Un grido di dolore da parte di chi lavora nel settore. A ritmi disumani e con perdita della dignità. Ma, se tutto va bene, il merito se lo prendono dirigenti e burocrati
Sono anni che chi lavora nel campo della Sanità (medici, infermieri e operatori sociosanitari) lancia l’allarme. Si tratta di migliaia di uomini, donne e giovani che hanno perso la loro stessa dignità di lavoratori. Abbiamo fatto quanto era possibile, abbiamo firmato appelli, abbiamo incontrato istituzioni. Tutto è risultato assolutamente inutile, con energie sprecate e tempo perso.
Ogni giorno e troppo spesso siamo umiliati da burocrati che di Sanità capiscono ben poco. La realtà sanitaria dirigenziale è intrisa di egoismo e di ipocrisia che emergono in molte occasioni, talora di nascosto per mascherare l’evidenza. Prevale l’interesse del presente rispetto al futuro nel quale vivranno le nuove generazioni. Per la società e la politica italiana gli operatori sanitari sembrano diventati invisibili. Sui mass media di legge di tutto tranne che di Sanità. Nei reparti siamo obbligati a doppi turni estenuanti, non sappiamo quando smonteremo dal turno. L’utilizzo del diritto alle ferie rappresenta un problema. Se qualcuno si ammala, arriviamo assurdamente a litigare fra noi.
La cosa che più avvilisce – dopo che si cerca di svolgere il proprio lavoro con professionalità, onestà e umanità – è quando qualche dirigente ti incolpa pure di esserti ammalato e ti deprime con frasi tipo “come devo fare con te”, “i tuoi colleghi sono costretti a fare i doppi turni”, ecc. Si tratta di atteggiamenti profondamente sbagliati, che calpestano il senso della giustizia nel lavoro, l’assenza della quale provoca vergogna.
Occorre sapere che “doppio turno” significa che a volte un lavoratore della Sanità è presente dalle 7,00 alle 13,00, e poi va a casa. Poi, alle 19,50 dello stesso giorno, riprende il lavoro, fino alle 7,15 del giorno successivo. Su ventiquattr’ore, ne lavora diciassette, se non più; le altre sette le impiega per il tragitto casa-ospedale, per accudire i figli, per mangiare, per fare la doccia, per un indispensabile breve riposo, poiché, altrimenti, non regge. Pochi altri lavoratori sono costretti a tour de force di questo tipo.Contando sulla sensibilità, chiedo di rendere noti questi problemi, con la speranza che “qualche sordo cominci a sentire…”
Nel frattempo, proprio in questi giorni, è apparsa notizia che il Sant’Orsola di Bologna è la «migliore Azienda ospedaliera in Italia per efficienza nell’utilizzo delle risorse, efficacia clinica e cura del rapporto con i pazienti». Ne sono molto lieto. E credo che il merito vada riconosciuto soprattutto ai lavoratori.
Carmine Naldi – candidato al Consiglio comunale di Bologna e al Consiglio del Quartiere San Donato-San Vitale nella lista civica Bologna Viva
(LucidaMente, anno XI, n. 125, maggio 2016)
Grazie per il toccante intervento.
Purtroppo sfruttamento e perdita di dignità riguardano ormai tutti i lavoratori. Parlo come docente… ma la questione vale anche per molti altri del pubblico impiego…