Il pensiero unico globalista e progressista politically correct salgono sul banco degli imputati in un recentissimo saggio di Alessandro Catto edito da la Vela
Il politicamente corretto di sinistra ha colpito ancora. Qualche settimana fa diversi membri del Centro italiano di Psicologia analitica, con una lettera inviata ai soci, si sono mobilitati per impedire l’intervento del giornalista e scrittore Marcello Veneziani all’interno di un seminario a Siracusa. L’accusa è di essere un ideologo di destra influenzato dal pensiero del filosofo e poeta Julius Evola. Niente di nuovo: capitò qualcosa di simile anche a papa Benedetto XVI. Tuttavia, l’episodio è sintomatico di questi tempi “fobici”.
La vera fobia del presente, infatti, non è tanto quella del diverso, quanto quella nei confronti di ogni pensiero, opinione o individuo non conforme e aderente ai dettami del politically correct – osservati col massimo zelo da coloro che, idealmente, possiamo identificare come radical chic. Agitare un presunto, perenne e diffuso pericolo fascista e razzista, propagandare la superiorità morale e antropologica delle sinistre, assecondare indiscriminatamente qualunque pretesa di diritto, individuale o di “minoranza”, sono solo alcuni dei più tipici atteggiamenti di quella che, ormai da anni e non solo in Italia, è divenuta una vera e propria categoria riconoscibile e, in qualche caso, persino una casta (culturale, televisiva, intellettuale, politica ecc.). Al frasario quasi canonico di cui essa si dota, fa da pendant un incontenibile – e inconfondibile – corredo di saccenterie e armamentari vari per cercare di squalificare preventivamente le alternative al vangelo liberal, progressista e perbenista.
A muovere un’implacabile critica a tale “mondo” ci ha pensato Alessandro Catto, blogger de il Giornale e conosciuto da molti come ideatore della pagina Facebook La Via Culturale. Il suo libro d’esordio, Radical chic. Conoscere e sconfiggere il pensiero unico globalista (Edizioni la Vela, pp. 176, € 12,00), è un vasto sommario dei temi e dei luoghi comuni cari a tutti gli affezionati a una visione che, nel quadro destabilizzante della globalizzazione, finisce per ridurre a equivoco e caricatura il pensiero politico socialista. A ciò si aggiungono poi le aggravanti della superficialità, della presunzione, del moralismo, dell’aura sacrale che alcuni intendono donare a questa specie di ecumenismo di sinistra.
L’analisi caustica e dissacrante di Catto non può così che passare attraverso la demitizzazione di battaglie e personalità considerate fondamentali, da Enrico Berlinguer al feticismo resistenziale e costituzionale, passando per una miriade di fenomeni di adorazione attuati unicamente per costume o, peggio, per interessata ignoranza rispetto alla reale sostanza politica delle cose. Si pensi alla maniera in cui sentiamo spesso tessere lodi indiscriminate all’Unione europea o all’immigrazione, con l’obiettivo di rafforzare una dittatura culturale che ignora i problemi per poter accusare coloro i quali a essa non si allineano – instillandovi vergogna – di essere poco più che trogloditi.
Su questo punto, l’apice della critica dell’autore viene raggiunto nel capitolo L’odio di classe della sinistra liberal, che spazza via le ipocrisie e la malafede dei cosiddetti democratici impegnati a imporre una falsa idea di libertà, che non si applica a chi non viene ritenuto culturalmente alla loro altezza. Il limite principale del saggio, oltre a una certa rigidità orfana dei toni più ironici de La via culturale degli esordi, è probabilmente la fantomatica chiave di lettura marxista. Convincente, invece, l’elogio dell’istruzione professionale e del contatto diretto col mondo del lavoro, a controbilanciare le confuse esaltazioni della generazione Erasmus e di certi dotti cattedratici di casa nostra. Leggendo il libro, in conclusione, si assumerà il miglior antidoto contro i fumi di chi vuol farci credere che, per dormire sonni tranquilli, dovremmo sposare idee che si riducono, semplicemente, nell’avvistare populisti, xenofobi e masse ignoranti ovunque.
Le immagini: “pacata e pacifica” manifestazione anti Trump, la copertina del libro Radical chic. Conoscere e sconfiggere il pensiero unico globalista e una foto dell’autore, il blogger Alessandro Catto.
Christian Corsi
(LucidaMente, anno XII, n. 139, luglio 2017)