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Home VECCHI ARTICOLI INEDITION

Tingere di verde Bologna e dintorni

Dalla redazione by Dalla redazione
31 Ottobre 2008
in INEDITION
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Si parla molto, e spesso, di un pianeta in crisi, devastato da calamità di ogni tipo. Economiche, sociali, ambientali. Quasi sempre si prova una sensazione di impotenza, come se questi infiniti e innumerevoli disastri fossero troppo grandi per noi. E si finisce per viverli passivamente, tra una preghiera e un sms di beneficenza.
Se, invece, il caldo estivo di fine ottobre, l’impiegato che non arriva a fine mese, la crisi delle banche, l’aumento del costo del petrolio (o il ribasso), la fame nel mondo e tanti altri problemi, grandi e piccoli, della società di oggi fossero strettamente e indissolubilmente intrecciati tra loro? Questo è ciò che vuole denunciare l’associazione bolognese Ecologisti S.p.A. (Socialità per Azioni di Ecologia attiva), nata tre anni fa come costola del partito dei Verdi e cresciuta come alternativa, sempre più apprezzata, al partitismo politico cittadino.

A questo proposito abbiamo incontrato Roberta Rendina, presidente dell’associazione, che ci ha illustrato più in dettaglio le idee e le iniziative del gruppo.

Un mondo più ecologico
La parola d’ordine è “Ecologia”! Una parola molto inflazionata, ma poco capita. “Ecologia non vuol dire ambientalismo. E’ un concetto molto più profondo e allargato. Ha un significato economico, sociale e culturale”. E questo la gente spesso non lo sa.
Sicuramente si paga lo scotto di alcune politiche fallimentari che di recente hanno visto protagonisti alcuni esponenti di partiti filoecologisti, “gente che troppo spesso si è dimostrata lontana da alcune problematiche urgenti da affrontare e risolvere, rimanendo ancorata a vecchie battaglie, sicuramente utili ma poco concrete”.

La sterzata, dunque, è netta. Con Ecologisti spa si abbandonano, o meglio si accantonano, le guerre contro la deforestazione, a favore della protezione degli animali in via d’estinzione, e, più in generale, l’ecologia “ambientalista”, per concentrarsi maggiormente su nuove problematiche: energie alternative, raccolta differenziata, alimentazione biologica, smog, consumismo.

Un modo diverso di fare politica
Dai borghi energeticamente autonomi ai laboratori di autoproduzione per detersivi e cosmetici, dai mercatini biologici alla creazione di nidi artificiali. Sono tante le iniziative sviluppate in questi primi anni da Ecologisti spa, ed altrettante quelle in cantiere. “Noi non ci limitiamo ad analizzare la società, a capire i problemi, le cause delle varie crisi odierne, ma proponiamo delle soluzioni, non teoriche, bensì concrete. I partiti hanno ancora una visione novecentesca della politica, non si sono accorti che lo scenario è cambiato, la gente è cambiata e i problemi sono cambiati. Oggi un giovane è spaventato dall’ambiente politico, non ha voglia di entrarci, perché non intravede la possibilità di potervi partecipare attivamente e poter esprimere, condividere e sviluppare le proprie idee”.
Così nascono i laboratori di autoproduzione. Così si insegna ai giovani, alle casalinghe, ai pensionati come autoprodursi il detersivo. “Un gesto veramente economico e utilissimo consiste nel preparare spruzzini di acqua e aceto. Basta diluire il 20% o 30% o 40% di aceto in acqua. L’aceto pulisce benissimo i vetri senza bisogno di nulla d’altro; e lo stesso vale per pentole e pavimenti”. Non mancano i consigli per le donne. Tramite tisane, oli e lavande naturali, possono essere realizzati pure cosmetici e saponi. Si preparano anche deodoranti, profumi e dentifrici. Il tutto senza spreco di contenitori, quindi di plastica da smaltire, e senza uso di sostanze chimiche dannosissime per l’ambiente ma anche per chi le usa.
Due dei progetti più importanti intrapresi dall’associazione sono sicuramente la rete Co-housing e il nuovo programma politico Bologna città di transizione.

