Se vi piacciono i felini e ne trovate irresistibile l’atteggiamento indipendente e vagamente snob, scoprirete che i risultati di uno studio condotto dal biologo inglese John Bradshaw (ed esposto nel volume “Cat sense”, edito da Basic Books) sono teneramente sorprendenti
Vi siete mai chiesti come ci vedono i gatti? Sebbene indipendenti e poco inclini alle coccole, pare che i nostri piccoli amici si relazionino con il genere umano ripetendo gesti e atteggiamenti consueti nei confronti della mamma, considerandoci felini più grandi del “normale”. In oltre trent’anni di studio John Bradshaw, biologo britannico dell’Università di Bristol, ha raccolto queste e altre osservazioni nel libro Cat sense. How the new feline science can make you a better friend to your pet (Basic Books, pp. 308, € 21,36, in lingua inglese, reperibile su www.amazon.it).
I gatti, rimasti selvatici rispetto ai cani, ai quali contendono il primato di migliori amici dell’uomo, hanno con lui un rapporto più recente e, per questo, meno condizionato da sviluppi o modificazioni del comportamento: si rivolgono a noi come farebbero in natura con un micio più grosso o, in particolare, con la madre. La ricerca di Bradshaw parte proprio dalla differenza con i cani che, nel corso del tempo e con l’addestramento, si sono allontanati dagli atteggiamenti del lupo, il loro antenato, riconoscendo e amando l’uomo in quanto tale. I gatti, invece, sono rimasti immutati da quando hanno iniziato a essere addomesticati ben 5 mila anni fa, con un modo di agire che continua a fare riferimento al rapporto con gli altri felini. Solitamente sono loro a sceglierci, selezionandoci come alleati ma – ricordate – mai come padroni: il consiglio del biologo per instaurare una relazione duratura e serena è di assecondare la libertà del gatto, lasciando che sia sempre lui ad avvicinarsi per primo, rigorosamente “armato” di coda all’insù.
Ma quali sono i segnali fisici che i mici emettono per comunicare e interagire con noi, riflettendo i comportamenti sociali insiti nella propria natura? Se fanno le fusa in tenera età significa che non vogliono che la madre si allontani, che temono l’abbandono e desiderano altra pappa mentre, per stimolare la produzione di latte, le massaggiano la pancia con un tipico movimento delle zampe che ricorda l’impasto del pane; se si strofinano esprimono amicizia, affetto e fiducia, così come quando alzano la coda, che è anche un modo di salutarsi tra simili. Tali atteggiamenti sono tipici dei mici piccoli verso i grandi e, se traslati dal mondo felino adulto nel rapporto con l’essere umano, dimostrano, sempre secondo Bradshaw, che noi siamo visti come gatti a due zampe, evidentemente più grandi e sostitutivi della mamma.
Le immagini: la copertina del libro Cat sense e foto generiche di gatti.
Maria Daniela Zavaroni
(LucidaMente, anno IX, n. 98, febbraio 2014)