Le misure adottate dal governo Monti accrescono ancora una volta la pressione fiscale, senza tuttavia puntare a rilanciare la produzione e i consumi
Le “lacrime” sono già arrivate. Le ha versate il ministro del Lavoro Elsa Fornero, colta dalla commozione mentre, insieme al premier Mario Monti, illustrava i termini del “decreto salva-Italia”. Tra poco arriverà anche “il sangue” che, metaforicamente parlando, sarà versato dai contribuenti italiani, a partire dal 2012. La manovra da 30 miliardi di euro, approvata dal Consiglio dei ministri domenica scorsa, si presenta come una stangata che costerà a ogni famiglia italiana circa 635 euro nel triennio 2012-2014, lasciando presagire una fase di recessione economica e di ulteriore impoverimento della popolazione. Vediamo di seguito le principali misure economico-sociali adottate dal nuovo governo.
Le note dolenti riguardano anzitutto le pensioni e le tasse sulla casa. Per conseguire la pensione di vecchiaia dal 2012 bisognerà aver compiuto 66 anni per gli uomini e 62 per le donne, mentre per aver diritto alla pensione di anzianità occorrerà aver raggiunto 41 anni (donne) e 42 anni (uomini) di contributi previdenziali versati. È previsto poi il blocco della rivalutazione annuale delle pensioni e il passaggio al sistema contributivo per tutti i lavoratori attualmente in servizio. Sarà poi reintrodotta l’imposta del 4 per mille sulla prima casa (Imu), con una detrazione di 200 euro e la possibilità per i comuni di incrementarla o diminuirla del 2 per mille. Per le seconde case l’aliquota sarà elevata al 7,6 per mille, ma anche in questo caso i comuni potranno incrementarla o ridurla del 3 per mille. Il valore catastale degli immobili verrà automaticamente rivalutato del 60% rispetto alle stime attuali, con un sensibile aumento delle imposte da pagare.
Sul fronte del fisco nel 2012, avremo soprattutto l’innalzamento dell’addizionale regionale Irpef, che passerà dallo 0,9% all’1,23%, mentre non ci sarà alcun aumento delle aliquote per i redditi più alti. Il prezzo della benzina crescerà, a causa della norma che consente alle regioni di elevare di un centesimo le accise sui carburanti (per finanziare il trasporto pubblico). Nel secondo semestre del 2012 è previsto anche un possibile aumento di due punti in percentuale dell’Iva, che quindi potrebbe salire al 12% e al 23%. Sulle auto di grossa cilindrata si pagherà un bollo più alto a partire da 170 Kw (20 euro a Kw); i proprietari delle barche di lusso saranno obbligati a versare una tassa giornaliera per il loro stazionamento, mentre gli aeromobili privati saranno tassati con un’imposta erariale. Aumenterà pure l’imposta di bollo su conti correnti, titoli, polizze sulla vita, fondi immobiliari e verrà riscosso, una tantum, l’1,5% sui capitali rientrati in Italia tramite lo “scudo fiscale”.
Tra le altre misure previste dal “decreto salva-Italia”, ricordiamo: l’abolizione delle Giunte provinciali e la riduzione dei Consigli provinciali, che saranno formati solo da dieci componenti, nominati dai Comuni; il divieto di usare il denaro contante per pagamenti superiori ai 1.000 euro (500 per le pubbliche amministrazioni); la riduzione dell’Irap per le aziende che assumano lavoratori; la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C, che potranno essere distribuiti anche nelle parafarmacie; la cancellazione di tutti gli emolumenti previsti per le giunte e i consigli di quartiere; la soppressione dell’Enpals e dell’Inpdap, assorbiti dall’Inps. Si tratta di provvedimenti finalizzati ad aumentare le entrate fiscali, più che a razionalizzare la spesa pubblica o a rilanciare i consumi.
Il governo Monti vuole far cassa subito per cercare di risanare il disavanzo statale e ridurre lo spread tra Btp e Bond tedeschi, senza prendere, almeno per ora, iniziative atte a favorire la crescita economica. Massimo Giannini in Molte tasse. Poca crescita (cfr. http://www.repubblica.it/), pur dichiarandosi insoddisfatto delle misure approvate, ha affermato che comunque la manovra «farà un po’ meno “macelleria sociale” di quanto si temeva». Ciò è indubbiamente vero, ma è altresì vero che molti cittadini si aspettavano che fossero tassati di più i redditi alti e venissero colpiti i privilegi della “casta”. Invece, le misure per ridurre gli sprechi della politica saranno attuate solo nella prossima legislatura e non basterà a placare la seta di giustizia la pur lodevole iniziativa del premier, che ha rinunciato allo stipendio di presidente del Consiglio.
Alla fine, come sempre, i più penalizzati saranno i lavoratori dipendenti. Siamo compiaciuti, quindi, che i sindacati abbiano aperto una vertenza col governo, per tentare di modificare gli aspetti più ingiusti della manovra, battendosi per conseguire una maggiore equità tra gli strati della popolazione. Le ricette adottate dal governo Monti per uscire dalla crisi non sono molte diverse da quelle approntate dal precedente governo Berlusconi. Infatti, come giustamente ha fatto notare Francesco Daveri nella Postfazione del saggio di Max Otte Fermate l’eurodisastro! (Chiarelettere), «le tre manovre dell’estate del 2011 hanno “riportato i conti in sicurezza” […] agendo soprattutto dal lato delle entrate». Ciò non basta a rilanciare l’economia del Belpaese, poiché, anche se si mettono temporaneamente a posto i conti pubblici, non si risolvono tuttavia i mali endemici dell’economia italiana: la corruzione, la scarsa concorrenza tra le imprese, gli enormi sprechi amministrativi, la diffusione capillare della criminalità organizzata, i bassi salari, ecc. Se non si interverrà seriamente su questi fattori negativi, siamo certi che fra qualche tempo ci troveremo a dover varare l’ennesima “manovra salva-Italia”.
Cfr. gli altri articoli sulla “manovra Monti” e sulla crisi economica pubblicati su questo stesso numero di LucidaMente:
· Tullio Marra, Partitocrazia: tocca ai cittadini
· Ezio Pelino, Monti non tocca le caste
· Franco Pinerolo, Il pacco natalizio del nuovo governo
· Rino Tripodi, Tasse e sacrifici: madonna ministra Fornero piange, la Madonna cattolica mai
· Viviana Viviani, Appelli tasse, Bagnasco risponde
L’immagine: Il giuramento del governo Monti a Palazzo del Quirinale (fonte: Presidenza della Repubblica).
Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno VI, n. 72, dicembre 2011)
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