artista. Polistrumentista reggiano, ma di adozione bolognese, Bedogni è stato chitarrista, tastierista e voce nella band post-rock AmpRive. Dopo un periodo d’astinenza dalla dimensione delle note, ecco che arriva To the moon, un prodotto estremamente legato anche al nome scelto per sé dall’artista (che rimanda all’intero progetto): Lupo. Un animale raffigurato molto spesso mentre ulula alla luna. Un ululato, un lamento, un appello alla regina della notte, la quale ha il merito di non far sentire solo chi la osserva e che magari, a volte, si sente indifeso di fronte all’immensità del cosmo. Proprio questo è il tema della traccia numero tre: Slow big crunch, titolo che richiama l’ipotesi sul futuro dell’universo riguardo il suo possibile cessare di espandersi per poi collassare su se stesso. Un’immagine esemplificativa della piccolezza umana.
L’essere inermi in mezzo a un ambiente privo di compassione è il filo rosso dell’opera. Il tutto accompagnato da una voce profonda e malinconica, supportata da una chitarra acustica e altri strumenti a corda o fisarmonica. La song più “ricca” è forse la prima, Brother and I: qui si percepiscono il suono di un organo, delicate percussioni e uno strumento a fiato. L’argomento è il constatare come la medesima origine non renda automaticamente fratelli. Tematiche, quindi, riguardanti la realtà di chiunque e che suscitano domande esistenziali. Questioni per nulla frivole che vengono musicalmente trasmesse con un’elegante semplicità.
Un genere che ricorda vagamente (forse per la prestazione vocale, la chitarra, i contenuti) il lavoro da solista di Eddie Vedder per il film Into the Wild. In alcuni punti la musicalità somiglia persino a quella del cantautore statunitense Joshua Radin, ma il richiamo è naturalmente al folk americano delle origini: Alan Lomax e i suoi bluesman. Una piacevole riscoperta di tale stile permessa, oltre che dall’autore e dalle case discografiche, da Luca Serio Bertolini, responsabile della registrazione e del mixaggio allo Yonder Studio insieme all’art work a opera di Lisa Bedogni. Una creazione ben riuscita che invita a volgere lo sguardo al cielo, to the moon (anche se la luna in questione è distante), perché prima di chiudere gli occhi e dormire è confortante lasciarsi andare al canto e sentirsi tutti insieme un po’ meno insignificanti su questo pianeta.
Le immagini: la copertina dell’album To the moon e uno scatto originale che ritrae il musicista Enrico “Chicco” Bedogni (Lupo).
Arianna Mazzanti
(LucidaMente, anno XIV, n. 161, maggio 2019)