Nevica su Quattropuntozero torna con un nuovo disco, “I diari miserabili di Samuel Geremia Hoogan” (etichetta Disco Dada). Tutto molto notevole
Promiscuità relazionale, avanzi di vita, felicità tossiche, individui borderline: questi gli ingredienti delle storie contenute nel nuovo album di Nevica su Quattropuntozero, progetto musicale del produttore indipendente Gianluca Lo Presti. In uscita il prossimo 21 novembre per l’etichetta Disco Dada con distribuzione Audioglobe, I diari miserabili di Samuel Geremia Hoogan è la quarta realizzazione dell’autore livornese.
La domanda più spontanea che viene da porsi è chi sia questo Samuel Geremia Hoogan. Lo Presti lo definisce come «un miserabile disgraziato pieno di umanità e di malinconia ma con l’ardore di cercare ovunque la bellezza, nonostante tutte le difficoltà». In pratica il suo alter-ego. È da questa confessione autobiografica che deriva il punto di forza del disco, concepito come uno sfogo, come un «tentativo adulto di liberarsi di tutto per non esplodere». I suoi testi, quasi postmoderni nell’intrecciare i correlativi oggettivi con una terminologia astratta, risultano adeguati al percorso umano dal quale hanno origine: un tragitto fatto di delirio, scoraggiamento, amputazioni, ma anche di riflessione e speranza. Tuttavia la combinazione vincente è quella dell’elettronica dark su cui si appoggia una tipica voce da indie cantautorale italiano. Le tracce? Tutte e nove pregevoli e rilevanti. Ma elevatissima è la cifra d’avvio dell’album con la ricchezza sonora di Promiscuità e con l’intimistica/proustiana Gli avanzi.
L’album vanta alcune collaborazioni non di poco conto: innanzitutto, quella con Lorenzo Montanà, socio di Gianluca Lo Presti in Disco Dada e produttore di Tying Tiffany e Simona Gretchen; tra gli ospiti più noti si trovano Bruno Dorella (batterista dei Bachi da Pietra, degli Ovo e dei Ronin), Umberto Palazzo (storico leader dei Santo Niente) e il chitarrista Giuseppe Lo Bue. Preziosissimo l’intervento di Francesco “Fresco” Cellini (primo violoncellista degli Afterhours), che ha creato lo splendido sottofondo di violoncelli distorti nel brano Borderline. Nonostante gli aiuti, il disco, con l’amara introspezione di cui si fa portavoce, ha avuto una lunga gestazione che è costata sofferenza all’autore. A tutti gli effetti, I diari miserabili di Samuel Geremia Hoogan è un lavoro «devastante», per usare la definizione dello stesso Lo Presti. Noi intendiamo l’aggettivo con l’accezione positiva che gli danno le nuove generazioni, in riferimento alle poche cose belle dei nostri giorni.
Gianluca Armaroli
(LM MAGAZINE n. 27, 18 novembre 2013, supplemento a LucidaMente, anno VIII, n. 95, novembre 2013)