Presso il Centro di ricerca musicale del teatro San Leonardo (via San Vitale 63) si terrà la performance “Visible music for unheard visions” del poliedrico artista imolese
Sperimentare sperimentale. Un gioco di parole, ma anche un’espressione-manifesto della musica e, più in generale, dell’arte del compositore, strumentista e videomaker Giovanni Dal Monte (conosciuto anche come La Jovenc). Il musicista imolese sarà in scena a Bologna giovedì 18 febbraio con il concerto dal titolo Visible music for unheard visions, in programma alle ore 20,30 presso il Centro di ricerca musicale del teatro San Leonardo (via San Vitale 63).
Chi si attendesse un concerto dalle sonorità ascrivibili a un preciso stile sbaglierebbe di grosso. La Jovenc vive di contaminazioni. Di emozioni, di rumori e di impulsi sempre diversi. Confrontarsi con le sue melodie significa, dunque, essere un ascoltatore-spettatore attivo: non semplice uditore, ma libero interprete di ciò che si sente. Non è la prima volta che Dal Monte “sfida” e coinvolge il proprio pubblico. Nel luglio 2015, infatti, presso la galleria Pomo Da DaMo di Imola, si è tenuta una mostra dedicata alle sue installazioni audio-visive (vedi La musica e le immagini di Giovanni Dal Monte). Anche in quel caso, il melting pot sonoro e stilistico ha precluso ogni tipo di ragionamento logico, imponendo una lettura emozionale e irrazionale, guidata da suggestioni.
Il titolo della performance, Visible music for unheard visions, riprende il nome del suo ultimo disco (uscito lo scorso luglio e prodotto da Sonica Botanica), definito dallo stesso artista imolese come «un racconto, uditivo e visuale». Per La Jovenc è l’evoluzione e la naturale prosecuzione dell’album precedente, Reforming the substance (2013). Le tracce di allora erano una rielaborazione della tradizione classica, quelle di oggi sono energia pura che si propaga in più direzioni.
Artista eclettico, Giovanni Dal Monte “incontra” la musica già in fase preadolescenziale. Verso i dieci anni strimpella con la prima chitarra. A quindici fonda una rock band. Un anno dopo scopre Jimy Hendrix e rimane folgorato da Voodoo Child (Hendrix in the West, 1972). Si appassiona così alla scena rock, reggae, funk, fusion e psichedelic. Più passa il tempo, più in lui accresce il desiderio di ampliare le proprie conoscenze. A vent’anni, grazie al sound di Billie Holiday, si tuffa nel mondo del jazz, free e cool. Si interessa di classica e di contemporanea. Arriva poi alla musica elettronica e concreta; un colpo di fulmine nato grazie al primo computer, acquistato nel 1999.
Ad oggi ha all’attivo otto dischi e vanta due riconoscimenti: il “Premio Avanguardia Italiana” (2006) e il “Live!iXem” (2007). Ha calcato il palco di festival come lo Störung di Barcellona, l’Arspolis di Lugano e l’Ixmae di San Francisco. Collabora per il cinema, compone per il teatro e la danza, così come per installazioni ed esibizioni d’arte figurativa in musei e gallerie. Tra gli incontri con musicisti internazionali, spicca quello con Nicolette Suwoton, voce dei Massive Attack.
Il concerto Visible music for unheard visions sarà curato da Michele Orvieti e vedrà esibirsi Giovanni Dal Monte (computer e campionatori), accompagnato da Simone Cavina (computer e percussioni). L’evento si terrà giovedì 18 febbraio 2016 alle ore 20,30, presso il Centro di ricerca musicale del teatro San Leonardo (Bologna, via San Vitale 63). Biglietti: intero € 7,00; ridotto 5 euro (per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica Giovan Battista Martini). La biglietteria aprirà 30 minuti prima dell’inizio del concerto.
Luca Puggioli
(LucidaMente, anno XI, n. 122, febbraio 2016)