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Home ATTACCO FRONTALE

Terrorismo, islam e l’integrazione rifiutata

Christian Corsi by Christian Corsi
18 Novembre 2015
in ATTACCO FRONTALE, ON AIR / CONSIGLI AL VOLO / PUBBLIREDAZIONALI, RELIGIONI E SPIRITUALITÀ, SOTTO I RIFLETTORI
27
Terrorismo, islam e l’integrazione rifiutata
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La secolarizzazione religiosa respinta da tutti i musulmani e la convivenza pacifica di facciata: i sottili metodi per raggiungere lo stesso scopo dei “jihadisti”

La strage di Parigi dello scorso 13 novembre ha improvvisamente intensificato una paura che l’Europa ha da tempo imparato a conoscere, o forse, più tristemente, solo a subire. Terrorismo e islam, i due fenomeni che da anni vediamo spesso coniugarsi, appartengono ormai alla nostra vita e al nostro presente di europei e occidentali in forma altamente problematica, volendo usare un termine fin troppo eufemistico.

Paris, The Eiffel Tower (Tour Eiffel) IFatto sta che alla radice di quei terribili atti cui periodicamente assistiamo fin dall’11 settembre 2001, e che i vari Al-Qaeda e Isis hanno sempre rivendicato con orgoglio in quanto parte di una sacra missione, sussistono appunto immensi problemi. Tralasciando qui quelli inerenti ai rapporti geopolitici tra mondo islamico e mondo occidentale, rimane quello del legame che può instaurarsi tra islam e certi modus operandi coi quali si porta avanti e si cerca di compiere il progetto teocratico. Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che il terrorismo non è una mera forma di vendetta o di odio fine a se stessa. Esso è, a conti fatti, un mero mezzoutilizzato da frange armate dell’integralismo islamico per spargere terrore e stimolare coloro che sono pronti a tutto per vedere trionfare ovunque la legge coranica. Tra tanti è il più terribile, il più immediatamente pericoloso, ma non l’unico a disposizione di chi intende perseguire obiettivi di affermazione totale e pervasiva di un credo.

Esistono infatti altri metodi collaudati ugualmente atti allo scopo: ci si insedia in una comunità; si ostenta il legame con ogni costume di provenienza in barba alle leggi del Paese ospitante; si salda un legame settario propagandando qualsivoglia dettame o proposito in luoghi di culto impermeabili; si agisce pazientemente per cercare di cancellare qualunque tradizione preesistente al proprio insediamento; si assicura l’espansione della platea di fedeli attraverso l’arma demografica e infine – con la complicità di politici non meno opportunisti di quelli etichettati come xenofobi – si reclamano diritti e rappresentanza politica funzionali alla progressiva istituzionalizzazione di tutto ciò che è contrario non solo ai più elementari principio di laicità, ma anche al buon senso di ogni comunità che si vuole definire civile.

13-isis-moscheaA processo completato si assisterebbe alla realizzazione di uno scenario simile alla Francia descritta in Sottomissione di Michel Houellebecq, guidata da una Sharia “in giacca e cravatta”, o persino da un’Isis liberale e dedita ad affari che oggi non pensiamo possano essere suo appannaggio, come ha recentemente avvertito Robert Fisk sull’Independent; insomma, a un islam egemone grazie a un’integrazione di facciata, e non alle stragi. Ci si chiederà: perché impiegare tempo a prefigurare simili scenari se oggi siamo scioccati dall’aver subito un attacco di enorme violenza, e non dai più subdoli tentativi di colonizzazione disarmata? Forse conviene farlo per ricordare che, se potessimo guardare in faccia tanti aspiranti terroristi o conclamati terroristi – magari anche quelli di Parigi –, probabilmente vedremmo in loro volti di quell’islam che ci pare integrato, occidentalizzato, orfano di certi aspetti riconducibili all’immagine tradizionale del musulmano integralista.

