I cattolici integralisti, ponendo un veto, si pongono contro i principi democratici e persino in contrasto con la nostra Costituzione
Democrazia è garanzia di rappresentatività e partecipazione. Pertanto, Rete Laica Bologna ritiene preoccupante il veto, posto da parte di associazioni cattoliche, alla partecipazione alla Consulta della Famiglia del nostro Comune di rappresentanti di associazioni omosessuali.
In una comunità democratica è fondamentale il rispetto per la dignità di tutti gli individui che la compongono e compito delle istituzioni garantirne la partecipazione, nella piena applicazione dell’art. 3 della Costituzione. Nel nostro tempo i legami familiari sono cambiati: dove c’è assunzione di responsabilità fra persone, dove c’è cura, dove c’è affetto, c’è famiglia. Questa la nostra concezione della famiglia.
Con lungimiranza nell’art. 29 della Costituzione si parla di famiglia e coniugi senza specificarne generi e tipo. Si dice fondata sul matrimonio, diritto negato agli omosessuali solo in Italia ma riconosciuto nella maggior parte del mondo civile. Art. 29 che escluderebbe di fatto anche le famiglie monoparentali. Vecchie e nuove realtà che hanno di diritto titolo di essere rappresentate.
Rete Laica non comprende il rifiuto di riconoscere realtà consolidate e arrogarsi il diritto dell’esclusione di alcuni alla partecipazione politica pare una pretesa non giustificata, espressione di intolleranza e discriminazione. La Consulta della famiglia deve rappresentare tutte le istanze, tutte le realtà della nostra città. Non solo quelle che piacciono alla Curia.
Le donne e gli uomini di Rete Laica Bologna
(LucidaMente, 8 dicembre 2011)