La dura realtà delle mondine, le rivendicazioni avanzate e le conquiste sindacali ottenute in Sebben che siamo donne (Supporti grafici) di Luciano Trerè
«Parlare di riso, di risaia, di mondine, vuol dire fare la storia di molti di noi, non solo perché per tante famiglie è stata questa l’unica fonte di lavoro e di sostentamento, ma anche perché, nella nostra zona come in ogni altra parte del mondo in cui è stato ed è coltivato, il riso, fonte di tanta fatica ma anche di soddisfazioni, ha condizionato fortemente il lavoro e la vita stessa dell’uomo, plasmandone il modo di esistere e di pensare tanto da creare una sorta di modello sociale che a buona ragione si può definire cultura del riso».
Così Luciano Trerè introduce il proprio libro Sebben che siamo donne. Mondine ed altre storie di lavoro e di lotta a Medicina (Supporti grafici, pp. 142, € 15,00). L’autore racconta la vita delle mondine nelle risaie del Bolognese tra fine Ottocento e prima metà del Novecento (Medicina è un paese della Bassa), alternando sapientemente fatti storici, nozioni tecniche e racconti di vita, in una narrazione arricchita da foto e documenti dell’epoca. Parla di un mondo che non c’è più, ma che ha lasciato segni importanti. Nelle conquiste sindacali, innanzi tutto.
Queste donne furono, infatti, sempre in prima fila nelle lotte, negli scioperi e nelle rivendicazioni per migliorare le loro durissime condizioni di lavoro, vivendo in prima persona la nascita delle Società operaie, antesignane delle organizzazioni sindacali, in parallelo all’affermarsi del Partito socialista italiano. Alla storia della lotta politica si alternano le vicende personali di donne di ogni età, del loro affrontare ogni giorno molte ore di lavoro in condizioni disagiate, immerse fino al ginocchio nel fango, tra serpi e sanguisughe, felici se riuscivano ad afferrare un ranocchio o un’anguilla da cuocere per cena. E, col sottofondo dei canti corali intonati a squarciagola nei campi, la lotta quotidiana con i fattori, le piccole rivalità e, soprattutto, le grandi solidarietà.
L’immagine: La copertina del libro di Luciano Trerè.
Viviana Viviani
(LucidaMente, anno VI, n. 71, novembre 2011)