Perché il cosiddetto processo di integrazione è spesso ambiguo, ingannevole, si nutre di apparenze e talvolta si pone a servizio di scopi a prima vista incompatibili con se stesso. A decidere riguardo alla possibilità che una religione e i suoi seguaci possano sussistere in uno spazio plurale, sono infatti la disponibilità e l’apertura verso un percorso di secolarizzazione, che coinvolga e muti radicalmente la loro sostanza e i loro conseguenti obiettivi. Siamo di fronte non solo agli immediati pericoli derivanti dal terrorismo già palese, ma anche a quelli insiti nell’accontentarsi di una convivenza pacifica di superficie, che non scongiura nulla, ma, al contrario, confonde e concede al fanatismo la possibilità di occultare e perfezionare i propri mezzi e i propri intenti.

Christian Corsi

(LM EXTRA n. 33, 16 novembre 2015, Speciale stragi Parigi, supplemento a LucidaMente, anno X, n. 119, novembre 2015)

Altri articoli sull’intolleranza islamica comparsi su LucidaMente:
Islam senza diritti umani;
Ma la Mogherini conosce la storia Europa-islam?;
Mediterraneo e “Medio Oriente”: chi li ha “invasi”?;
Islamismo: tutte le verità nascoste;
Esistono i “musulmani moderati”? Lo dimostrino!;
Quindici “pezzi” antislamici;
Cara Oriana Fallaci… Lettera a un animo mai domo;
Magdi Cristiano Allam, chiedi perdono!;
Aleviti, islamici tolleranti (e perseguitati);
Una tetra bandiera nera sventola in Medioriente;
La persecuzione dei cristiani, oggi;
Il Medioevo tra noi: ieri, oggi, sempre;
Quelle imbarazzanti mutilazioni genitali femminili…;
C’è la libertà di parlare di Maometto?;
Contro lo sgozzamento lento degli animali da macello senza stordimento;

Quando l’integralismo divide le coppie.

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Tags: focusHouellebecqintegrazioneisisislamparigiterrorismo
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Comments 27

  1. roberto says:
    7 anni ago

    Mi sfugge lo scopo dei “politici non meno opportunisti di quelli xenofobi”… quale sarebbe il loro tornaconto, visto che le “enclave”, una volta ottenuto il diritto di voto, presentano le proprie (islamiche) liste?

    Rispondi
    • Rino Tripodi says:
      7 anni ago

      Gentilissimo lettore, grazie per averci scritto.
      La fase delle proprie liste è successiva a quella durante la quale gli islamici, non essendo in grado di raccogliere percentuali a due cifre, voteranno i partiti “buonisti”. E questi, inizialmente, se ne avvantaggeranno.
      Con la scarsa percentuale di votanti, ormai consueta nelle tornate elettorali, bastano 500.000 voti in più per vincere le elezioni.

      Rispondi
  2. Luigi says:
    7 anni ago

    A riguardo della cosiddetta secolarizzazione degli attentatori, vorrei ricordare che Mohamed Atta, che era il capo degli attacchi alle Torri gemelle, la sera prima di imbarcarsi passò il tempo ad ubriacarsi in un night club e si intrattenne con delle prostitute. Come altri del commando. Questo dicono le indagini. Sia nel gruppo dell’attacco a “Charlie Hebdo” che nei recenti fatti diversi dei due gruppi avevano precedenti per spaccio. Ora ubriacarsi, vendere droga e andare a puttane sono tre peccati gravissimi per un vero islamico. Io, per lavoro conosco molti magrebini. Il 95 per cento di loro beve alcolici, non prega e non va in moschea. Le uniche cose che seguono sono l’astenersi dai salumi e fare quasi tutti il ramadan. Ci sono più cattolici praticanti da noi (che sono pochissimi…) che veri islamici da loro… Luigi

    Rispondi
    • Rino Tripodi says:
      7 anni ago

      Gentilissimo lettore, grazie per averci scritto.
      La nostra esperienza personale è molto diversa dalla sua.
      Bigottismo e intolleranza, aggressività e chiusura, ambiguità e volontà di affermazione. Altro che quattro beoni puttanieri!

