Quanto accaduto ieri sera alla coordinatrice del Forum Donne Socialiste Basilicata, Margherita Torrio, è l’ultima d’innumerevoli contestazioni cui andiamo incontro come donne socialiste. Margherita ha abbandonato giustamente un tavolo di lavoro con alcune associazioni femminili di Potenza, riunite per la preparazione di un evento a livello territoriale, perché il nostro simbolo e il nostro nome al loro interno contengono la parola “SOCIALISTE”, che più di una parola è la nostra identità politica, grande, nobile e riformatrice. A parte il fatto che nessuna donna socialista è stata mai sorpresa a fare qualcosa di illecito, gli scandali non ci hanno mai toccato, e siamo orgogliose rappresentati, scomode, di una grande storia di personaggi femminili che hanno ideato e scritto la politica femminile, ma non riesco a capire come tale problema possa venir sollevato da associazioni femminili, che dovrebbero rispettare il lavoro delle donne qualunque posizione occupino,e dovrebbero essere contro ogni tipo di discriminazione. Ho denunciato già altre volte, la difficoltà che abbiamo nello svolgere il nostro lavoro sia nel partito che fuori. Nel partito abbiamo difficoltà a trovare spazi e visibilità perché organizzate con nome e simbolo nostro, all’infuori che nel periodo elettorale in cui ci sono riservati per prime i posti nelle liste, ma non ci sentiamo dei semplici atti tecnici, né ci sentiamo strumentalizzate, lo facciamo con amore, amore verso il partito, e non verso gli uomini del partito, che comunque impegniamo continuamente a prendere posizione e a guadagnarsi il ruolo che ricoprono. Abbiamo deciso di fare a meno degli ingressi riservati per far carriera, siamo quelle che stanno in piedi senza supporto alcuno, perché siamo le artefici di questo spazio pubblico che è il Forum, aperto a diverse realtà politiche e associative, divenuto con il tempo, strumento indispensabile di spinta e difesa alle battaglie che ognuna affronta nella vita quotidiana e nella realtà sociale. Siamo da sempre contro un modo vecchio di fare politica che ci preclude gli spazi, una politica dove le decisioni formali e sostanziali sono prese in luoghi vietati alle donne, anche se rappresentiamo attori e soggetti, e abbiamo deciso di farlo nei partiti, perché ne conosciamo il grande limite segnato dal gran numero di risorse sprecate e dall’incapacità di valorizzare, una partecipazione qualitativa delle donne alla vita politica. Il nostro è un processo attivo, che non si fermerà finché non sarà riconosciuto attraverso la delega di nuove e maggiori responsabilità dirigenziali le capacità umane ed intellettuali delle donne. Le socialiste sono state tra le prime a lottare per l’indipendenza e l’emancipazione femminile, ma evidentemente non abbiamo conquistato il rispetto e la fiducia né degli uomini né delle donne. Come forum e come socialiste ci siamo spinte oltre la piattezza del “fare per fare”, dell’attivismo narcisistico, oltre gli slogan ideologici, gli arrivismi e particolarismi più diversi. Quello che ci sta più a cuore è la valorizzazione dei processi partecipativi e la costruzione di relazioni tra persone, per far lievitare una cultura sensibile alla crescita e alla pratica della solidarietà tra donne adulte e tra singoli cittadini di un mondo comune. Noi siamo le SOCIALISTE, e non ci vergogniamo di esserlo, ne ripudiamo un nome che ha in se la motivazione del nostro impegno, ma comprendiamo chi vuole prenderne le distanze, perché la nostra storia potrebbe travolgere. Piena solidarietà a Margherita Torrio, continuiamo a combattere perché le SOCIALISTE, difficilmente mollano, fatevene una ragione sia nel partito che fuori.
Paola Schiavulli (Forum nazionale donne socialiste)
Paola non poteva rappresentare in maniera migliore questa situazione.
Non ritengo di dover aggiungere nemmeno una virgola.