In occasione del 139° Meeting annuale organizzato dall’Inta a Barcellona dal 20 al 24 maggio 2017, il parere dell’esperta Clizia Cacciamani
«La creatività è il motore principale del processo evolutivo e culturale della nostra società contemporanea». Ne è convinto l’argentino Estanislao Bachrach, uno dei maggiori esperti di neuroscienze al mondo, che ha condotto innumerevoli approfondimenti e ricerche legate da un unico filo conduttore: dare spazio alla creatività fa bene al nostro cervello.
E c’è chi aggiungerebbe che giova anche all’economia. È grazie infatti al libero fluire delle idee e dell’inventiva che nasce l’innovazione i cui risultati possono essere tradotti anche in brevetti, marchi e novità nel campo del design. E, dunque, anche in una contropartita monetaria. Uno scenario affascinante e di assoluto interesse che inquadra pienamente il 139° Meeting annuale organizzato dall’Inta, International Trademark Association (l’Associazione internazionale marchi), che si tiene a Barcellona dal 20 al 24 maggio 2017. Un incontro internazionale, ogni anno ormai sempre più atteso, dedicato all’universo dei marchi e dei brevetti, che chiama a raccolta 140 paesi e oltre 10.000 partecipanti, tra professionisti della proprietà intellettuale, qualificati manager della gestione della marca, nonché i massimi esperti di marchi e brevetti al mondo. Workshop, seminari ed eventi incentrati proprio sul valore del marchio, su come proteggerlo e sulle buone pratiche da condividere, rappresentano il cuore dell’iniziativa. Su tutto una grande dose di creatività che alimenta ogni idea, ogni marchio, ogni progetto.
Ma creativi si nasce o si diventa? Secondo Bachrach è una dote che si acquisisce allenando il nostro cervello. Inoltre, ha anche un effetto positivo in quanto ci aiuta a restare “giovani dentro” poiché possiamo continuare ad apprendere per tutta la vita. Per lo scienziato la creatività è anche in grado di modificare capacità e anatomia della nostra materia grigia fino all’ultimo giorno in cui viviamo, soprattutto se supportata dalla curiosità. Non a caso gli individui più creativi sono anche i più curiosi: non vivono secondo risposte preconfezionate, ma rompono gli schemi e scoprono sentieri nuovi da intraprendere.
A tal riguardo, abbiamo sentito il parere di Clizia Cacciamani, avvocato esperto in materia, uno dei due titolari dello studio Innova & Partners, specializzato in marchi e brevetti. Sullo sfondo lo scenario di un paese come l’Italia, da sempre attento sul fronte dell’innovazione, come confermano le quasi 10 mila domande di brevetti presentate nel 2016, +7,5% rispetto al 2012, segno di un trend in crescita negli ultimi quattro anni, anche se ancora al di sotto di quello precrisi (-11% rispetto al 2006). «Nel nostro paese occorre continuare a sensibilizzare sull’importanza di una cultura delle idee nonché della protezione del proprio patrimonio intellettuale» commenta la Cacciamani. «Quasi l’80% di brevetti, marchi e modelli sono depositati da aziende attive nelle regioni del Nord, mentre al Sud è una tendenza che si è sviluppata in tempi recenti».
Per innestare un vero e proprio cambio di passo, secondo la titolare di Innova & Partners, è necessario «credere fermamente che innovare possa fare la differenza. È solo così, modificando il paradigma del proprio modo di pensare, che si arriva a creare, immaginare e inventare ciò che soddisfa un’esigenza, ciò che è utile, ciò che mancava. D’altronde, la creatività è la chiave di volta per raggiungere in tempi davvero rapidi traguardi aziendali mai sognati prima». «Si tratta di una sorta di forma mentis – prosegue – e quante più idee si hanno, tanto maggiore sarà la possibilità che tra esse ce ne siano di nuove, originali e fantasiose». In fondo, è la storia dei tanti marchi e brevetti realizzati nel corso degli anni che ce lo racconta.
Eppure, la strada non è del tutto in discesa: «La creatività e, con essa, i marchi e i brevetti che ne possono scaturire – sottolinea l’avvocato – è una capacità fortemente collegata al contesto in cui ci si trova. E il meeting annuale promosso da Inta riserverà uno spazio specifico ad approfondire case-history basate anche su questo aspetto». Del resto, nell’ambito di un suo recente lavoro, Bachrach ha sottolineato come la stessa creatività attecchisca meglio in ambienti privi di stress oltre a essere favorita da momenti di distensione e svago. Sono questi che attivano la parte del nostro cervello più legata alle intuizioni e alle emozioni, quella cioè capace di generare idee creative. Sì, quindi, praticare sport, stare in mezzo al verde o anche giocare con il proprio cane quali possibili tecniche per ritrovare il benessere mentale e tanta inventiva. Perché fa bene alla nostra mente e, in alcuni casi, pure al nostro portafoglio.
sara spimpolo
(LM MAGAZINE n. 30, 19 maggio 2017, Speciale Moda e viaggi, supplemento a LucidaMente, anno XII, n. 137, maggio 2017)