Reportage di un fine settimana lungo trascorso nella città che fu eletta prima capitale del Regno d’Italia. Qualche suggerimento sui siti da visitare
Torino è un vero e proprio “salotto” in cui, camminando tra corsi ariosi e alberati, si respira la (prima) Storia dell’Italia unita. Questa la conclusione cui siamo giunti dopo avervi trascorso un fine settimana lungo: più precisamente, da giovedì 15 a lunedì 19 maggio scorsi. Vi proponiamo il nostro “diario”, auspicando che possa costituire uno spunto per i viaggi dei nostri lettori.
Giovedì 15 maggio: la partenza da Bologna
Partiti dalla stazione ferroviaria centrale di Bologna alle ore 13,06, alle 15,20 arriviamo a Torino, stazione Porta Susa. Non è la prima volta che viaggiamo con l’alta velocità; eppure, ci stupiamo della percorrenza di più di 330 chilometri in sole due ore e poco più.
Riemersi in superficie, il sole ci riscalda, seduti a un tavolino, mentre gustiamo uno spuntino in compagnia di un’amica che vive a Torino e che ci dedica un po’ del suo tempo.
Raggiungiamo poi a piedi l’appartamento affittato per il soggiorno, ottima occasione per iniziare il nostro tour tra le strade torinesi, che ci sorprendono per la loro ariosità e il verde costituito da ordinatissime file di folti alberi.
La giornata si conclude con un aperitivo in una location esclusiva da cui è visibile l’intera città che fu la prima capitale d’Italia (1861-1865). Da una terrazza panoramica sita al trentaseiesimo piano riconosciamo distintamente, fra l’altro, la collina di Superga, tristemente famosa per lo schianto dell’aeromobile su cui il 4 maggio 1949 viaggiava la squadra di calcio del Grande Torino, e la Mole Antonelliana.
Venerdì 16 maggio mattina: la visita al Museo egizio
L’appartamento in cui soggiorniamo è sito nel quartiere Cenisia, in corso Racconigi: lunga e ampia strada che ospita, dal lunedì al sabato, uno fra i più grandi e noti mercati cittadini. Al nostro risveglio veniamo così tentati dai profumi e a colazione gustiamo squisite brioches acquistate sotto casa.
La visita al Museo egizio era stata prenotata, un paio di settimane prima, per le ore 12: abbiamo perciò tutto il tempo per aggirarci per la città, mantenendo quale méta la sede del sito, in via Accademia delle Scienze. In circa un’ora di camminata a media andatura giungiamo in loco, dopo aver ammirato i palazzi che circoscrivono corso Vittorio Emanuele II e la centralissima piazza Castello, in cui impera il Palazzo Reale.
Il Museo egizio di Torino è il secondo per grandezza dopo quello de Il Cairo: un vero e proprio viaggio in un passato ancora più affascinante di quello studiato sui libri di scuola. Grazie alle spiegazioni di una guida egittologa, ammiriamo da vicino decine di sarcofagi e di mummie. Scopriamo anche curiosità legate alla quotidianità degli antichi Egizi. Una fra tutte: l’inimmaginabile emancipazione delle donne, cui era data facoltà di divorziare e diseredare i figli.
Venerdì 16 maggio pomeriggio: la visita al Museo nazionale dell’Automobile
La giornata si preannuncia lunga, pertanto all’uscita dal Museo egizio ci concediamo uno spuntino e una sosta riposante in pieno centro. Scesi poi alla fermata Lingotto con la linea 1 della metro cittadina, arriviamo nei pressi del Museo nazionale dell’Automobile. Qui, in un paio di ore di visita tramite audioguida, possiamo ammirare l’intera collezione di oltre 200 vetture originali. Proprio quelle che, modello dopo modello, hanno fatto la storia italiana dell’automobile; compresa la Lancia Flaminia “Quirinale” del 1961, denominata “presidenziale”, che ha debuttato accompagnando la regina Elisabetta II d’Inghilterra presso la sede del presidente della Repubblica italiana di allora, Giovanni Gronchi.
Le vetture sono esposte in ordine cronologico: si parte dalle carrozze a vapore di fine Ottocento fino ad arrivare ai prototipi sui quali si sta orientando la ricerca futura; passando per le auto sportive protagoniste di gare ammirate in tutto il mondo e per i modelli in voga dagli anni Cinquanta a oggi.
