Considerazioni a margine di “Dialoghi erotici” mai iniziati: ci siamo davvero liberati di bigottismo e ipocrisia?
Come avevamo anticipato nel nostro editoriale di marzo, vorremmo produrre qualche considerazione su un piccolo fatto, probabilmente senza importanza e non significativo. Eppure…
Andiamo al sodo. Come molti di voi sapranno, la nostra rivista LucidaMente e l’omonima associazione che la èdita organizzano periodicamente corsi, seminari, laboratori. I settori sono la scrittura creativa e giornalistica, il teatro (recitazione e sceneggiatura di testi), la fotografia, ecc. Generalmente tali iniziative raccolgono molte adesioni, prendono avvio e si concludono con successo. Alla fine di ogni evento, infatti, ai partecipanti viene distribuita un’articolata scheda di valutazione del corso frequentato, con varie “griglie”: gli indici di gradimento sono sempre molto positivi. Tra parentesi: sappiamo che pochi altri fanno altrettanto, soprattutto nel settore pubblico. Non è, forse, una mancanza di rispetto verso chi ha seguito (e pagato) il percorso didattico? E tale atteggiamento non palesa un “terrore” a essere valutati per il lavoro svolto? Lasciam perdere…
Per la primavera di quest’anno, tra gli altri corsi, avevamo pensato di tenere dei Dialoghi erotici… con ironia (previsti per marzo-maggio 2016). Vale a dire un corso di cultura erotica che spaziava dall’arte alla psicologia, dalla letteratura alla tv, e che, come da titolo, avrebbe voluto affrontare con leggerezza un argomento che molti considerano “delicato” e, grazie alla modalità interattiva, rendendo protagonisti i presenti. I relatori erano nomi molto prestigiosi: uno per tutti, lo scrittore Roberto Pazzi. Il costo di adesione molto contenuto. Ebbene, nonostante inviti, pubblicità e quant’altro, abbiamo avuto una (una!) sola iscritta, per cui il corso non si è tenuto. Un analogo risultato ha avuto un Corso di Scrittura erotica, che si sarebbe dovuto tenere a Roma e in videoconferenza, organizzato da Bottega editoriale.
D’accordo, si trattava di percorsi che non fornivano competenze professionali specifiche. D’accordo, oggi non tutti possono permettersi spese che vadano al di là dell’essenziale. Tuttavia, tuttavia… Ci resta il forte dubbio che l’argomento eros-sesso sia tuttora un tabù. Che in Italia, sul tema, dominino sempre bacchettoneria, bigottismo, ipocrisia. Che la “vecchia” mentalità cattolica, insieme alla volgarità e all’ignoranza imperanti, rendano ancora “sporca” un’attività sublime e spirituale (vedi anche: L’eros, il cibo e i cinque sensi; La felicità, pura, dell’eros; La sottrazione della bellezza). E Bologna non è da meno. Ma vogliamo illuderci, invece, che le persone “facciano sesso”, piuttosto che volerne parlare. A meno che per “far sesso” non si intendano siti porno, filmini vari e immancabile rapporto con “mercenarie”. In questo caso, ricadremmo nell’ipotesi iniziale…
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XI, n. 124, aprile 2016)