Co-housing
L’associazione E’/Co-Housing è nata a Bologna lo scorso 29 marzo. Essa promuove un modello abitativo ecosostenibile da destinare alla coabitazione residenziale, con servizi da condividere e da gestire insieme. La costruzione, la ristrutturazione, gli spazi comuni e il sistema di regole saranno decisi dalle famiglie che andranno a convivere, con un’attenzione viva all’ambiente e a tutte le tecniche che possano preservarlo, come la casa passiva, i dispositivi di risparmio energetico, i trasporti condivisi ecocompatibili.
Il primo co-housing in provincia di Bologna nascerà per iniziativa di un gruppo di persone che credono in questa forma di residenzialità, con il recupero di un borgo a Monzuno. Il borgo comprenderà quattro edifici rurali e 22 ettari di terreno attorno, delimitati da due ruscelli e con una vista incantevole sull’Appennino tosco-emiliano. Le prime tre famiglie che hanno ideato questo progetto vogliono ristrutturare con un’alta categoria di classe energetica, svincolandosi dalle energie fossili. Punteranno, inoltre, sulla raccolta e riutilizzo delle acque e sull’uso della terra legato alla sussistenza personale, con orti, frutta, legna… Vogliono viverci stabilmente e condividere spazi, tempi e servizi, partendo dalla lavanderia per arrivare a pranzi conviviali, gestione dei trasporti, cura dei bambini, attrezzature e lavori manuali.

Bologna città di transizione
“È giunto il momento di pensare al futuro della nostra città, evitando l’irreparabile declino ecologico, sociale ed economico verso il quale stiamo andando”. Così si passa ai fatti. E si prende spunto da un progetto creato dal professor Rob Hopkins, docente universitario, fondatore del movimento delle “transition town” in Gran Bretagna. “Pensiamo che Bologna sia pronta per diventare una città moderna al pari delle medie e grandi e funzionali città europee”.
Questo è il nuovo obiettivo di Ecologisti spa, pronti anche a partecipare alle elezioni amministrative del 2009.
Le proposte sono tante e investono anche il terreno sociale. Si propone un drastico ammodernamento della città in chiave ecologica e allo stesso tempo economica. Dall’autosufficienza energetica contro il rincaro delle bollette, agli orti cittadini e ai distretti di economia solidale contro il rincaro e le truffe del mercato alimentare. Dagli impianti solari e dai tetti verdi per i nuovi edifici, alla riduzione di rifiuti e sprechi. Dal ritorno del differenziato, all’obbligo della classe B per ogni nuova costruzione. Si reclamano i diritti dei giovani a vivere da protagonisti attivi la vita cittadina. Ma anche più attenzione agli immigrati e a tutte le minoranze nel tentativo di abbattere conflitti intergenerazionali e interculturali.
Bologna, dunque, da città Titanic a città modello per l’Italia. Non un ritorno al passato bensì un’accelerata verso il futuro. “Immaginiamo un mondo fatto di “decrescita” delle scelte inutili e di comportamenti fuori tempo massimo e di una crescita di scelte virtuose che partiranno dall’eccellenza raggiunta da alcune città europee come da tanti piccoli comuni italiani. Abbiamo una grande opportunità: rivedere il senso stesso della vita in una società come la nostra e operare scelte coscienti sul genere di comunità e di mondo che vorremmo vivere”.

Una scelta consapevole
Ci sono tanti buoni motivi per condurre una vita più “ecologica”.
Ce ne sono altrettanti per non farlo e fregarsene.
Il problema non è lì. Il problema è informare, spiegare, sensibilizzare. Fare in modo che la gente possa sapere, possa capire, possa rendersi conto. E solo dopo scegliere e assumersi la responsabilità di non occuparsi del proprio futuro, del futuro dei propri figli. Di fare del male e di farsi del male. Di vivere una vita apatica, all’insegna dell’individualismo e dell’egoismo.
Perché è un “diritto” della “gente” vivere antiecologicamente. È un suo “diritto” vivere sprecando. È un suo “diritto” vivere sporcando. È un suo diritto vivere “inquinando”. Ma prima di tutto è un suo dovere sapere che lo sta facendo.
E fino ad allora non bisogna stancarsi di parlare, di scrivere, di raccontare.

L’immagine: il logo di Ecologisti S.p.A.

Simone Jacca

(LucidaMente, anno III, n. 36, dicembre 2008)

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Tags: bolognadecrescitaE'/Co-HousingecologiaEcologisti S.p.Aeconomia solidalejaccamercato alimentareMonzunoRoberta Rendina
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