Prima di uscire notiamo in vetrina una Fiat Cinquecento particolarissima, riportante sulla targa la dicitura “Topo-1965”: un modellino (a grandezza quasi reale) costruito con i mattoncini Lego. A proposito, pochi giorni dopo Stellantis ha nominato un nuovo amministratore delegato (vedi Mario Cianflone, Antonio Filosa, chi è e cosa ha fatto il nuovo ceo di Stellantis, ne ilsole24ore.com, 28 maggio 2025).
Sabato 17 maggio: il Salone internazionale del Libro
Non può mancare una nostra incursione al Salone internazionale del Libro allestito presso il Lingotto. L’edizione 2025, dal titolo Le parole tra noi leggere, ha aperto i battenti il giovedì precedente, con un’inaugurazione solenne cui è seguita la lectio della scrittrice francese Yasmina Reza. Molteplici padiglioni ospitano eventi (alcuni prenotabili, altri ad entrata libera), libri, riviste, giornali, giochi di ruolo da tavolo, giochi di società e di carte. Eventi e laboratori a tema si svolgono anche all’interno del Centro congressi di Lingotto e sulla Pista 500.
Come prevedibile, il sabato mattina la fiera è affollata di persone: alcune alla ricerca di una buona lettura, altre soltanto curiose di conoscere le ultime novità letterarie. Fortunatamente il meteo viene incontro ai numerosissimi visitatori, fra cui noi, riunitisi negli spazi esterni per un’improvvisata sosta culinaria.
Verso le ore 16 la nostra visita al Salone si conclude. Ripresa la linea 1 della metro, scendiamo alla fermata Racconigi. Quindi rincasiamo per riposare, in vista di una piacevolissima cena serale in centro con amici torinesi.
Domenica 18 maggio: pranzo nei luoghi di Camillo Benso conte di Cavour
Senz’altro non avremmo immaginato, in questa occasione, di conoscere personalmente i nostri parenti torinesi, purtroppo mai incontrati prima. Non avremmo poi certamente pensato di essere loro ospiti in una delle location più esclusive della città, sita sotto i sontuosi portici di piazza Castello. Niente di meno che una prestigiosa e storica caffetteria: quella che Camillo Benso conte di Cavour amava frequentare ai tempi in cui, formatosi il Regno d’Italia, ne era divenuto il presidente del Consiglio dei ministri.
Dopo di lui filosofi, poeti e artisti frequentavano il caffè nella seconda metà dell’Ottocento, periodo di grande fermento culturale a Torino. Un’atmosfera intrisa del marchio sabaudo; imponenti lampadari ottocenteschi in una cornice da raffinato salotto rendono ancor più magica la degustazione di piatti tipici locali, generosi nelle quantità e nel gusto.
Domenica 18 maggio: il Museo nazionale del Risorgimento italiano
Per “tenerci ancora addosso” questa atmosfera storica, trascorriamo l’ultimo pomeriggio in città visitando l’attiguo Museo nazionale del Risorgimento italiano, sito all’interno di Palazzo Carignano.
Accedendo a ben 30 sale suddivise per tematica e colore ammiriamo, fra l’altro, l’aula della Camera del Parlamento subalpino, all’interno del quale sono state decise le sorti della neonata nazione italiana. Oltre a più di 2.500 oggetti rappresentativi della Storia che ha condotto all’Unità d’Italia.
Ci immergiamo poi nella rappresentazione della cella in cui Silvio Pellico compose Le mie prigioni; dello studio del Conte di Cavour; della stanza di esilio di Carlo Alberto. Fra i documenti originali esposti possiamo leggere con i nostri occhi anche la sentenza di condanna a morte di Ciro Menotti. Con le gesta del Risorgimento italiano si conclude anche questa nostra ultima giornata trascorsa a Torino.
Ripartendo per Bologna lunedì in tarda mattinata, non riusciamo a visitare tutti i siti che vorremmo. Tre fra tutti: la Mole Antonelliana, che ospita il Museo nazionale del Cinema; il Palazzo Reale e la Venaria Reale. Contiamo però di tornare presto nel capoluogo piemontese e di proseguire il nostro tour.
Le immagini (foto di proprietà© dell’autrice dell’articolo, ma utilizzabili mediante semplice richiesta alla nostra mailto:redazione@lucidamente.com e successiva corretta citazione): il Palazzo Reale; vista di Torino dal trentaseiesimo piano; Lancia Flaminia “Quirinale” del 1961; modellino Fiat 500 in Lego; l’aula della Camera del Parlamento Subalpino; la cella di Silvio Pellico.
Emanuela Susmel
(Pensieri divergenti. Libero blog indipendente e non allineato)