L’associazione nata a Catanzaro grazie a Elena Sodano assiste le persone affette da patologie neurodegenerative promuovendo il benessere del corpo e l’importanza delle relazioni affettive
Elena Sodano, 54 anni, giornalista professionista impegnata nel sociale, si rende conto che per cambiare la realtà delle persone svantaggiate non era sufficiente scrivere articoli di denuncia ma bisognava fare qualcosa di più. Da qui un percorso di studi su più fronti: una laurea in Lettere e Filosofia a indirizzo Dams, una specializzazione in danzaterapia, altre due lauree in Psicologia e in Scienze e Tecniche della comunicazione e infine la decisione di fondare a Catanzaro, nel 2002, l’associazione Ra.Gi. Onlus, di cui lei stessa è presidente.
La sigla data all’organizzazione deriva dalla scelta di Sodano di usare i nomi dei due figli: Rachele e Giuseppe. Il primo step dalla nascita della onlus è stato quello di mappare e analizzare i bisogni del territorio di riferimento, Catanzaro, per poi specializzarsi nel settore delle demenze, prendendosi cura delle persone affette da diverse patologie. Nel 2008 l’associazione dà vita al primo centro diurno per persone con Alzheimer, Parkinson e altre forme di patologie legate alla demenza. Al fine di umanizzare le cure, Sodano mette a punto il metodo Teci, ossia una terapia espressiva corporea integrata che, con un approccio sociale e relazionale, riesce a coniugare musica, sguardi, massaggi, ascolto, movimento. Dando centralità al corpo e al contatto, l’obiettivo è quello di creare nuovi canali di comunicazione sul piano affettivo-emozionale tra il terapeuta e il paziente, migliorandone così la qualità della vita.
Per spiegare il metodo Teci, Sodano scrive il libro Il corpo nella demenza. La terapia espressiva corporea integrata nella malattia di Alzheimer e altre demenze (Maggioli Editore, pp. 156, €18,00), che offre spunti di lavoro per diverse attività di formazione in Calabria e non solo, rivolte a professionisti che si occupano a vario titolo di sanità. Il metodo seguito dalla Ra.Gi. si basa su un approccio di tipo relazionale, tale da consentire alle persone affette da demenza di poter vivere una vita il più possibile normale, a contatto con gli spazi urbani e con le comunità locali. In primo piano, dunque, la dimensione esistenziale, sociale, del prendersi cura.
Una scelta messa in campo non solo per i pazienti del centro diurno della città di Catanzaro, lo Spazio Al.pa.de. (acronimo che sta per Alzheimer, Parkinson e altre forme di demenze), ma anche per quelli dell’istituto “Antonio Doria”, nato a maggio del 2018 a Cicala, comunità montana della Presila catanzarese, insignita del titolo di “Borgo amico delle demenze”. Quest’ultima realtà locale è conosciuta anche fuori dai confini regionali, perché qui le persone con demenze compiono attività del tutto quotidiane, come fare la spesa, andare dal fioraio o dal panettiere, passeggiare per le vie del paese, grazie al supporto delle operatrici e degli operatori della Ra.Gi. Il personale lavora infatti secondo un approccio “amico delle demenze”, che ha consentito di inserire Cicala nel percorso Working to become Dementia Friendly Community, nato su impulso della Alzheimer’s Society United Against Dementia e promosso a livello nazionale dalla Federazione Alzheimer Italia.
Quest’ultima ha inoltre di recente approvato il progetto “Catanzaro centro storico comunità amica della demenza”, accolto dall’amministrazione comunale calabrese e sostenuto da un comitato promotore fatto da associazioni e scuole. Una iniziativa che testimonia il riconoscimento dell’operato dell’associazione nei riguardi delle persone con demenze e dei loro familiari, al fine di superare le logiche dei “ghetti”, dell’isolamento, del pregiudizio e della rassegnazione.
Dora Anna Rocca
Le immagini: il logo dell’associazione Ra.Gi. Onlus ed Elena Sodano.
(LucidaMente, anno XIV, n. 166, ottobre 2019)