Oggi, di fronte allo strapotere delle élite capitaliste neoliberiste e globaliste, quasi nessun gruppo politico o partito tutela i cittadini, il popolo, la gente comune. Bisogna ripartire da capo, e riprenderci la libertà, a cominciare da noi stessi
Lo sappiamo. I cittadini, la gente comune, anche nei migliori sistemi democratici (ci stiamo infatti riferendo al solo Occidente liberal-democratico), han contato sempre poco o nulla, e sono stati manipolati dal Potere e dai suoi canali di persuasione, a cominciare dai media.
Tuttavia, le Costituzioni nazionali riponevano e ripongono tuttora (ma solo formalmente) il potere decisionale ultimo e definitivo nella volontà popolare. Da parecchi decenni, con una velocità progressiva e assumendo una forma evidente negli ultimi anni, sappiamo che non è così e che la “finzione democratica” sta crollando.
Dai potentati nazionali alle élite globaliste
Nel passato il voto elettorale, e la grande partecipazione ad esso, avevano il loro peso e procuravano qualche ansia ai potenti. Nondimeno anche precedentemente le scelte decisive non erano determinate davvero dal popolo, ma dai governi nazionali, condizionati dai potentati dei singoli Paesi. Escludendo i casi di Stati uniti (con un bipartitismo perfetto) e Italia (con quasi cinquant’anni di governi a guida Democrazia cristiana), negli altri Paesi si potevano alternare al governo, anche coalizzandosi anche con altre forze minori, partiti di centro (popolari in Germania), di centrodestra (gollisti in Francia), di centrosinistra (laburisti nel Regno unito, socialdemocratici e socialisti altrove).
Oggi non è più così. In primo luogo chi tiene le fila sono poteri sovranazionali, a volte palesi, come l’Unione europea, a volte occulti (come i grandi potentati finanziari, economici, multinazionali), con una netta impronta globalista capitalista neoliberista. In secondo luogo, in quasi tutte le democrazie non vi è più un’alternanza, ma un’ammucchiata tra i partiti di centrodestra e centrosinistra, tendente a escludere tutte le forze politiche, che peraltro ottengono sempre più suffragi, di carattere sovranista, populista e patriottico, con l’accusa pretestuosa di essere neofascisti e altri mille epiteti (Viviamo davvero in regimi democratici?).
Ci troviamo di fronte a una situazione antidemocratica, a una repressione sempre più evidente dei dissidenti, a una dittatura “dolce” (mica tanto), che si è apertamente palesata nel corso dei circa tre anni di pseudopandemia, con la sospensione delle libertà e la violenza dei governi sui cittadini.
Le strategie del nuovo Potere
Poiché la battaglia è tra alto e basso, potenti che hanno tutto e classe dei lavoratori sempre più poveri e precari, il Potere cerca di spostare i contrasti dal piano verticale a quello orizzontale, contrapponendo le donne agli uomini, gli omosessuali agli eterosessuali, gli immigrati agli autoctoni, i neri ai bianchi, i giovani agli anziani, ecc.
Le armi adoperate per rendere le persone sole, disperate, e quindi imbelli e sottomesse, sono tante. I continui allarmismi (terrorismo, pandemie, guerre, catastrofe ecologica). Il controllo pressoché totale con annullamento della privacy (modello cinese). La distruzione della famiglia naturale. L’impoverimento di quasi tutti. La precarizzazione dei lavoratori. La proletarizzazione del ceto medio. La persecuzione del lavoro autonomo e della piccola imprenditoria nazionale a favore dei grandi gruppi stranieri o multinazionali. La distruzione di Storia, cultura e tradizioni nazionali. L’ignoranza insegnata e propagata anche nelle scuole e nelle università. L’imposizione di un pensiero unico. La repressione degli oppositori. La mutilazione e la sterilizzazione sessuale (leggi Dilemmi morali, questioni bioetiche: eutanasia, cambio di sesso, utero in affitto, aborto… droga). L’immissione di molteplici etnie nel tessuto delle nazioni. La droga, oramai legalizzata dappertutto.
La via della Resistenza, prima individuale, poi collettiva
Cosa si può fare? Intanto recarsi sempre a votare, se ce lo fanno ancora fare, scegliendo i partiti antisistema. Infatti, la mortale lotta che si sta svolgendo su tutto il pianeta è tra establishment e antiestablishment, élite e popolo. Va premiato chi si pone contro cupole di Potere e Deep State. Proprio per questo suscitano simpatie tra i dissidenti persino il rozzo e folle Donald Trump e alcuni partiti europei dei gruppi conservatori e patriottici. Occorre anche tapparsi il naso e appoggiare chi magari non ci convince al 100%, ma si oppone al progetto totalitario mondiale. Una volta evitata la perdita della libertà e della democrazia, abbattendo le cupole di Potere sovranazionali, si potranno fare emergere in ogni nazione liberata le differenze e i contrasti e creare un’alternanza democratica tra le nuove forze politiche.
