L’amicizia tra tre bambini, Fulvio, il protagonista, Luca, poliomielitico, e Thomas, orfano di padre, presunto marinaio americano, si intreccia tra un collegio, “Casa Firenze”, dove sono stati ospiti per anni, e il Santuario della Madonna di Montenero, luogo votivo, entrambi in provincia di Livorno. Il destino delle nuvole (Mobydick, pp. 110, € 11,00) di Paolo Codazzi racconta, con periodi lunghissimi e una punteggiatura praticamente assente, la loro infanzia e adolescenza e una vita adulta, nonché un finale, o forse più finali, inaspettati, che scombineranno le aspettative del lettore.
Fulvio e la sorella vengono inspiegabilmente allontanati da casa. Da quel momento inizia l'”avventura” del ragazzo presso “Casa Firenze”. Lì si innamora di Lucia, insegnante molto giovane e dai metodi educativi singolari: porta gli alunni in riva al mare per fare lezione ed è un’amante della matematica, passione che trasmette anche a Fulvio. Spesso, terminando una lezione, è solita dire che, «per quanto la matematica ci possa rivelare molto dell’universo, delle forze al suo interno, dei fenomeni naturali della terra, essa non può sostituirsi a Dio, alla sua presenza: né calcolare l’intensità di un sentimento o la durata di un sorriso». Lì conosce anche Luca e Thomas. I tre diventano inseparabili amici, uniti nel gioco, ma anche nella malattia di Luca, la poliomielite. Infermità apparentemente aggravata da un morso di vipera, avvenuto durante una delle loro uscite dal collegio, che in realtà si rivela quasi un antidoto al morbo del quale è affetto. Verso la conclusione del romanzo Codazzi svela al lettore – ma non al protagonista! – il motivo della separazione di Fulvio dalla famiglia. Il nonno del ragazzo era stato incarcerato, perché condannato per crimini fascisti. La nonna e la madre temevano una ripercussione della situazione sulla famiglia intera, per questo il ragazzo viene allontanato dal paese. Egli, invece, continua a sospettare che il distacco fu provocato da una crisi coniugale dei propri genitori…
I due amici, Luca e Thomas, ormai adulti, coltivano le passioni giovanili nel loro lavoro: l’uno dipingendo gli ex voto poi donati al Santuario e l’altro guidando la funivia che porta a quel luogo sacro e costruendo, durante il tempo libero, aquiloni. Fulvio si sente ancora in colpa nei riguardi di Luca, a causa di un episodio legato a delle figurine, alle quali entrambi erano affezionati e che stavano collezionando. Non saprà mai che Lucia, dopo il matrimonio con Luca, le restituirà al marito, rimasto vedovo dopo soli due anni: la donna le trova sotto terra accanto a un albero, senza sapere come fossero finite là…
«Casi fortuiti che dominano la vita, pur nell’apparente irruenta monotonia dei giorni, incatenandola all’universale conflitto di contese non dichiarate tra innumerevoli potenziali destini, ognuno avviato da un atto di volontà più o meno palese, che si scontrano o s’incrociano, talvolta accompagnano, oppure ignorano una costellazione infinita di altri destini, interrompendone alcuni e generandone altri in un moto inesausto paragonabile al formarsi e al dissolversi delle nuvole nella loro instancabile vitalità che tuttavia, se forzata, le fa apparire coerenti e rassegnate al paesaggio su cui incombono». Il mistero e l’ignoto sono protagonisti, insieme a Fulvio, del romanzo. La scoperta che la madre inviò un ex voto al Santuario di Montenero, due incidenti in auto dai quali il protagonista esce indenne e per i quali si grida al miracolo, si mescolano fino alla scena finale, che ritrae la funivia che porta al Santuario, distrutta, alcuni feriti e un solo morto, di cui l’autore non svela esplicitamente il volto.
L’immagine: particolare della copertina del libro di Paolo Codazzi.
Francesca Gavio
(LM EXTRA n. 19, 15 gennaio 2010, supplemento a LucidaMente, anno V, n. 49, gennaio 2010)