Ne “La fata fatua e lo psichiatra” (Alpes) di Claudio Roncarati, versi spensierati, briosi, ma anche satirici
Talvolta la letteratura può essere gioco, svago, divertissement. Esercizio utile per fare da contraltare a tanta scrittura “paludata” e seriosa, e tanto più alla poesia, spesso persa entro lirismi esasperati (ed esasperanti), sentimentalismi, lamenti esistenziali, per non dire dei femminei dolori. Ben vengano, pertanto, raccolte di poesia come La fata fatua e lo psichiatra (a cura di Lucetta Frisa, Alpes, 2011, pp. 92, € 12,00) di Claudio Roncarati (già autore nel 2010, presso Alpes, di un’analoga silloge, Manuale di psichiatria poetica).
Chiariamo subito che Roncarati non è poeta di professione, bensì proprio psicoterapeuta e psichiatra in quel di Cattolica-Rimini. Proprio per questo, forse, il suo approccio alla pagina scritta appare giocoso, festoso, vivace… terapeutico, appunto. I riferimenti letterari che vengono subito in mente sono la “buffoneria” di Aldo Palazzeschi, la fantasia scanzonata di Gianni Rodari, il gusto per il calembour di Toti Scialoja. E non si creda si tratti di un genere minore: mai, come in questo caso, è necessaria estrema sapienza nell’uso di scelte lessicali, suoni, ritmi, rime.
Si chiede la curatrice Lucetta Frisa: «Si possono dire verità sgradevoli o addirittura dolorose attraverso un linguaggio che si sottrae alla pensosa serietà dei “poeti laureati”? Si può usare la leggerezza di accento per disinnescare i campi minati della poesia “seria”?». A leggere i testi di Roncarati, sospesi tra un’ironia a volte quasi amara e l’esuberanza della gioia espressiva, tra la satira – anche sociale e politica – e la pura festosità, diremmo proprio di sì. Di seguito proponiamo al lettore, come assaggio, ben dieci componimenti contenuti nella pubblicazione. I primi quattro aventi come spunto il pianeta della psicoterapia, i seguenti quattro la satira politico-sociale del Belpaese. A chiudere, due scoppiettanti filastrocche con giochi di parole.
Psichiatri Altri dispiegano carte e mappe tracciano rotte per le loro flotte che salperanno con i venti in poppa, verso nuove scoperte, alla conquista! Noi siamo quelli dentro le scialuppe incerte, zuppi, navighiamo a vista. Altri procedono con schiene dritte tra le certezze delle scienze esatte. Noi, invece, ci incurvano i ricatti di chi ci vuole guardiani dei matti. Disturbo fobico Ostrica monastica, aspetta la Parusia, lascia fuori dal guscio la vita, il suo struscio. Evita la sporcizia ma pure l’allegria. Lei dice son candida Cattolica e pura. Invece è fobia, nevrotica paura. Somatizzazione dello stress Come in Italia quando piove spesso, la rete idrica non riesce a drenare, sempre puntuale arriva l’alluvione. Così io che somatizzo se mi stresso, la mia mente non ce la fa a pensare va nel corpo l’eccesso di emozione, è una fatica giungere a un recesso con la vescica urente da svuotare. Vale per me, vale per la Nazione urge opera di ristrutturazione. Eiaculazione precoce Avrebbe solo un momento d’esitazione a sbarazzarsi della mestruazione. Signora, non le mento, Lei invidia il fallo. Vuole un monumento, dritta sui suoi tacchi conficcati in pancia ad un gallo ribelle al destino di cappone. In coppia conduce sempre il ballo, ma il coito è breve, suo marito tolto dalla croce per la copula, si vendica, eiacula precoce. Politica sanitaria Come è efficiente la sanità privata, nella pubblicità che fa a sé stessa vi aleggia odore di santità, le peccatrici non trovano all’uopo la pillola abortiva del giorno dopo. Se rende poco cavarti le verruche arrotonda amputandoti falangi dita, della mano che le ha nutrite. È intera l’altra, con quella saluta grato, chi t’ha salvato dall’illibertà che costringe alle cure dello Stato. Addio al Po Bordello l’Italia o quel che ne resta, abbia principio baldoria e festa. Dov’è la Vittoria? S’è tinta la chioma è escort a Roma, e costa un bel po’. Dentro alla coorte non porta più sporte. Non torna più a Rho nei campi sul Po. L’ultimo comunista al mare Turista solo a fine stagione il tuo è l’ultimo ombrellone rimasto sulla spiaggia, protegge dalla pioggia, certo non dal Sole. Tu non sei triste perché sei morto. Il bagnino non se ne è accorto? Pensa che leggi di notte e di giorno? Forse è orbo, vede male, non scorge che hai sempre uguale il foglio di giornale steso sulla faccia (la stessa pagina dell’Unità). Oppure, ti vuole conservare eri comunista: una rarità. Mummia saresti un’attrazione, Mao a Pechino, tu a Riccione. Prostitute in duplice filare È fauna di creature strane pantere-lucciole, chimere nere in duplice filare, Nigeriane ai lati delle strade nelle sere si espongono senza le sottane nelle cosce punture di zanzare- tigre, grosse che mangiano le rane. Sono perplesse le ronde padane: cambia la natura, che ci vuoi fare? Balla il tango delle capinere sempre, come ieri, il puttaniere fa il caschè con clandestine in tanga, dans l’oscuritè paga per godere. Cenerentola a Verucchio Ha calzato la scarpetta e al castello di Verucchio è chiamata per il ballo Cenerentola, servetta cui la magica bacchetta una zucca ha reso cocchio ed un topo, un cavallo. Ma si schianta per la fretta nella valle del Marecchia. Delle perfide sorelle forte s’ode la pernacchia. Miss a Misano La pro loco di Misano fa unconcorso molto bello per eleggere Miss Mano come premio c’è un anello. Un proctologo padano tra chi ha un accento strano vuole eleggere Miss ano. Che xenofoba proposta! Come premio: una supposta.
Le immagini: Claudio Roncarati e le sue raccolte poetiche.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno VII, n. 74, febbraio 2012)
Sono testi ben costruiti, ma a me pare che al giorno d’oggi ci sia poco da ridere…
Michele, grazie del commento….. posso ricordarti “La vita è bella ” di Benigni ? Per me quel film è una grande lezione di vita e di resistenza .
Ciao Claudio Roncarati