Ma occorre cominciare da se stessi. Prima dobbiamo difenderci individualmente dalla pervasività dei messaggi provenienti dal Potere e dopo costruire una Resistenza collettiva, fino a una difficile, ma non impossibile vittoria. [Alcune delle seguenti proposte sono tratte dal capitolo finale di Agenda 2030 e gabbia digitale. Chi sono i nemici e come difendersi dall’attacco all’umanità del giornalista spagnolo Carlos Astiz (Introduzione di Carlo Freccero, Byoblu Edizioni, Milano 2025, pp. 344, € 23,90), da noi stessi recensito contemporaneamente alla scrittura di questo contributo].
Per cercare di essere chiari quanto sintetici, scomponiamo il discoro in brevi punti.
Il rifiuto della propaganda, il pensiero critico, la presa di coscienza
- Non ascoltare i media mainstream, spegnere la tv.
- Non essere dipendenti da smartphone, social, comunicazioni idiote
- Non cadere nella depressione, ma ridere e ironizzare su tutto, in particolare sulle menzogne del Potere.
- Usare o ricominciare a usare il dubbio e il pensiero critico.
- Studiare, studiare, studiare, libri, documenti, filmati di controinformazione.
- Difendere, per quanto possibile, la propria privacy.
- Recuperare la sacralità della parola e del linguaggio, oggi prostituiti e falsificati dal potere.
- Non ruzzolare nell’indifferenza o nel completo materialismo, quindi, anche se non si segue una religione specifica o se si è agnostici o atei, non spezzare mai il legame con la spiritualità, con la metafisica, con il sacro, con la ricerca del divino.
- Non essere “liquidi” o “indifferenziati”, ma affermare chiaramente ciò che si è (ad esempio, “sono maschio/femmina, italiano/straniero, eterosessuale/omosessuale, amo la famiglia e i figli/mi piace la solitudine, sono lavoratore dipendente/un piccolo imprenditore, sono cattolico/ateo”, ecc.), pur senza disprezzare gli altri appartenenti ad altre categorie o che si riconoscono in altre identità.
Difendere la libertà, la pace e le tradizioni
- Dire no a ogni guerra.
- Difendere tutte le libertà che stiamo perdendo: di espressione, di movimento, di decisione, di lavorare e intraprendere una propria attività economica, di difendere il diritto alla proprietà privata dalle espropriazioni dirette o indirette (occupazioni, tasse eccessive, obbligo di rendere “green” le abitazioni, costrizione all’acquisto di auto elettriche, ecc.).
- Combattere la stupidità, la volgarità, la superficialità (ad esempio, della tv spazzatura).
- Proteggere i riferimenti tradizionali (patria, religione, famiglia, cultura, arte, Storia).
- Ribadire l’importanza centrale della coppia eterosessuale, del matrimonio, della fertilità e dei figli.
- Negare il diritto all’utero in affitto.
- Ricordare i doveri, accanto ai diritti, e ribadire – ormai non fa più nessuno! – che, per essere credibili membri di una nazione, non si possono chiedere i secondi senza adempiere anche ai primi.
- Non attribuire ogni reato, ogni delitto, ogni crimine a presunte colpe di stato e società, ma rendersi conto che il Male e la violenza sono congeniti a molti esseri umani e vanno duramente repressi.
- Rispettare le autorità (forze dell’ordine, politici, religiosi), sebbene sia evidente che esistono molte mele marce.
Rapportarsi con gli altri
- Non chiudersi nel settarismo e nella propria “superiorità” o essere spocchiosi e sprezzanti, dissentire con coraggio, ma cercare anche di dialogare con chi non si è reso conto della situazione, parlando con calma ed educazione.
- Tralasciando i punti di contrasto, trovare le consapevolezze e organizzare le azioni comuni con gli altri non “zombizzati”.
- Interagire con il “prossimo” (cioè con chi ci è vicino e non con inutili azioni, dal valore solo simbolico, verso chi è lontano e su cui, pertanto, non è possibile intervenire): salutare, ringraziare, aiutare, essere attenti agli altri; recuperare, pertanto, quel minimo di rispetto (ad esempio, verso gli anziani, i disabili, le donne, i bambini), educazione e galateo che fino al Sessantotto erano diffusi tra tutta la popolazione di tutte le età, nonché amore, affetto, gratitudine.
- Contribuire alla sicurezza degli altri, aprendo gli occhi, osservando, avvertendo, intervenendo.
- Proteggere minori e bambini dalla corruzione (sessualità precoce, diffusione della teoria gender, uso pubblicitario o per show del loro corpo).
- Creare un ambiente comunitario: aiutare e farsi aiutare (famigliari, vicini, ecc.).
E, infine, forse l’obiettivo più difficile, visto che siamo bombardati da continue distrazioni, frammentarietà e da fastidiosa musica (di sottofondo?) persino entrando in un bar, un negozio o al supermercato: riscoprire il valore del silenzio, del tempo dedicato alla riflessione, alla meditazione e al proprio miglioramento spirituale o culturale (leggi pure Le chiese come luoghi di silenzio e meditazione e La divina bellezza del silenzio).
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Rino Tripodi
(Pensieri divergenti. Libero blog indipendente e non allineato)