      Rispondi
    • Christian Corsi says:
      7 anni ago

      Credo infatti che le abitudini “eterodosse” di certi personaggi, come gli attentatori di cui parla, non abbiano nulla a che fare con una secolarizzazione, in quanto i loro moventi rimangono di matrice religiosa. Anche a me è capitato di conoscere magrebini, tunisini o marocchini. Credo e spero che parte di loro sia gente perbene; certo è che per esserlo, volenti o nolenti, debbono abbandonare una certa forma mentis, diciamo, e che questa operazione passi per l’abbandono di certi costumi è condizione necessaria ma purtroppo non sempre sufficiente.

      Rispondi
  3. maria says:
    7 anni ago

    Questi che hanno compiuto gli attentati di Parigi sono tutti nati in Europa. Andati a scuola in Europa. Cittadini europei. L’integrazione si cita quando parliamo di immigrati. Questi non sono immigrati. Sono nostri concittadini. Purtroppo.
    Fra qualche anno i cittadini europei nati qui saranno milioni. Con pieno diritto di stare qui. Tra loro ci sarà pure qualche pazzoide.
    Negli Anni di Piombo abbiamo avuto i criminali delle Br (a sinistra) e dei Nar (a destra). Adesso abbiamo questi. Non c’è niente da fare. Se uno si fa esplodere e della morte non gliene frega niente tutte le diavolerie tecnologiche dei Servizi Segreti hanno un impatto zero.

    Rispondi
    • Rino Tripodi says:
      7 anni ago

      Gentilissima lettrice, grazie per il suo intervento, sostanzialmente condivisibile. Appunto: integrazione rifiutata, come afferma Corsi.

      Rispondi
  4. Giorgio says:
    7 anni ago

    Allora l’integrazione è rifiutata da una parte dei mussulmani, ma non da tutti. Tra le vittime del Bataclan ci sono due donne algerine che erano lì a ballare. Uno dei poliziotti che ha evitato il peggio allo stadio è un francese mussulmano di origine araba. Nell’attentato di “Charlie Hebdo” un poliziotto francese arabo mussulmano morì durante un conflitto coi due attentatori. E nel supermercato ebraico un ragazzo mussulmano praticante del Mali salvò diverse vite. Al punto che gli hanno dato la cittadinanza francese ad honorem e se vorrà andare in Israele è ospite gradito. Il problema è che nessuno parla delle centinaia di vittime civili fatte ora dai bombardamenti francesi e russi. E neppure delle migliaia di innocenti ammazzati in Iraq e Afghanistan dagli americani… I morti sono importanti solo quando sono nostri.. Il terrorismo dal basso è speculare al terrorismo dall’alto… Chiedete a Emergency….

    Rispondi
    • Rino Tripodi says:
      7 anni ago

      Gentilissimo lettore, grazie per averci scritto.
      La sua analisi è ineccepibile. Molti sono coloro (non musulmani) che hanno fomentato e fomentano il fuoco.
      Tre sole annotazioni:
      1) Manca una condanna unanime degli islamici, anche da parte di quelli ormai cittadini europei (lasciamo stare le dichiarazioni e i cortei di facciata: hanno mai denunciato i loro correligionari terroristi o recatisi in Siria?).
      2) Purtroppo è “normale”, anche se disdicevole, che un morto vicino faccia più notizia e impressione di mille morti lontani. Meccanismo umanissimo (se in un incidente stradale muore un nostro conoscente, ci sentiamo molto più coinvolti di un megatamponamento in Gran Bretagna con cento morti). Si chiama anche “indice di notiziabilità”. Due morti in un’alluvione in Lombardia hanno la prima pagina; tremila morti in un terremoto in Cina no. Ma lo stesso non vale per le migliaia di cristiani massacrati in Iraq, Siria, Nigeria? Dunque, non si tratta di un atteggiamento discriminatorio
      3) Durante la Seconda guerra mondiale gli angloamericani hanno massacrato coi loro bombardamenti più civili italiani (o francesi) di quanti ne abbiano uccisi i nazifascisti: non mi sembra che si serbi rancore. E che dovrebbero dire i tedeschi con Dresda e i giapponesi con Hiroshima e Nagasaki? Ma Germania e Giappone l’avevan scatenata, la guerra. E la guerra è sempre uno sterminio di innocenti. Il terrorismo è ancora peggio della guerra, per questo ripugna ancor di più.

