La poetessa romana Simonetta Bumbi sfoga e “imprime” tutta la propria rabbia e le proprie frustrazioni mediante uno stile feroce e aggressivo, spesso “sgarbato”. Lo fa in notediparole (con illustrazioni, Edizioni Smasher, pp. 64, euro 15,00), libro pubblicato a ottobre 2009 insieme a Orlando Andreucci, e a cui è allegato un cd musicale dello stesso autore: si crea in questo modo una sorta di parallelo tra poesie e canzoni, che si avvicendano con un titolo identico.
Il medesimo stile dell’autrice si ritrovava anche in iostoconletartarughe (anch’esso illustrato, Edizioni Smasher, pp. 176, euro 12,00), pubblicato sempre nel 2009, ma qualche mese prima (marzo).
Una poesia: allei
la vita non ha sesso.
appartiene, ma non è di nessuno.
è un prestito.
arriva, si ferma, accoglie, pronuncia, urta, inciampa, corre, sorseggia, si pavoneggia, s’allieta, rimangia, infrange.
a volte si rompe, ma se non hai le palle per tenerle testa, te le mangia, e la perdi.
è un’onda, e come il mare, s’affaccia, ma ai piedi ha la terra, e se vuole, quando cadi, ti sbuccia l’anima.
e spiaggia, che ti piaccia o no, si vive, finché non se ne va.
Allei è un chiaro esempio della poesia e dello stile della Bumbi. Nessuna maiuscola, con un ritmo incalzante l’artista “vomita” ciò che ha dentro, ciò che la opprime, senza soffermarsi troppo sulle parole e sui significati, semplicemente “butta fuori” i propri sentimenti e le proprie emozioni.
Al contrario, Andreucci è attento, meticoloso, ricercato nelle sue canzoni e nelle sonorità. A parere di chi scrive, può ricordare Sergio Cammariere. In ogni caso si intuisce il sincretismo tra sonorità mediterranee, ritmi afroamericani e canzoni brasiliane.
Una canzone: Vado
Di seguito riportiamo alcuni versi della canzone Vado:
Vado senza rancore senza rimpianti senza timore
Vado con il coraggio di un fiore quando viene maggio
Lascio che la fortuna nascosta appena dalla luna
Sorrida solo a chi è di passaggio cambiando i limiti del viaggio
Cerco strade assetate, occhi invisibili e trasparenti
Come il sorriso inutile preso a caso tra i passanti.
Il cantautore cerca di “fermare” delle emozioni, degli sguardi, degli incontri casuali, frammenti del quotidiano. Tanto diversi i due autori del libro, nella loro eterogeneità si compensano e si “levigano” a vicenda.
Dieci poesie della Bumbi e dieci canzoni di Andreucci si alternano con lo stesso titolo, ma con diversa essenza. Per questo è presente anche una poesia dal titolo identico, Vado, ma il romanticismo dell’uno lascia il posto al vissuto doloroso dell’altra, a una storia d’amore ormai passata, ma la cui ferita tuttavia non sembra cicatrizzarsi. Un componimento nel quale emerge la difficoltà della donna nell’accettare lo schifo che la circonda…
E che termina con la domanda finale: «Qual è la vera malattia: vivere di domande, o lasciarle andare per vivere?».
«Sarò io a far festa tra le tue gambe»
Anche in iostoconletartarughe emergeva la violenza di questo amore finito della Bumbi, che però ancora la dilania. Nel libro la poetessa ripercorre la sua storia di vita e i suoi ricordi, costellati da gioie e dolori, cercando di non farsi sopraffare da questi ultimi. Il linguaggio denota una persona che non teme i giudizi altrui, che sembra non avere più nulla da perdere…
Dalla poesia oggi ti violento io:
giorno dopo giorno mi hai aperto le gambe e mi hai violentata e te l’ho lasciato fare.
perché ti amavo.
e ti amo.
ora ti spalanco un’altra finestra, e sarò io a far festa tra le tue gambe.
ora che ho deciso che tu non mi violenterai più e leggerai qualcosa di me che non conosci, perché sono stata ostinata solo ad aprirti la porta sbagliata.
L’immagine: la copertina di notediparole di Orlando Andreucci e Simonetta Bumbi.
Francesca Gavio
(Lucidamente, anno V, n. 56, agosto 2010)