Lettera risentita di una nostra lettrice sulle tante tassazioni e sugli scarsi servizi offerti in cambio ai cittadini
Cara redazione, i cittadini pagano le tasse e raccolgono briciole di servizi. Ieri sul treno Milano-Venezia non c’era acqua nei bagni (3 ore di percorso): però noi paghiamo ancora la tares. Da ieri l’altro si taglia nella sanità senza fare una riprogrammazione generale: si lima sulla qualità, poi ci si lamenta ad alta voce della malasanità.
Si pretende che con le imposte indirette paghino anche i deboli e si salvi l’oligarchia. Si condonano soldi ai gestori delle macchine da gioco. Non si parla più di imu alla Chiesa e alle coop: i potentati si aiutano reciprocamente; forse conviene scrivere al papa affinché dirima la questione diritti/doveri stato-chiesa-popolo. Si favoleggia che l’aumento iva incida sui consumi più sfiziosi: paghiamo il 21 per cento su gas, energia, telefono e poi stanno mettendo un’altra tassa sempre su luce, acqua, gas…
Alla fine dell’Ottocento Forlì si ribellò per la privazione di energia alle classi deboli: noi cosa possiamo o dobbiamo fare nei confronti di questa classe politica che si è autonominata e soffre di B…te diffusa e cronicizzata? Grazie.
Mariateresa Martini
(LucidaMente, anno VIII, n. 93, settembre 2013)