      Rispondi
  5. gianna says:
    7 anni ago

    Il terrorismo è la guerra di chi non ha i bombardieri, chi non ha i missili, chi non ha grandi eserciti organizzati. Se è vero che quelli che hanno dirottato gli aerei delle Torri gemelle avevano a malapena un brevettino per aerei turistici e un coltellino a serramanico e hanno distrutto i due grattacieli simbolo del dominio americano…allora come al poker scala reale minma batte la scala reale massima… Se gli israeliani hanno il quinto piu’ potente esercito del mondo ai palestinesi frustrati che vivono nei ghetti dove i coloni continuano a insediarsi appoggiati da Nethanyau non rimangono che i coltelli da cucina per sgozzare per strada il primo israeliano che vedono… Non giustifico il terrorismo. E neanche la guerra. Sono due modi diversi di praticare la violenza. La Francia ha grandissimi interessi in Africa. In Congo (Zaire) due gruppi si massacrano per il coltan (metallo prezioso per cellulari e pc) Dietro un gruppo ci sono i francesi dietro l’altro gli americani. Usa e Francia giocano a scacchi con pedine africane….Non è terrorismo questo?… Sì, ma sui giornali non ne parlano perchè i giornali son pagati dai potenti… Questi che hanno fatto la strage a Parigi sono poveracci manovali manovrati dall’alto. Dietro l’Isis c’è forse l’Arabia Saudita? Bin Laden e quasi tutti quelli delle Torri erano sauditi? o no? Nessuno si sognerebbe mai di attaccare Ryad perchè la sotto c’è un bel po’ di oro nero e chissenefrega se vivono nel Medio Evo… Sono nostri alleati i mandanti dei terroristi..

    Rispondi
    • Rino Tripodi says:
      7 anni ago

      Gentilissima lettrice, grazie per averci scritto.
      Leggendo commenti e argomentazioni come le sue, vien da pensare (e penare) che siamo pronti per la “dhimmitudine”.
      Sarebbe lunghissimo controbattere punto per punto le sue tesi veteroterzomondiste. In questa guerra asimettrica, povertà, sfruttamento, disagio sociale, colonialismo (vecchio e nuovo), materie prime, c’entrano ben poco.
      Uso un paradosso. Anche noi italiani siamo stati massacrati dai bombardieri “alleati” durante la Seconda guerra mondiale (per non parlare delle stragi degli Anni di piombo, manovrate da…), ma non mi sembra ci siano stati atti di terrorismo italiano in Usa o Gran Bretagna. E che rancore avrebbero dovuto o dovrebbero ancora provare gli inglesi di Coventry nei confronti dei tedeschi? E i giapponesi di Hiroshima e Nagasaki nei confronti degli statunitensi? E i tedeschi di Dresda nei confronti degli angloamericani? Eppure…
      La guerra è sempre un orrore.
      Il problema è di civiltà, di cultura, di istruzione.
      La sua oicofobia, permeata da sensi di colpa atavici derivanti dal cattolicesimo e dal marxismo, non porterà bene alla civiltà di Bach, Botticelli e Shakespeare… Insciallah!

      Rispondi
      • bardhi says:
        7 anni ago

        questa logica del terrorismo islamico come risposta al terrorismo occidentale è una spiegazione al quanto strana, p.e a quale tipo di “terrorismo occidentale” risponde l’attività del boko haram nigeriano, del shabab somalo, dei sunniti contro i shiiti e vice versa!?Non vi pare strano che bosniaci e kosovari massacrati dai serbi fra il 91-99, invece di mettere bombe a Belgrado si uniscono al ISIS e giurano guerra santa al USA e ai occidentali, proprio a quelli che li liberarono dai serbi!?Ma quanti ukranini so sono fatti esplodere a Mosca, quanti vietnamiti a Washington?!

