L’Associazione Memoria condivisa sollecita la calendarizzazione del gemellaggio tra le due città italiane più colpite dall’attentato alla stazione felsinea del 2 agosto 1980
I cittadini di Bologna sono stati senz’altro i più colpiti nella strage perpetrata nella propria stazione ferroviaria il 2 agosto 1980. L’attentato terroristico più grave della storia italiana avvenne con l’esplosione alle ore 10,25 di una bomba collocata nella sala d’aspetto di 2ª classe. L’ordigno causò la morte di 85 persone e il ferimento di altre centinaia. Si aprì così una lunga stagione di polemiche, depistaggi, processi giudiziari su una delle più oscure vicende accadute nel nostro Paese.
Dopo i bolognesi, sono stati i baresi i cittadini più straziati dall’attentato criminale, con ben sette vittime. Su iniziativa dell’Associazione Memoria condivisa del capoluogo pugliese – nata per ricordare le vittime degli Anni di piombo –, la Giunta del Consiglio comunale di Bari approvò nel 2008 un accordo di gemellaggio e di collaborazione istituzionale con la città di Bologna. Il Consiglio comunale del capoluogo emiliano approvò, a sua volta, lo stesso accordo nell’anno 2009. Messo tale provvedimento in stand by dal commissariamento del comune felsineo, oggi Mario Arpaia, presidente di Memoria condivisa (tra l’altro parente di una vittima dell’attentato di Brescia di piazza della Loggia), chiede da tempo al nuovo sindaco Virginio Merola di calendarizzare al più presto l’impegno assunto su una tragedia che ha coinvolto l’intero paese, concludendo così l’iter iniziato con la cerimonia di Bari. Lo stesso Arpaia invita anche le due Università delle due città a gemellarsi per l’occasione.
In una lettera alla presidente del Consiglio comunale Simona Lembi, infatti, Arpaia scrive: «Bologna è una città simbolo, è anche il motivo del coinvolgimento delle due storiche università. In un momento particolarmente difficile per il paese, il gemellaggio è un forte messaggio di coesione nazionale nell’ambito del 150° anniversario dell’Unità d’Italia». Dal sito dell’associazione si legge: «Siamo una rete globale di organizzazioni costituita da persone che hanno perso i propri cari a causa di guerre, armi nucleari, terrorismo, genocidio, criminalità organizzata e violenza politica o che sono state personalmente colpite. Lavoriamo insieme per spezzare il cerchio della violenza e della vendetta e siamo impegnati a onorare le memorie delle vittime e della dignità dei sopravvissuti», rientrando, quindi, a pieno titolo nella rete internazionale di Associazioni delle vittime dello stragismo e del terrorismo che la Regione Emilia-Romagna ha da tempo organizzato.
Il gemellaggio di Bologna con la seconda città italiana con il più alto numero di vittime avvenuto in quella strage concretizzerà una comune azione solidale di ricordo e commemorazione delle vittime. Questa unione «punterà ad un percorso istituzionale che avrà come obiettivo prioritario il dialogo tra cittadinanze che basano la propria ragion d’essere sulla civile convivenza, il rispetto reciproco e dell’intera comunità». Inoltre, conclude Arpaia, «la memoria è un bene da preservare e da trasmettere alle giovani generazioni che per fortuna non hanno vissuto come noi la lunga stagione del terrorismo e l’attacco al cuore dello Stato. Ringraziamo fin da ora i gruppi presenti in Consiglio comunale per far si che la cerimonia si tenga quanto prima».
Per ulteriori informazioni:
Associazione memoria condivisa www.memoriacondivisa.it – telefono: 0881.637775.
Associazione familiari delle vittime della strage del 2 agosto www.stragi.it – bologna@stragi.it.
(v.v.)
(LucidaMente, 22 dicembre 2011)
Personalmente ho lavorato molto per questa causa, il mio lavoro però è stato tenuto ai margini, se non si lasciano parlare le persone della strada quale io mi considero, non si arriverà mai a migliorare la situazione di questo martoriato paese a a trovare una dignità di vita. Ho pubblicato due libri sull’argomento, BOLOGNA DIECI PIU’ UNO del quale ho regalato i diritti all’Associazione tra i Familiari di Bologna, dando in anticipo una consistente quantità di libri, arrivando a stampare a mie spese anche la seconda e la terza edizione, per la prima aveva provveduto il mio comune di residenza. Il secondo libro …E DAL SILENZIO è stato trasformato in monologo per una recita a Teatro. E’ la storia di una donna rimasta vedova del marito allora di 23 anni con una bimba di tre. Dopo 26 anni questa donna diventa nonna e allora ella ripercorre tutti gli anni passati da quel 2 agosto 1980. Questo testo è stato preparato per una lettura scenica da un’attrice di fama, almeno nazionale, avendo lavorato con attori noti. Non siamo mai riusciti a portare in scena questo spettacolo, nonostante Ella fosse disposta ad un compenso minimo proprio per l’importanza del messaggio insito in questo monologo. Nel 2011, il prof. Giorgio Celli aveva predisposto di rendere omaggio alla città di Bologna mediante la recita da parte degli studenti dell’Università nell’autunno appena passato. Ma come sappiamo Giorgio Celli se ne è andato prima di poter portare a termine il suo desiderio… Finchè si preferisce in Italia rappresentare certe stupidaggini, con la scusa che mancano i soldi… E’inutile sperare che qualcosa cambi nella coscienza di una certa Italia.