Una breve guida alle attrazioni turistiche della città calabrese: il castello di Nicastro, l’abbazia benedettina di Sant’Eufemia Vetere e le terme di Sambiase
Lamezia Terme è una cittadina nata nel 1968 dall’unione di tre paesi: Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia. Si trova in Calabria, nella Provincia di Catanzaro, e ha 71.324 abitanti. La città, situata nella piana di Sant’Eufemia, ha una posizione privilegiata in quanto poco distante dal mare e dai monti. È sede di un aeroporto internazionale e vanta una rinomata coltivazione dell’olivo. L’avvocato nicastrese Giuseppe Antonio Scaramuzzino nel 1803 scrisse una dotta monografia, di cui fu pubblicata nel 1898 una seconda edizione, riveduta, dal titolo: Memorie istoriche riguardanti Nicastro. In essa egli sostenne che «Nicastro sia stata città della Magna Grecia ne’ tempi antichi, e che continuato avesse ad esser greca, […] un antico tempio di Castore […] e la denominazione greca di taluni luoghi della città e del territorio, ce ne rendono persuasi. Molte greche parole trovansi mischiate nel dialetto della città, e tra gli altri luoghi tuttavia vi sono i seguenti, che portano il greco nome, cioè Calia, Cassieni, Magolà, Lagani, Carrà, Scinà». Il sacerdote Antonio Fiore, parroco della Chiesa di Santa Maria Maggiore, in Risposta a Cenni storici sui confini parrocchiali della Cattedrale (in cui contestava le tesi di un altro parroco, Domenico Bianca), nel 1924 scrisse: «Nicastro venne su pel disastro e per la fine di una grande città vicina: nel ridente Golfo Lametico (S. Eufemia) esisteva l’antichissima città di Lamezia».
La nascita di Neocastrum e i Normanni – Secondo Fiore, quando Lamezia fu soggiogata (dai Crotoniati prima, dai Siracusani poi), gli abitanti per mettersi al sicuro si spostarono verso nord, su un’altura alla cui cima edificarono una rocca, con attorno casupole e «la denominarono Neocastrum o Neocastren, ciò che vuol dire Nuovo accampamento». Il sacerdote lametino mise poi in risalto il periodo di prosperità goduta da Nicastro nel periodo normanno: «I Normanni operarono a Nicastro tanto bene: restaurarono il castello, ridotto in miserevole stato dai precedenti movimenti tellurici». I fratelli d’Altavilla, Roberto il Guiscardo e Ruggiero, nel 1062, in località Terravecchia, nei pressi di Sant’Eufemia Lamezia, fondarono una chiesa con annessa abbazia benedettina, che serviva da rifugio nel caso di incursioni di pirati nel golfo di Sant’Eufemia.
L’abbazia benedettina e i violenti terremoti del 1638 e del 1783 – Sotto Federico II, questa abbazia conobbe un periodo di declino; completamente distrutta dal violento terremoto del 1638, fu ricostruita nuovamente sulla collina di Sant’Eufemia Vetere, a breve distanza dal luogo in cui prima sorgeva, ma, dopo il terremoto del 1783, fu abbandonata. Gli imponenti resti del complesso monastico – seconda abbazia normanna dopo quella di Santa Maria della Martina (1059-1061), situata nei pressi di San Marco Argentano – sono interessati dagli anni Settanta da scavi archeologici a cura della Soprintendenza alle antichità della Calabria, con la quale collaborano anche studiosi locali. La chiesa conserva dell’antica struttura due pregevoli colonne in marmo situate sul piazzale, possenti muraglie e una lastra marmorea con epigrafe in latino. L’abbazia, oggi ristrutturata, viene utilizzata nel periodo estivo come scenario di importanti rappresentazioni teatrali.
Le terme Caronte – Lamezia offre anche un patrimonio termale non indifferente: interessante per il turista, ma soprattutto per chi vuole usufruire dei benefici delle acque termali, è la visita allo stabilimento Caronte, struttura termale appartenente dal secolo XVIII alla famiglia Cataldi, le cui acque sulfuree vengono utilizzate per la cura di molte malattie dermatologiche, veneree, respiratorie. Per saperne di più, si visiti www.termecaronte.it.
Il Castello – Di indiscusso interesse è la visita ai resti del Castello normanno-svevo. In epoca normanna, su una struttura preesistente probabilmente bizantina, venne edificato il castello con lo scopo di proteggere la piana lametina e qui fu ospitato anche il pontefice Callisto II, giunto a Nicastro per dirimere la controversia tra i due principi normanni: Ruggiero, conte di Sicilia, e Guglielmo, duca d’Italia. In epoca sveva, fu Federico II che restaurò il castello. Qui tenne prigioniero il figlio ribelle Enrico di Svevia, detto lo Sciancato.
Palazzi storici della città – I palazzi storici della città sono stati recentemente restaurati e riportati agli antichi splendori: Palazzo Nicotera con la Biblioteca Comunale, Palazzo Panariti, Palazzo Blasco, il Complesso Monumentale San Domenico con all’interno il Museo archeologico. Sarà inoltre possibile visitare anche il Palazzo del seminario vescovile, ora sede dell’Archivio, della Biblioteca e del Museo diocesani.
Le immagini: il castello, i ruderi dell’abbazia, le terme.
Dora Anna Rocca
(LucidaMente, anno VII, n. 80, agosto 2012)
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