        Rispondi
  6. Gino says:
    7 anni ago

    Bach, Botticelli Sciespir??? ma che stai a dì?L’amatriciana, rigatoni conla pajata, lasagne alla bolognese, fonduta col tartufo,panzanella, questa è la nostra cultura..!
    Noi siamo stati giustamente bombardati dagli americani per colpa del Puzzone che ci governava. Che aveva detto ” Vincere e vinceremo!Li fermeremo sul bagnasciuga ” e ci hanno piallati in pochissimo tempo. In Italia la guerra è stata tra angloamericani e tedeschi. Gli italiani da una parte e dall’altra erano solo comparse.Che terrorismo potevamo fare se non avevamo neanche gli occhi per piangere? Dobbiamo ringraziarli gli americani! Nel dopoguerra ci hanno sfamato…Comunque tutto passa e passerà anche questo. Si creerà un islam europeo riformato che consentirà il salame e il lambrusco…solo allora ci sarà l’integrazione..

    Rispondi
    • bardhi says:
      7 anni ago

      islam nato a Medina poi si è diffuso incontrando e annientando centinaia di culture apparentemente molto piu fiorite e avanzate di quello dei beduini del deserto; dal cristianesimo ortodosso e cattolico fino al induismo e buddismo, questo incontro/scontro culturale al massimo ha creato dei vari sciismi nel suo seno, ma le fondamenti del islam non sono stati mai messi in discussione, cosa ti fa pensare che la cultura europea avra una sorte migliore!?

      Rispondi
  7. Pippo says:
    7 anni ago

    Secondo la mia esperienza, di mussulmani secolarizzati ce ne sono molti in Italia ed Europa. Trattandosi però di milioni di persone come si fa a controllare gli eventuali fanatici? Facciamo un paragone con gli Stati Uniti. Lì al centro dell’Impero Occidentale sono abituatissimi al fatto che ogni tanto qualche svitato che sia ateo, cristiano o di qualsiasi idea si svegli una mattina, si compri una mitragliatrice al centro commerciale e faccia una bella strage per qualsiasi motivo… Loro poi li prendono, e se non si sono suicidati prima li ammazzano… Ci abitueremo anche noi. E’ il prezzo della democrazia….

    Rispondi
    • Rino Tripodi says:
      7 anni ago

      Gentilissimo lettore, grazie per averci scritto.
      Una puntualizzazione: non si ha notizia di atei fondamentalisti; di qualche (isolato) cristiano fuori di testa sì; di islamici fanatici e assassini una turba, protetti dai “moderati”.
      La mia esperienza personale mi fa pensare che i musulmani secolarizzati siano solo il 5%… e diciamo che ormai sono proprio atei.
      Mie proposte, al di là delle repressioni legittimate dalla legge e dagli accordi internazionali:
      1) Niente veli, burqa, ecc.
      2) Niente pasti separati nelle scuole, ecc.
      3) Niente ricongiungimenti;
      4) Niente ius soli;
      5) Niente privilegi per numero di figli nell’assegnazione delle case, posti negli asili-nido, ecc.
      6) Esame di Costituzione, leggi e cultura italiane;
      7) Espulsione al primo reato.
      Vedrà che ne restano poche centinaia di migliaia.

      Rispondi
  8. Benito says:
    7 anni ago

    Io trovo che la sua soluzione sia la più facile da mettere in atto. A questo scopo preparei dalla prossima settimana tutta la flotta aerea e navale italiana per una espulsione di massa di tutti gli 85% da lei nominati. Ma anche del cinque per cento di secolarizzati che poi sono praticamente solo alcolisti drogati spacciatori giocatori d’azzardo ladri di rame e delinquenti. Quindi nel giro di un anno circa li mandiamo via tutti. Possono restare qui solo gli ambasciatori e le loro mogli (i figli no) con però non i normali rapporti diplomatici ma dovendo chiedere, ambasciatori e mogli, un permesso di soggiorno di massimo un anno e con il divieto di procreazione. Poi nel caso di guerra farei prepararei delle armi speciali a base di insaccati e alcolici con cui bombardare La Mecca e tutte le capitali arabe. Eja Eja Heil Ave! Benito Adolfo Arianini

