La grande distribuzione, sicuramente per motivi di mercato, spesso dimentica moltissime varietà pescate nei nostri mari, trascurando le specie che possono garantire notevoli vantaggi sia per il produttore sia per il consumatore. Una di queste è senz’altro la suacia
In Italia esiste un pesce (Arnoglossus spp) molto sottile – simile alla sogliola – volgarmente chiamato in due modi: “suacia” o “zanchetta”. I diversi nomi sono attribuiti soltanto per differenziare il tipo di fondale in cui vivono. Mediamente le misure variano da dieci a venti centimetri, con un peso di circa 150 grammi. Sono venduti al banco, molto spesso come pesce da frittura.
Una vera leccornia per il palato e un toccasana per il portafoglio. La sogliola (il suo più stretto parente) costa in media 26 euro al kg, per la suacia invece, la media varia dai 4 agli 8 euro al kg. Difficilmente lo troverete nel banco del pesce dei grossi supermercati, ma vale la pena ricercarlo nelle classiche pescherie. Le sue carni bianchissime sono a dir poco deliziose e nutrienti. Purtroppo non troviamo molte informazioni riguardo al prezzo, infatti esso non compare nel paniere del servizio sms consumatori 47947, perciò si può solo dire che l’importo varia in base alla zona geografica da cui proviene.
Con il caro carburante e le nuove normative europee, il settore della pesca è stato danneggiato, per cui crediamo sia giunto il momento di aiutare la nostra economia locale. Come possiamo intervenire a riguardo? Intanto, iniziando a conoscere e consumare le molteplici varietà di pesce extratradizionali “locali”. Le classiche spigole o orate, nonostante vengano allevate, hanno raggiunto prezzi elevatissimi. Quindi il vantaggio sarebbe doppio, perché, acquistando il pesce locale, i pescatori verrebbero ripagati di un mestiere che costa molta fatica e le famiglie, visti i bassi costi, risparmierebbero parecchi soldini.
La ricetta: suacia fritta. Ingredienti per quattro persone: 1 kg di suacia; 100 g di farina; sale qb; olio extravergine di oliva; olio per friggere. Pulite le suacie, aggiungete il sale e ungete appena con l’olio extravergine, cosi la farina farà presa sul pesce. Mettete l’olio per friggere in padella e riscaldatelo fino a temperatura, infarinate il pesce e friggetelo il tempo necessario affinché rimanga dorato. In alternativa alla frittura, le suacie si possono cuocere al forno. Il procedimento è identico ma, anziché impanarle con la farina, fatelo con il pangrattato e mettete in forno a 180° per 15 minuti circa.
Uno dei segreti principali, per una buona ricetta di pesce, è senza dubbio la “cottura”. Appena le carni si staccheranno dalla lisca centrale, vorrà dire che il nostro pesce è cotto. Infine, per una volta, possiamo dimenticarci del bon ton: chiedete a un marinaio se il pesce si mangia con la forchetta o con le mani e lui vi risponderà senza dubbi “con le mani”. Buon appetito…
Le immagini: dai siti www.pescefritto.it e www.ricettariocucina.com.
Fabrizio Bensai
(LucidaMente, anno VII, n. 76, aprile 2012)
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