Monti ha deciso: il Treno ad alta capacità in Val di Susa si farà ad ogni costo. Ma senza chiarire con quali vantaggi per i cittadini e chi realmente ne beneficerà
Il Treno ad alta capacità (ex Tav) dunque si farà e sbranerà la Val di Susa. Si dice, sì, che la sbranerà, ma con mandibole più delicate. Il terzo (o quarto, o quinto) piano prevede un impatto ambientale meno cruento e delle spese più contenute. Quanto contribuirà (in soldoni) esattamente l’Europa non è dato ancora sapere, tanto per rimanere coi piedi per terra e purtroppo ben piantati in Italia, terra dai mille misteri e dalle mille pastette. Ormai lo si sa sino alla nausea: studi di settore, non coinvolti nel moloch, assicurano che il nuovo corridoio ad alta capacità ferroviaria fra Lisbona e Kiev, via Piemonte, sarà un flop economico, inevitabile per noi. Esistono già altre vie: sarebbe sufficiente rinforzarle, adeguarle alla nuova megalomania commerciale.
Che benefici avrà la Val di Susa è un mistero. I suoi prodotti prenderanno il treno al volo? La Val di Susa sarà più che mai un luogo di passaggio a grande velocità e del suo declassamento a mera strada ne risentirà soprattutto il turismo. Sono valutazioni semplici che evidentemente sfuggono a chi semplice non è, vantando una complicazione mentale, à la page con le grandi menti europee, corresponsabili del disastro della globalizzazione moderna. Il progresso è destinato a travolgere il buonsenso, perché un domani vi sia un mondo più sbagliato dell’attuale, ma più vantaggioso per i più furbi. I poveretti che da oltre vent’anni vigilano sulla propria valle sono, evidentemente, dei sopravvissuti al passato. I furbi dicono: guardate che facciamo il Tac anche per il vostro bene. Qualcuno dei vostri figli ci ringrazierà.
Ma, oltre ai facinorosi, per vocazione e per indignazione, c’è chi non intende farsi ingannare. C’è chi è affezionato alla propria dignità e al proprio giudizio. C’è chi vuole essere rispettato. Accettare il Tac sic et simpliciter significa portarsi in casa dei faccendieri non da poco, capaci di cambiare le carte in tavola, decisi a stravolgere, se ne vale la pena, qualunque piano, pronti esclusivamente a difendere i propri interessi. Le grandi opere in Italia sono un’occasione ghiottissima per una serie di individui assai poco raccomandabili. Sono gli stessi che fanno crollare i ponti, che costruiscono strade e case con la sabbia, a fronte di conti gonfiati tre, quattro, cinque volte rispetto al preventivo. Quel che teme, giustamente, la gente della Val di Susa è la mancanza di serietà sia dei progettisti (che sanno tutto, ma fanno finta di niente), sia soprattutto degli esecutori, fra i quali troppi sono gli “squali” che non pensano sicuramente al bene pubblico. È un malcostume palpabile in questa Italia di cartapesta. Spiace generalizzare, ma, purtroppo, è senz’altro meglio che minimizzare.
LucidaMente ha già trattato la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità in Val di Susa nel seguente articolo: Giuseppe Licandro, La controversa questione della Tav in Val di Susa, in LucidaMente, anno VI, n. 67, luglio 2011.
Le immagini: foto dell’Etr 500 (fonte: www.flickr.com/; autore: Michail “Vokabre” Ščerbakov) e panorama della Val di Susa.
Dario Lodi
(LucidaMente, anno VII, n. 75, marzo 2012)
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