Riflessi del tempo. Saggi filosofici e storici (inEdition editrice/Collane di LucidaMente, pp. 154, € 12,50 – secondo volume della collana di saggistica Gli itinerari del pensiero) di Giuseppe Licandro raccoglie una serie di articoli pubblicati negli ultimi cinque anni dallo studioso su varie riviste, soprattutto telematiche, che hanno vivacizzato il panorama culturale italiano. L’autore affronta argomenti di vario tipo, spaziando dalla riflessione su alcuni grandi filosofi del passato a tematiche politico-sociali di stretta attualità, ripercorrendo così alcuni fra i momenti più significativi della storia della cultura, soprattutto moderna e contemporanea.
La prima parte del libro si presenta come una sorta di percorso storico-filosofico, che, partendo dal pensiero del monaco calabrese Gioacchino da Fiore, si inoltra nelle trame della modernità, riproponendo personaggi di grande valenza culturale come Tommaso Campanella, Immanuel Kant, Bertrand Russell e Ludwig Wittgenstein, fino ad affrontare il dibattito epistemologico contemporaneo e alcuni significativi problemi di bioetica che animano il confronto fra laici e cattolici.
La seconda parte dell’opera contiene alcuni scritti a carattere storico che trattano rilevanti questioni sociali ed economiche che sono tuttora oggetto della ricerca storiografica e delle discussioni politiche. L’ultimo saggio, ad esempio, affronta il tema controverso della pena di morte e della sua abolizione.
Riflessi del tempo si segnala anche per un altro pregio non trascurabile: presenta e commenta una miriade di libri, con una serie di rimandi che dischiudono un orizzonte pressoché illimitato di stimoli alla lettura.
L’opera è preceduta da un’Introduzione del noto giornalista e storico Fulvio Mazza.
Eccone il testo, per intero, di seguito.
La ricerca filosofica, storica e letteraria si dipana nel tempo secondo prospettive che mutano di continuo e che ne indirizzano gli orientamenti culturali verso esiti talvolta inattesi.
Spesso riemergono dal passato figure e problematiche che sembravano ormai desuete, come se la storia si muovesse con un percorso circolare, piuttosto che lineare, secondo un’intuizione che fu degli stoici e che è stata ripresa nella cultura contemporanea da Friedrich Nietzsche.
Volgere il proprio sguardo all’indietro mentre si procede verso il futuro – come fa l’angelo nel famoso quadro Angelus novus di Paul Klee – può permettere, infatti, di comprendere meglio il presente alla luce di ciò che è stato, senza per questo incorrere necessariamente in stucchevoli “revisionismi” di sorta, ma tenendo ben presente la lezione dell’ermeneutica, la quale ci rammenta che ogni fatto o testo può essere continuamente riletto e reinterpretato in base a una diversa Weltanschauung che sia in grado di coglierne aspetti e sfumature precedentemente trascurati.
È questo l’intento con cui Giuseppe Licandro ha deciso di pubblicare Riflessi del tempo, una raccolta di riflessioni, articoli e saggi da lui scritti nell’ultimo quinquennio, frutto di una cospicua collaborazione con alcune riviste che hanno caratterizzato il recente panorama editoriale nazionale, anche attraverso i nuovi mezzi di comunicazione di massa come Internet.
Ci riferiamo, in particolare, alle riviste Rnotes e Scriptamanent.net, pubblicate dalla casa editrice Rubbettino, direfarescrivere e Bottega Scriptamanent, prodotte da Bottega Editoriale, e LucidaMente.com, edita dalla inEdition editrice. Si tratta in diversi casi, e lo sottolineo anche con un pizzico d’orgoglio, di riviste dirette dal sottoscritto.
L’autore, nei suoi scritti, affronta tematiche di vario genere, che spaziano dalle riflessioni di alcuni grandi pensatori del passato ad argomenti di maggiore attualità, seguendo un percorso diacronico che ripercorre taluni fra i momenti più significativi della storia della cultura, soprattutto dell’età moderna e contemporanea.
Il filo conduttore sotteso a questa raccolta va individuato principalmente nel senso di storicità e relatività dei punti di vista che accomuna i saggi che la compongono, attraverso i quali si vuole recuperare la memoria di personaggi e di avvenimenti del passato, provando però nel contempo a considerare le incognite del presente e a proiettarsi in fieri verso le prospettive future dell’umanità, secondo l’assunto per cui, nonostante l’indubbio progresso scientifico e tecnologico, la specie umana continua a vivere nell’incertezza e nella lacerazione ed è alla ricerca affannosa di valori identitari costitutivi del suo essere sociale.
La prima parte dell’opera si presenta come un percorso storico-filosofico, che prende le mosse da uno degli ultimi esponenti del pensiero medievale, il monaco calabrese Gioacchino da Fiore, per poi inoltrarsi nelle pieghe della modernità, attraverso autori di immenso spessore culturale quali Tommaso Campanella, Immanuel Kant, Ludwig Wittgenstein, Bertrand Russell, fino a toccare il dibattito epistemologico contemporaneo e alcune scottanti questioni di bioetica.
Gli ultimi due scritti della prima sezione, infatti, sono dedicati, rispettivamente, al rapporto tra l’uomo e il mondo degli animali nell’ambito della cultura filosofica occidentale e ai temi dell’eutanasia e delle cure dei malati terminali, che tante discussioni hanno recentemente sollevato.
La seconda parte del libro raccoglie diversi saggi a carattere storico che affrontano alcune rilevanti questioni politiche e sociali emerse nel recente dibattito storiografico.
Partendo dalla ricostruzione della storia dell’idea di Europa, l’autore prende poi in esame la genesi e il significato odierno del concetto di democrazia, analizzando quindi svariati argomenti inerenti alle vicende storico-politiche del XX secolo.
L’ultimo scritto, infine, si sofferma ad esaminare il controverso problema della pena di morte, alla luce della risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali che l’Italia ha presentato con successo lo scorso anno all’Assemblea generale dell’Onu.
L’opera, al di là dei singoli contributi che costituiscono pur sempre un valido spunto per conoscere o approfondire vari temi specifici, presenta anche un altro pregio niente affatto trascurabile: l’autore commenta, spesso sotto forma di recensione, una miriade di altri libri, fornendo così al lettore l’occasione per scoprire nuovi testi da consultare o per richiamare alla mente letture già fatte.
Si tratta, in sostanza, di un vero e proprio “invito alla lettura” che vuole valorizzare l’importanza che i libri rivestono nella vita di ciascuno di noi, senza per questo sottovalutare altre modalità di comunicazione e di informazione considerate “più moderne”.
Nell’epoca in cui viviamo – nella quale, nonostante l’attività editoriale sia in continua espansione, il numero di lettori stenta a crescere e l’attenzione del pubblico si orienta sempre più verso forme “visive” oppure “orali” di trasmissione del sapere (televisione, dvd, radio, eventi culturali di massa, ecc.) – ci pare significativo sottolineare l’importanza di leggere un libro che “propone” altri libri, con una serie di rimandi che dischiudono un orizzonte pressoché illimitato di stimoli e di “fonti scritte” cui attingere.
(Fulvio Mazza, Introduzione a Riflessi del tempo. Saggi filosofici e storici di Giuseppe Licandro, inEdition editrice/Collane di LucidaMente)
L’immagine: la copertina del libro di Licandro.
Francesca Gavio
(LM Extra n. 13, 15 dicembre 2008, supplemento a LucidaMente, anno III, n. 36, dicembre 2008)