Il Comitato dei cittadini per i diritti umani lancia un appello: attenzione alle diagnosi “facili” di malattie mentali su chi non ama conformarsi. Abbiamo raccolto in questo articolo le motivazioni dell’allarme dell’associazione
Spesso ci è stato insegnato, suggerito o raccomandato di non uniformarci alla massa, di pensare con la nostra testa, di non essere schiavi di gesti o abitudini comuni; in altre parole, di non essere “pecoroni” al seguito del gregge e di sviluppare un personale (e sacrosanto) senso critico su ciò che ci circonda. Tuttavia, andare “controcorrente” rischia di essere definita una patologia mentale e tale posizione ha messo in allarme il Ccdu (Comitato dei cittadini per i diritti umani Onlus – legato a Scientology), che lancia pesanti accuse contro le diagnosi “facili”.
«Oggigiorno la psichiatria è diventata fonte di corruzione, in modo particolare il tipo di corruzione che vorrebbe demonizzare e dichiarare malato chiunque si discosti dalla norma comunemente accettata. La cosa risalta subito da una lettura del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, in cui chiunque non si uniformi a quanto giudicato “normale” dalla classe dominante viene etichettato malato mentale»: tanto si legge nella nota del Comitato, che precisa come diagnosi spesso soggettive inquadrino il rifiuto di conformarsi al “gregge” alla stregua di un Disturbo oppositivo provocatorio (Dop) e colleghino disobbedienza e ostilità al Deficit d’attenzione e iperattività. Il timore è che tali definizioni possano essere generiche, non realmente supportate da dati di natura medica e che ogni comportamento personale percepito come indesiderabile o strano potrebbe allora essere etichettato come Dop. Alla luce di ciò, secondo il Comitato, anche i bambini che litigano con i fratelli o sono in disaccordo con i genitori, dunque, rischierebbero di essere ritenuti malati.
La ribellione, poi, non è sempre fine a se stessa e non è solo un atteggiamento provocatorio; spesso è anche un modo per esprimere il proprio diritto d’opinione. L’obiezione del Ccdu nasce dalla genericità della definizione di Dop – secondo la quale qualsiasi comportamento inconsueto e “opposto” allo status quo sarebbe patologico – e valuta il rischio di inciampare in grossi equivoci. Una delle argomentazioni del Comitato verte sulle grandi menti del passato, come Galileo Galilei o Albert Einstein: in quanto geniali, erano per forza affetti da disturbi o soggetti psichiatrici?
Un altro pericolo segnalato dall’associazione è la conseguenza estrema della leggerezza di una diagnosi Dop, ovvero la possibilità che questa possa intaccare anche la libertà di parola e il diritto al dissenso politico. In un articolo del 2002 pubblicato sul Journal of American Academy of Psychiatry and Law, il professor Richard J. Bonnie, ordinario di Diritto e direttore della Facoltà di Legge dell’Università della Virginia, ricordò come nel corso della storia si siano più volte verificati casi di incarcerazione psichiatrica di persone sane, colpevoli di essere contro il regime, soprattutto nell’ex Unione Sovietica e in Cina: «Una forma di repressione particolarmente pericolosa, perché usa i potenti mezzi della medicina come strumenti di punizione», così violando i diritti umani. Avvalendosi di questi esempi, il Comitato attribuiscela leggerezza, con cui, se non si segue la massa, si parla di patologia mentale, al meccanismo che la psichiatria metterebbe in atto oggi nell’Occidente democratico.
Una presa di posizione forte, irrobustita da un appello: «Il Comitato dei cittadini per i diritti umani raccomanda di informarsi attentamente, di non accettare facili diagnosi psichiatriche sia per se stessi sia per i propri figli, ma richiedere accurate analisi mediche. È possibile visionare un estratto del video-documentario che denuncia come le diagnosi del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali siano completamente prive di criterio scientifico e siano basate su opinioni; chiunque può essere etichettato come malato mentale ed essere soggetto a “trattamenti” pericolosi e potenzialmente letali». Il contributo video è visibile al link: https://www.youtube.com/watch?v=FzBAD84WV94.
Per saperne di più si può contattare il Comitato dei cittadini per i diritti umani Onlus all’indirizzo email info@ccdu.org o visitare il sito www.ccdu.org.
Maria Daniela Zavaroni
(LucidaMente, anno IX, n. 102, giugno 2014)