    Rispondi
    • Rino Tripodi says:
      7 anni ago

      Gentilissimo lettore, grazie per averci scritto.
      Ma direi che la situazione è talmente seria (e probabilmente irreversibile: occorreva intervenire radicalmente quando Oriana Fallaci aveva smascherato il tutto; oggi è ormai tardi) che dobbiamo cercare davvero soluzioni dure ma attuabili, senza farci trascinare da posizioni politiche che potrebbero apparire neofasciste. Il problema è far capire ai cittadini italiani non ancora lobotomizzati e agli stessi elettori di sinsitra (se sono davvero in buonafede) che stanno mandando al macello la civiltà europea e italiana.

      Rispondi
  9. Sara says:
    7 anni ago

    Ma la sua idea è impraticabile. Non lo proporrebbe neanche Salvini! Potremmo invece abolire tutte le parole italiane di origine araba, per esempio che sono tantissime. Alcol algebra almanacco cifra scacco ammiraglio dogana facchino magazzino….ecc . ecc. e anche eliminare i numeri arabi 123 e tornare a quelli romani I II III IV V VI ecc ecc Poi bisognerebbe fare uno screening del DNA di tutta la popolazione italiana, non solo al Sud, e chiunque abbia anche una lontana origine araba espellerlo via mare verso l’Africa. Purtroppo perderemmo anche un bel po’ di quelle ragazze sarde, sicule, calabre con gli occhi nerissimi e le labbra turgide, la pelle ambrata ma ne varrà la pena… Potremmo anche eliminare le coltivazioni delle arance che furono importate dagli arabi… potremmo…

    Rispondi
    • Rino Tripodi says:
      7 anni ago

      Gentilissima lettrice, complimenti per il sarcasmo. Ma quali sono le sue proposte per evitare che “integratissimi” cittadini italiani, francesi, belgi, nederlandesi, tedeschi, inglesi, uccidano migliaia di innocenti?

      Rispondi
  10. Alberto says:
    7 anni ago

    La solidarietà è stata dichiarata pochi giorni fa nelle manifestazioni islamiche nelle piazze di Roma, Milano e altrove. Da pochi, però è già qualcosa…Il terrorismo rosso e nero non è stato debellato facendo cose enormi. Si è estinto perchè non aveva seguito nelle fabbriche. Non hanno aderito gli operai comunisti del Pci alle Brigate Rosse. E neppure i giovani missini ai Nar. Tranne rare eccezioni. Non credo che i negozianti pakistani, bengalesi delle nostre città diventino tutti talebani. E neppure i marocchini che scaricano la frutta ai mercati generali. Tantomeno gli spacciatori tunisini che vendono in piazza l’hascich ai nostri figli studenti che se lo fumano. Sono ormai tollerati. Contro l’imprevedibile pazzia di qualcuno c’è poco da fare… L’integrazione deve essere reciproca. Noi non abbiamo diritto a interferire con gli altri credi e loro altrettanto. Se uno commette reati deve essere rimpatriato, d’accordo, ma non ci sono i soldi per farlo… Il burqa in Italia chi lo mette? Lo ius soli c’è in molti stati europei e in Usa. L’esame della Costituzione dovrebbero farlo fare anche gli italiani e soprattutto i politici corrotti e con conflitti d’interesse in ogni partito. O mettiamo una diga che blocchi il Mediterraneo meridionale o accettiamo il corso delle cose cercando di governarlo. Purtroppo l’Isis è l’emanazione di qualcuno molto ma molto più potente che non è possibile combattere frontalmente. Non può la Cina, non può la Russia, non può l’America. I nazisti non toccarono il Vaticano. Nessuno toccherà La Mecca. Sarebbe veramente la fine del mondo…

