Secondo la mitologia del Nord Europa, gli elfi sono esseri che abitano i boschi, amanti della natura e degli animali. Proprio a questa tradizione si ispira lo stile di vita del Popolo degli Elfi, collettività che, dagli anni Ottanta, abita l’Appennino pistoiese.
Localizzazione e abitazioni – Attualmente sono presenti diversi nuclei nella zona, giacché nella stessa comunità ci sono case distanti anche un’ora di cammino le une dalle altre. La comunità, sita nei pressi di Sambuca Pistoiese, è nata dall’occupazione di terre boschive e ruderi abbandonati da diversi decenni. La maggior parte delle case, in pietra, sono raggiungibili solo a piedi. Non vi sono allacciature per la corrente elettrica, e la cucina e il riscaldamento sono a legna. Alcune case sono munite di pannelli solari, tuttavia, essendo una zona boschiva, i raggi solari non penetrano al cento per cento tra gli alberi e l’apporto di luce, e quindi di elettricità, è scarso. Per l’approvvigionamento di acqua ci si reca alle sorgenti con bidoni, all’interno dei quali poi è conservata. In casa ci sono i rubinetti, e quando si devono lavare i piatti si devia l’acqua grazie a rudimentali tubature. Non è presente un solo televisore in tutta la comunità, né elettrodomestici o altri confort.
Un affitto di 300 euro annui – Alcune case sono dotate di compost toilet, struttura per lo più in legno, costruita come una palafitta in discesa, dove si raccolgono le defecazioni, che si lasciano compostare gettandovi paglia o felci; il compost, concime naturale ottenuto dai rifiuti organici, viene poi utilizzato per fertilizzare i campi. Altri elfi, però, non dispongono nemmeno del compost toilet: in questo caso si armano di zappa e carta igienica, cercano un luogo appartato e scavano una piccola buca. Il Popolo degli Elfi conta circa duecento persone, le quali pagano in totale trecento euro annue di affitto per la terra dove vivono, 1 euro e 50 centesimi a testa. I proprietari della zona avevano abbandonato la loro terra da anni senza preoccuparsene. Al momento dell’occupazione nel 1980 hanno visitato i nuovi occupanti e non si sono opposti alla loro permanenza. Gli edifici di casa Sarti, il nucleo principale della comunità, sono di proprietà della Comunità montana degli Appennini pistoiesi, che li ha concessi agli elfi in comodato d’uso, in quanto disabitati e abbandonati da diversi anni.
La condivisione – Uno dei principi ispiratori della comunità è la condivisione, riscontrabile sia a livello sociale sia economico. Ci si ritrova “attorno al cerchio”, simbolo di perfetta democrazia, per parlare del proprio quotidiano, dei propri problemi e di tutto ciò che si fa e accade negli ecovillaggi: vita di comunità, recupero del territorio, agricoltura biologica per l’autosufficienza, scambio delle sementi e delle piante autoctone, medicina alternativa, lavori artigianali, turismo responsabile. Nel “cerchio” tutti possono prendere la parola ed esprimere la propria opinione, anche i bambini. Non ci sono capi, a comandare è solo il rispetto reciproco e una tacita collaborazione. A livello economico la comunità possiede una cassa comune per i bisogni complessivi, per acquistare quegli alimenti e beni che non autoproduce. Ogni villaggio dispone di una cassa collettiva per le spese quotidiane e anche ogni famiglia ha la propria cassa per soddisfare le esigenze dei singoli individui. Ogni elfo mette a disposizione della comunità la propria professionalità e le proprie abilità. Essendo un ecovillaggio prevalentemente rurale, le attività principali sono l’agricoltura e l’allevamento, finalizzati all’autosostentamento. Non mancano la raccolta della legna per la cucina e il riscaldamento e per la ristrutturazione delle case ancora diroccate. Inoltre, in base alle capacità e abilità dei membri della comunità, si organizzano laboratori di vario tipo, dalla ceramica alla fabbricazione di scarpe e sandali in pelle. Le attività e gli impegni non mancano, ma sono piuttosto disorganizzati: si vive alla giornata.
Caratteristiche del Popolo degli Elfi – Gli elfi hanno età comprese tra gli 0 e i 60 anni circa. I primi figli concepiti all’interno della comunità ormai sono maggiorenni. Sembrano felici di essere cresciuti tra gli Appennini con poche comodità a disposizione, affermano con orgoglio di essere elfi e di non nasconderlo né a scuola né agli amici. Sui volti di alcune donne, moltissime giovani mamme, si legge un po’ di fatica, probabilmente il risultato della mancanza di comodità e della vita rurale. Tuttavia la maggior parte degli abitanti della valle degli elfi è serena, ed esterna la propria felicità con danze e canti. Alcuni di loro praticano il nudismo, altri passeggiano col pareo, altri ancora portano i dreadlocks; i bambini hanno i capelli corti con il codino.
Istruzione – Le famiglie hanno l’ultima parola in fatto di educazione dei figli. Talune hanno deciso di educare i figli all’interno della comunità, altre li mandano regolarmente alla scuola pubblica, con un po’ di sacrifici da parte dei bambini, in quanto, a causa della distanza dal paese dove si recano a scuola, Treppio, debbono svegliarsi molto presto. Inoltre le difficoltà aumentano durante l’inverno, periodo nel quale spesso le strade per scendere in paese sono impraticabili anche con la jeep. Recentemente è stato costruito coi metodi propri della bioedilizia un edificio che verrà adibito a scuola, o meglio a centro culturale polivalente. Essa è stata riconosciuta dal Comune e dalla Direzione didattica locale come scuola sussidiaria. Inoltre è nata una collaborazione fra la Comunità degli Elfi e i due enti e, in quanto, per permettere che la scuola di Treppio possa rimanere aperta e affinché ai bambini possa essere impartita anche l’educazione propria della comunità elfica, si è pensato a una scuola a metà: metà del tempo nella scuola pubblica e metà autogestito all’interno della comunità. I bambini alla fine dell’anno danno gli esami come privatisti, dimostrando ottime conoscenze delle stelle e della natura ed eccellenti capacità in diversi arti e mestieri. La scelta di mandare i figli alla scuola pubblica è giustificata anche dal fatto di poter permettere loro di conoscere altri stili e modi di vita, per poter scegliere alla maggiore età quello più consono alle proprie aspettative e al futuro.
Una scelta di vita – Le motivazioni che spingono una persona a diventare un elfo sono diverse, ma tutte riconducibili all’amore e al rispetto per la natura e al rifiuto della società attuale. Per questo essi cercano il più possibile di rendersi autonomi e di mantenersi con le proprie colture, animali e laboratori, per ridurre il più possibile i contatti e gli scambi con il mondo capitalista. La loro è una scelta radicale senza mezzi termini e misure e non scendono facilmente a compromessi, a meno che non si tratti dei propri figli, per mostrare loro, come detto in precedenza, l’altra faccia del mondo.
L’immagine: casetta da… elfo.
Francesca Gavio
(LucidaMente, anno III, n. 36, dicembre 2008)