Nell’arcipelago laico molte le perplessità sul nuovo papa cattolico. Ne riportiamo alcune
Il nuovo pontefice, al contrario che in molti dello schieramento progressista/di sinistra, non ha suscitato alcun entusiasmo nella costellazione laica italiana. LucidaMente riporta di seguito alcuni dubbi espressi da Paolo Bonetti in www.criticaliberale.it/ e dall’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti.
Di Bergoglio/Francesco attendiamo le opere, poi giudicheremo. Certo non gli basterà aver assunto un nome così impegnativo, il nome del santo che contrappose la sua povertà e umiltà alla Chiesa teocratica di Innocenzo III, anche se questa Chiesa riassorbì ben presto la sua scandalosa contrapposizione, integrando il movimento francescano nella struttura ecclesiastica tradizionale. E lo stesso movimento si divise subito in spirituali e conventuali, con questi ultimi che escogitarono i modi per contravvenire alla regola che Francesco aveva dato ai suoi seguaci: all’ordine era concesso di possedere quei beni che erano negati ai singoli.
Che decisioni prenderà papa Francesco a proposito dello Ior di cui è controllore quel cardinal Bertone che, in questi ultimi anni, ha effettivamente governato la Chiesa e le sue ambigue finanze sotto l’ombra protettrice del teologo Ratzinger? Avremo davvero una riforma profonda della curia romana? Nelle prime parole che il nuovo papa ha pronunciato dalla loggia delle benedizioni c’è l’accenno scherzoso a un vescovo di Roma che viene dall’altra estremità del mondo. Dante ha scritto che la curia è il luogo «là dove Cristo tutto dì si merca», dove si fa mercato delle cose sacre, dove regna quella che, nel linguaggio ecclesiastico, si chiama la simonia. Esagerazioni? Comportamenti di una chiesa che non c’è più? Non direi, basta solo leggere le cronache degli anni recenti. Ci vorrà proprio un papa che viene da un altro mondo per scrostare questa secolare, anzi millenaria, “struttura di peccato” . Più che convertire gli infedeli, bisognerà che Francesco si sforzi di convertire i suoi.
Paolo Bonetti (Non basta chiamarsi Francesco, in www.criticaliberale.it/)
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L’elezione a sorpresa del cardinale Bergoglio, e la scelta del nome di Francesco, hanno senz’altro suscitato sorpresa nel mondo. Due decisioni apparentemente dirompenti, l’espressione di una notevole volontà di rottura. Proprio per questo motivo, è la presa d’atto esplicita della gravità della crisi in cui versa la Chiesa. Saprà il nuovo pontefice invertire la direzione?
Bergoglio è noto per la sua frugalità, ma ciò non significa che sia particolarmente aperto al mondo del terzo millennio. Già l’abbondanza di preghiere che hanno avuto luogo nella sua prima uscita ne è una testimonianza. Forse è ciò che si aspettavano i cattolici più zelanti, o forse è la convinzione che solo l’intervento di Dio può far superare le grandi difficoltà in cui si dibatte la Santa Sede. Ma il mondo è assai cambiato. E Bergoglio, che si è opposto con forza ai matrimoni omosessuali (definiti «progetto del demonio»), e che è intervenuto nelle competizioni elettorali argentine invitando a dire “no all’ateismo”, al di là della scelta ad effetto del nome, non sembra avere le credenziali per comprenderlo meglio di Ratzinger. Senza dimenticare che sul neopontefice continuano a incombere le ombre di un atteggiamento controverso mantenuto all’epoca della dittatura militare. Speriamo che tanto zelo e tanta devozione non celino un nuovo ma altrettanto intransigente Pio V (a cui lo accomunano anche le origini piemontesi).
L’Uaar ricorda che gli ultimi due pontefici si sono segnalati per una costante demonizzazione degli atei, considerati “privi di umanità”, “senza dignità”, “senza orientamento”. Difficilmente il nuovo papa agirà diversamente. Anche se farebbe piacere: un mondo cattolico più rispettoso del prossimo dovrebbe essere negli auspici di tutti. Leggi anche l’articolo: Il papa che viene dalla fine del mondo.
Uaar (Nuovo papa, nuova immagine: ma è tutto oro quello che luccica?)
Vedi pure, in cronachelaiche.globalist.it: Francesco: apertura in piazza, giro di vite in casa; Il papa dei poveri?; Non è Francesco.
Altri articoli di LucidaMente sul nuovo pontefice: La Chiesa al bivio: riforma o controriforma? Francesco I e le ombre del passato Che bontà non lapidare l’adultera! La nuova sfida della Chiesa al mondo laico(n.m.)
(LucidaMente, anno VIII, n. 87, marzo 2013)
condivido in pieno il vostro disincanto.
http://hominemsapit.blogspot.it/2013/03/i-mi-son-quel-chi-soglio.html