Presso Palazzo Albergati, mostra dedicata al celebre pittore, ai suoi figli e ad altri artisti fiamminghi
Apertasi il 2 ottobre 2015, durerà fino a domenica 28 febbraio 2016 la mostra dedicata al pittore olandese Pieter Brueghel. A ospitarla è Bologna, presso Palazzo Albergati, in via Saragozza 28. Prodotta e organizzata da Arthemisia group, è intitolata Brueghel. Capolavori dell’arte fiamminga. L’esposizione è stata curata da Sergio Gaddi e Andrea Wandschneider e patrocinata dal Comune del capoluogo emiliano.
La retrospettiva ci presenta quadri che raccontano la vita di contadini e borghesi, immersi in una natura dettagliata e buia come se si rifiutasse di essere esplorata. Di Pieter Brueghel o, come dal 1559 preferiva essere chiamato, Bruegel, non si sanno né la data di nascita né il luogo (forse Breda?); pittore molto colto e amato ai suoi tempi, non ha mai lavorato per chiese o palazzi, essendo suoi committenti soltanto amici e collezionisti. Pieter Coecke van Aelst fu il suo primo maestro, ma imparò molto dal suo viaggio in Italia intorno al 1551, paese che amò più per i suoi paesaggi legati alle Alpi, al lago Maggiore e ai colli intorno a Roma, che per Michelangelo e Raffaello. Del resto, se quest’ultimo resta famoso per l’armonia, Brueghel lo è per i contrasti e le dissonanze.
Molto vicino a Hieronymus Bosch, soprattutto nel quadro Ghita la folle, Brueghel rappresenta la morte come definitivo annientamento dell’uomo. La sua Torre di Babele, che brulica di vita, è un esempio di superbia punita. Ma il pessimismo bruegeliano si esprime compiutamente nel Paesaggio con seminatore, dove uccelli beccano la semente proprio per sottolineare l’inutilità dell’azione umana. Caratteristici, in questo quadro, i diversi piani, evidenziati dall’utilizzo di colori ben distinti: il bruno in primo piano, il verde in secondo e l’azzurro per il fiume e il cielo che guidano gli occhi verso un piano più lontano e luminoso. I suoi personaggi sono uomini goffi, storpi, mostri. L’uomo balla, si dà alla lussuria, quindi la morte è vicina e la fede non agisce più.
Bruegel il Vecchio vive periodi storici duri, durante i quali la lotta tra protestanti e cattolici è forte e in cui il commercio è fiorente; questo lo si può notare dai suoi disegni puliti di barche e navi. Oltre a lui, in mostra Pieter Brueghel il Giovane e Jan Brueghel, suoi figli, iniziati alla pittura e autori di copie del padre. Soprattutto il secondo, collaboratore di Pieter Paul Rubens, con i suoi fiori rappresentati con grande maestria, racconta di un periodo in cui in Olanda si era disposti a tutto in cambio di un solo bulbo di tulipano. La trappola per uccelli, attribuita a Pieter il Giovane, è invece un olio su tavola in cui le figure, immerse in un paesaggio invernale, pattinano sul lago ghiacciato incuranti del pericolo che incombe, proprio come gli uccelli vicino alla trappola. In mostra anche opere di Abraham Brueghel, Ambrosious Brueghel e Jan Brueghel il Vecchio con allegorie e parabole, il canto degli ultimi e la vita silente.
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 20; il costo dei biglietti è di 13 euro, ridotti 11 euro; è presente un laboratorio didattico per bambini dai 4 agli 11 anni. Per ulteriori informazioni: www.palazzoalbergati.com.
Simona Landuzzi
(LucidaMente, anno XI, n. 121, gennaio 2016)
Ho visto la mostra all’apertura, ma avrei ed ho sottolineato come Lo sguardo dei Brueghel si posi su un’umanità semplice, spontanea, in continuo movimento tra virtù e seduzioni carnali, non mi solo consapevole del dolore e della morte in agguato, ma anche del gusto popolare della vita.
pertanto non li confronterei a Michelangelo ma al Romanino, denso di umanità e popolana,
Pieter Brueghel il Vecchio, con La Resurrezione del 1563: un Cristo longilineo, portatore di luce, che sembra uscito dal pennello di Goya. Risorge in una terra buia , scoscesa, altra, rispetto al paesaggio pianeggiante dei Paesi Bassi.
Con i B. l’attenzione dell’arte si sposta verso il primato della Natura,boschi ombrosi, sfavillio di luci nordiche sullo sfondo, ma in dialogo con la pittura veneziana che si prepara al vedutismo.
B. il giovane celebra le gesta e le avventure di viaggiatori e mercanti,:intorno velieri, navi, piccole imbarcazioni, porti e mare aperto e Viene naturale confrontare questa parte della mostra con l’esposizione a Palazzo Ducale/ Venezia La storia dell’acqua in Laguna che racconta di feste, pranzi popolari e borghesi, insieme ai nobili, ma anche di viaggi per mare, marinai, pescatori e cacciatori sull’acqua, e mille imbarcazioni.
poi i fiori preziosi, sfavillanti e fragili, quindiGli occhi e l’immaginazione de i Brueghel, come per Romanino e il Pitocchetto, sono rivolti con sguardo indulgente verso la vita degli umili, dai risvolti goffi, ma profondamente umani. Non rinunciano a tocchi di satira sul mondo contadino: i personaggi sono semplici , a volte sguaiati, ma sono liberi forme ipocrite di buone maniere, e vivono con genuina spontaneità. Per i personaggi delle storie veneziane il garbo divertito non viene mai meno, pieno di sottintesi, Wan wittel prepara a Guardi , Goldoni Canaletto
tutto questo è vita non morte…
mt
ps amici fiamminghi mi dicoo che in mostra non ci sono i quadri più belli: speriamo vederli dopo questa anteprima
by mt