Frazioni epifaniche, straniate screziature biologiche, successioni di invenzioni stralunate, eterogenei accumuli di vite, criptici relitti di pagine lacerate… in questi e in altri mille modi possono definirsi le biografie immaginarie, dal maestro argentino Jorge Luis Borges (e Adolfo Bioy Casares) in avanti. Un gioco intellettualistico e illusionistico, colto e affabile al contempo, in cui si cimenta anche il nostro amico Francesco Cento.
Dopo aver letto nel n. 54 di LucidaMente la sua vita di Coppo di Goffo-Pittore, leggiamo quella di un trasgressivo – ma anche furbo – musicista contemporaneo: Le nuove frontiere della musica: Sebastiano Della Tiorba.
Nasce a Milano il 29 settembre 1949. Viene avviato alla musica dal padre Pasquale, famoso compositore di colonne sonore, che gli dà i primi rudimenti di armonia e contrappunto. Iscritto al conservatorio della città natale, quale naturale sbocco del talento precoce, studia composizione col maestro Alessandro Canone Inverso e organo col celeberrimo Hugues Dulcimer. Finiti gli studi, si dedica alla composizione cameristica e, contemporaneamente, all’attività di organista del Duomo di Milano (1979). Nel 1989 abbandona il lavoro di organista per rivolgersi alla musica sperimentale che, dopo varie, interessanti esperienze, abbandona, ricercando altre vie di comunicazione musicale.
Ma è negli anni Novanta, con l’avvento dei telefonini, che Della Tiorba ottiene un enorme successo di pubblico e di critica dedicandosi alla composizione di melodie e ritmi per suonerie da telefoni cellulari. Dapprima con composizioni di brevi battute (quattro o cinque al massimo) fino ad arrivare all’attuale produzione di suonerie da trenta-quaranta battute che si avvicinano ancor più alle esigenze di un pubblico sempre più attento ai richiami sonori del telefonino portatile, che divengono uno status symbol non solo economico ma, soprattutto, culturale. Avere una suoneria firmata Sebastiano Della Tiorba diventa perfino rassicurante in relazione alla comunicazione musicale ambientale (sul treno, in autobus, nelle piazze, per strada). L’ultima produzione del compositore si protende verso orizzonti fino ad ora mai sperimentati, accostando la composizione musicale con la produzione diretta di telefoni cellulari, in maniera da facilitare quel connubio tra musica e tecnologia che affascina enormemente il pubblico di ogni età e stato sociale. Non solo in quanto frutto della ricerca artistica, ma soprattutto risultato della ricerca di mercato che ricade direttamente sul versante commerciale della sperimentazione.
Dai primi modelli di cellulare a una ottava (detto anche “cellulare ottavino”), si è passati ai cellulari a due, a due ottave e mezza e, addirittura, a tre ottave (i famosi armonium-cellulari di nuovissima generazione) che permettono di ottenere scale di suoni ulteriormente variegati e dalla complessa struttura contrappuntistica (quali fughe, canoni, gighe, passacaglie). Inoltre, attraverso le indicazioni agogiche (allegro, adagio, ecc.) e dinamiche (pianissimo, piano, forte, ecc.) Della Tiorba ha elaborato fantastiche composizioni in grado di individuare la tipologia dell’interlocutore in linea: i parenti, gli amici, i conoscenti, il lavoro, lo svago, i seccatori ecc., permettendo all’utente telefonico di individuare, semplicemente attraverso la musica della suoneria, chi è colui o colei che sta chiamando ancor prima di leggerlo sul display. Non solo, ma tale sistema permette di ottenere, nell’utente telefonico, l’acquisizione dell'”orecchio assoluto” con variazioni nell’ordine di un semitono che differenziano (e nello stesso tempo individuano) la tipologia musicale legata a un interlocutore, stimolando nell’utente il conseguimento di tale capacità.
All’attività puramente commerciale, quasi un Muzio Clementi dell’era contemporanea, Della Tiorbia abbina quella di compositore di musica cameristica e sinfonica. Tra le sue numerose composizioni ricordiamo: una suite per telefonino cellulare solo e orchestra d’archi sul tema Mamma mia, dammi cento lire (1998), l’orecchiabile Sinfonia per cellulare, martello e timpano detta Degli Altri (1999) e il Concerto in La Bello Molle Maggiore per tre cellulari, fischio del treno e clacson d’autobus nell’ora di punta, meglio conosciuto come Della pazienza perduta (2003).
(Francesco Cento, Le nuove frontiere della musica: Sebastiano Della Tiorba)
L’immagine: particolare de Il teatro di Lilliput ovvero Le carillon cassè (2005; terracotta, legno, ottone, vetro; Recco, Collezione privata) dello stesso Francesco Cento. Per ammirare altre opere di questo notevole artista, si può navigare nel suo sito personale: www.francescocento.it.
Jessica Ingrami
(Lucidamente, anno V, n. 56, agosto 2010)