Il giornalista accusato di “islamofobia” non può far altro che recitare il “mea culpa”
Il giornalista Magdi Cristiano Allam (a suo tempo intervistato dalla nostra Dora Anna Rocca: Magdi Allam: «Ho seguito ciò che sentivo dentro») dovrà entro circa un mese comparire davanti al Consiglio di disciplina nazionale dell’Ordine dei giornalisti per rispondere della singolare colpa di “islamofobia”, per una serie di articoli pubblicati su il Giornale tra il 22 aprile e il 5 dicembre del 2011.
Non molti ne sono a conoscenza, visto che solo lo stesso il Giornale, la restante stampa “di destra” e pochi altri ne hanno dato notizia in modo adeguato. Anche la solidarietà verso Allam da parte dei colleghi è stata molto scarsa. Strano, visto che si tratta di un precedente che, se dovesse portare alla condanna del giornalista, limiterebbe di fatto le libertà di pensiero, d’espressione, di parola, di stampa, garantite dalla Costituzione italiana e in tutto il mondo occidentale. La sinistra “sinistramente” tace. Unica eccezione, la piena solidarietà dell’Avanti! socialista, per nome del direttore Mauro del Bue, cui vorremmo aggiungere, modestamente, la nostra (per sostenere Allam: #iostoconmagdi).
Tutto è nato da un esposto presentato nel giugno del 2012 all’Ordine regionale dei giornalisti del Lazio dalla fantomatica (non se ne trova traccia in Rete) associazione Media&diritto. Il patrocinatore è comunque l’avvocato Luca Bauccio, difensore tra l’altro dell’Ucoii (Unione delle comunità islamiche d’Italia). Saggiamente i colleghi del Lazio avevano archiviato l’esposto. Ma il Consiglio di disciplina nazionale dell’Ordine ha ribaltato la decisione accogliendo il successivo ricorso della suddetta associazione.
Noi consigliamo al collega Allam di prostrarsi e chiedere venia, scusa, perdono, pietà all’Ordine dei giornalisti, agli islamici, agli italiani tutti. E gli consigliamo il seguente “mantra”: Chiedo scusa a nome degli italiani che vi hanno ospitato quando siete venuti in Italia; Chiedo scusa a nome degli italiani per avervi accolto quando eravate in fuga da una delle vostre continue guerre; Chiedo scusa a nome degli italiani per avervi dato quasi gratuitamente (in tempi di terribile crisi) scuola (con mense differenziate, senza carne di maiale, impura), sanità, assistenza;Chiedo scusa a nome degli italiani per avervi dato lavoro (quando agli italiani manca), fatto aprire negozi (anche fuori orario), aziende (le vostre in continuo aumento e crescita, mentre quelle nazionali chiudono).
Chiedo scusa a nome dello stato italiano per avervi fatto costruire moschee, “centri di cultura” islamici e avervi fatto pubblicamente eseguire le vostre preghiere nelle nostre piazze; Chiedo scusa a nome dello stato italiano per non avervi mai costretti a imparare la nostra lingua e la nostra Costituzione, il nostro diritto, le nostre leggi, i nostri principi (quali la tolleranza, la separazione Stato/Religione, la libertà sessuale); Chiedo scusa a nome dello stato italiano per aver rispettato la “vostra cultura”, che discrimina (anche con la morte) donne, liberi pensatori, atei, laici, gay, adulteri, mentre in arabo non esistono neanche le parole “libertà” e “laicità” e islam significa “sottomissione”; Chiedo scusa a nome dello stato italiano per avervi consentito il ricongiungimento famigliare, grazie al quale potete “arricchire” il territorio italiano di cinque figli a coppia; Chiedo scusa a nome dello stato italiano per avervi fatto allevare figli che vanno in Siria ad arruolarsi con l’Isis; Chiedo scusa a nome dello stato italiano per avervi assegnato alloggi popolari, scavalcando gli sciocchi italiani, meno prolifici;Chiedo scusa a nome dello stato italiano per permettervi metodi di macellazione barbari e sanguinari.
Chiedo scusa a nome mio e delle donne italiane per non essermi voltato dall’altra parte di fronte alla poligamia, ai matrimoni combinati (anche con bambine), alla sottomissione femminile, alla infibulazione, alla clitoridectomia, ai niqab, ai chador e ai burqa, anzi di averli raccontati e denunciati; Chiedo scusa a mio nome per non essermi voltato dall’altra parte di fronte ad atti di prevaricazione, di intolleranza, di terrorismo, di stragi, anzi di averli raccontati e denunciati;Soprattutto chiedo scusa a mio nome per non essermi voltato dall’altra parte di fronte al rischio dell’islamizzazione culturale dell’Italia e dell’Occidente, alla loro invasione, anche armata, anzi di averla denunciata.
Epigramma dei nuovi inquisitori «“Politicamente corretto”? È troppo poco! “Islamicamente corretto”,o ti do fuoco!»
Per sostenere Allam: #iostoconmagdi.
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In video:https://www.facebook.com/video.php?v=10152800224889796&set=vb.193238569795&type=2&theater
Le immagini: la prima foto di Magdi Cristiano Allam è di Andy Mabbett; la vignetta è di Giorgio Forattini (da il Giornale, 1 settembre 2014, p. 10).
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno IX, n. 105, settembre 2014)
Che pessimo articolo, di tutta l’erba un fascio, molte cose palesemente scorrette (l’infibulazione non c’entra nulla con l’islam, non ce n’è traccia nei testi sacri, anche qui in Italia ci sono cristiani che si flagellano pubblicamente per strada, ma non c’è scritto di farlo nella Bibbia, sono pochi fondamentalisti). Allam è un fondamentalista, prima islamico, ora cristiano. Lo Stato italiano è troppo tollerante? Concordo appieno, ma lo è verso qualsiasi immigrato, non con gli islamici in particolare.
Gentilissimo lettore, grazie per averci scritto.
Forse non ha colto il tono ironico/sarcastico dell’articolo. Lo Stato italiano sarà troppo tollerante con tutti, ma dovrebbe esserlo meno con gli intolleranti e i prepotenti. Non crede?
PS: Sappiamo bene che clitoridectomia e infibulazione sono “costumi” africani e non appartenenti all’ortodossia islamica. Tuttavia: 1) molti africani islamici le praticano; 2) Non ho visto folle oceaniche di mussulmani protestare coi propri fratelli di fede per praticare (anche) tale nefandezza.
“l’infibulazione non c’entra nulla con l’islam” è una parola grossa, Maometto era a conoscenza ma non lo condannò mai; e fino ad oggi nessuno ha mai scritto una nota di condanna, una fatwa o altro.
Sì, però:
Dar Al-Islam, Africa settentrionale, medio-oriente, Asia centrale, e enclave varie in giro per il mondo sono tutti focolai di tensione e di odio, non solo nei confronti dell’Occidente ma anche nei confronti di popoli della terra che con l’Occidente hanno poco o nulla a che fare: India, Cina, Sud-est Asiatico, Filippine. Insomma oggi (non solo oggi) dove c’è Islam c’è guerra, probabilmente c’è qualcosa che non va nella teologia islamica più diffusa.
Un proverbio turco diceva che ci vogliono tre generazioni per fare di un uomo un perfetto credente: 1 si converte o lo si uccide, 2 suo figlio sara credente sicuramente per il terrore, 3 il nipote sarà finalmente credente col cuore. Costantinopoli 1950…
Mi congratulo con voi per l’articolo su Magdi Cristiano Allam che condivido in pieno (anche l’ironia usata mi è piaciuta).