    Rispondi
    • Rino Tripodi says:
      7 anni ago

      Gentilissimo lettore, grazie per averci scritto.
      Molto di ciò che scrive è condivisibile.
      Personalmente ritengo che il brigatismo rosso e nero si sia estinto per la durissima reazione dello stato e quando oramai nessuno credeva più a comunismo e neofascismo. Comunismo e nazifascismo sembravano ideologie politiche, ma erano religioni. L’islam sembra una religione, ma è un’ideologia politica totalitaria non in arretramento, ma in espansione, se non altro demografica.
      Ogni islamico è una bomba ad orologeria: non è detto che si innescherà, ma è possibile.
      Le consiglio, comunque, di leggere gli articoli linkati a fine dell’articolo. scoprirà qualcosa di sconvolgente su islam e dintorni.

      Rispondi
    • bardhi says:
      7 anni ago

      “La solidarietà è stata dichiarata pochi giorni fa nelle manifestazioni islamiche nelle piazze di Roma, Milano e altrove.”
      durante tutte queste manifestazioni piu che la solidarietà i manifestanti erano molto più interessati a ribadire ai occidentali, “la purezza del islam”, che islam non è terrorismo, che i terroristi non sono dei “veri musulmani”, che islam vuol dire pace, e altre falsità del genere. Temo che non riusciranno mai estirpare la violenza dal islam perche non accettano mai che jihad (non il jihad interiore) è terrore, perche continuano di considerare dār al-ḥarb (“Dimora della guerra”) tutto cio che non ha abbracciato l’islam, non aboliranno mai il concetto di “dhimmi” ect, ect. Perché per quanto è vero che nel mondo ci sono 1,5 miliardo di musulmani pacifici, bastano 10 imam integralisti nel cuore del occidente, per far avere una filiera continua di kamikaze e dei partiti politici tipo “Shahria 4 UK”.

      Rispondi
  11. Toni says:
    7 anni ago

    Siccome la situazione è disastrosa da come qui la dipingete e poichè io sono solo un impiegato 60enne poco incline alla violenza, non andrò a fare i campi di addestramento anti-terrorismo, né mi comprerò delle armi, né farò propaganda.
    Vado in campagna in attesa della terza guerra mondiale tra pseudo cristiani contro pseudo islamici… ciao
    buon proseguimento

    Quando non c’è niente da fare è meglio non fare niente…

    Rispondi
    • Rino Tripodi says:
      7 anni ago

      Gentilissimo lettore,
      grazie per averci scritto.
      Forse non si tratta di “prendere” le armi, ma di “ri-prendere” le radici della nostra cultura laica e liberale.
      La sua strategia è già stata attuata da Ponzio Pilato e (da sempre) dagli italiani: aspettare che passi la burrasca.
      Auguri.

      Rispondi
  12. Benedetto says:
    7 anni ago

    La nostra civiltà laica e liberale che ci fa pagare dalle nostre tasse milioni di euro ai professori di religione cattolica nelle scuole pubbliche. La nostra civiltà laica che tutte le domeniche ci fa sorbire l’Angelus del papa sul telegiornale Rai pagato dalle nostre tasse e abbonamenti. La nostra civiltà laica che fa impiegare migliaia di poliziotti e carabinieri per il papa e i suoi cardinali. Ma non è vero che siamo una società laica! Abbiamo avuto la Dc al governo per 40 anni! E Renzi è un boyscout cattolico! E Mattarella è pure un vecchio dc! In Italia non c’è mai stata una cultura laica! Comandano i preti e comanda la mafia! Spesso lo fanno insieme! In Francia sono laici!

    Rispondi
    • Rino Tripodi says:
      7 anni ago

      Gentilissimo lettore,
      grazie per averci scritto.
      Condivido le sue perplessità sulla laicità di uno stato che ha all’interno della sua Costituzione (art. 7) un patto clerico-fascista.
      Ciononostante, non vedo nel nostro paese atei, agnostici, apostati, blasfemi, donne, gay, perseguitati o uccisi. In altre parti del mondo sì.

      Rispondi

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