Interessante mostra presso la Wellcome Collection della capitale inglese, con l’esposizione di trecento opere dedicate all’iconografia della morte
Sono circa trecentole opere esposte alla Wellcome Collection di Londra nella mostra Death: a self-portait. Esse provengono dalla collezione americana di Richard Harris e descrivono vari aspetti della morte. Un’esperienza visiva d’impatto, che risulta inquietante, macabra, bizzarra e persino commovente.
La collezione comprende grandi nomi dell’arte e riguarda vari periodi storici, con altrettante tecniche pittoriche e grafiche. Possiamo incontrare le acqueforti di Francisco Goya, la forza figurativa di Albrecht Dürer o, ancora, le incisioni di guerra di Jacques Callot, gli acquerelli di Kawanabe Kyosai, le stampe di Thomas Chambers… Tra le sale possiamo scorgere, inoltre, opere di celebri artisti come Adriaen van Utrecht, William Hogart, James Ensor, Otto Dix, Andy Warhol e Robert Mapplethorpe. Tutti gli artisti presenti hanno cercato di rappresentare la morte sotto molteplici aspetti, attraverso parti anatomiche, in situazioni esplicite o grottesche. Descrivendo la fine della propria esistenza o condizioni che portano a un’analoga conseguenza.
Repulsione, ansia, disagio, dolore: questa è la sfida che lancia l’evento londinese. Una provocazione affascinante che cerca di esorcizzare un tema tanto profondo, quanto temuto dagli esseri umani. Un appuntamento da non perdere, che mette in risalto un aspetto degli artisti magari sconosciuto ai più. E, comunque, chi non ha mai tentato di immaginarsi la propria fine? La forza della creatività consiste nell’affascinante ricerca, per quanto possibile, di una risposta: accade con la scrittura, con l’immagine, con il suono. La mostra sarà visitabile fino a domenica 24 febbraio 2013.
Per ulteriori informazioni, cliccare sui seguenti link: http://www.blitzquotidiano.it/; http://www.guardian.co.uk/; www.wellcomecollection.org/.
Le immagini: due delle opere presenti alla mostra Death: a self-portait di Londra: I quattro cavalieri dell’Apocalisse (1497-98) di Albrecht Dürer (Norimberga, 1471-1528); Vanitas. Natura morta con bouquet e teschio (1642) di Adriaen van Utrecht (Anversa, 1599-1653); e la locandina dell’evento.
Maurizio Piccirillo
(LucidaMente, anno VII, n. 84, dicembre 2012)