Lettera aperta di “LucidaMente” a tutti i parlamentari sulla “proposta Profumo” di innalzare arbitrariamente l’orario settimanale di servizio dei docenti delle scuole medie inferiori e superiori italiane
Gentilissimi deputati e senatori, come associazione e come rivista, con tutti i propri redattori, aderiamo alla protesta in oggetto (NO AL PASSAGGIO DALLE 36 ALLE 48 ORE DI LAVORO; cfr. nostri servizi in calce).
Invitiamo tutti i parlamentari di qualunque parte politica a non rendersi complici di un provvedimento antidemocratico e antisindacale che avrà come unica conseguenza un ulteriore abbassamento del livello della scuola pubblica italiana, già disastrata da classi-pollaio, strutture da Terzo mondo, folli riforme dei programmi didattici.
Dovete considerare che, oltre a dover sostenere il fortissimo stress psicologico di avere a che fare con minorenni in un momento molto delicato della loro vita, gli insegnanti già oggi lavorano almeno 36 ore a settimana. Infatti, occorre aggiungere un’ora di lavoro (riunioni, preparazione lezioni e compiti, correzione compiti, studio, aggiornamenti, programmazione didattica, incontri con le famiglie, vigilanza, visite guidate, ecc.) a ogni ora di “lezione frontale” (18+18). Se circa metà dell’orario di servizio viene svolto a casa dagli insegnanti è perché le fatiscenti scuole pubbliche italiane mancano dei servizi necessari (aulette per ogni docente, scrivanie, pc, stampanti, spazi, bagni civili, mense, bar). In pratica, lavorando a casa, i docenti già fanno risparmiare miliardi allo stato nel mancato l’acquisto di arredi, libri, pc, materiali, strutture, ecc. Se dovesse essere approvata la proposta del ministro Profumo, si passerebbe da 36 a 48 ore di lavoro a settimana! Insomma, tutti i docenti con l’esaurimento nervoso e impossibilitati a insegnare decentemente.
Certi della vostra sensibilità sulla questione, inviamo cordiali saluti.
Vedi anche le petizioni: http://firmiamo.it/lascuolanonpaghilacrisi ehttp://www.petizionepubblica.it/?pi=scuola01
LucidaMente ha da sempre posto la scuola e l’istruzione al centro della propria attenzione. Vedi, tra gli altri articoli: Se 18 ore vi sembran poche… Profumo d’ignoranza La scuola italiana è giunta ormai alla frutta… Bologna: prosegue la raccolta firme per il referendum comunale sulla scuola Scuole “private”? Ben peggio delle pubbliche L’urlo della scuola (Italia-Bologna, 23-24 marzo) Ugolini, ovvero la scuola privata al governo Come si può studiare dentro “classi pollaio”? Artisti, «vil razza dannata»! La Riforma Gelmini e la non meritocrazia Tra Pon, Por e Pof… la scuola fa flop!“L’ignoranza rende la gente malleabile”
Rino Tripodi – direttore di LucidaMente-La Squilla on line, libera rivista telematica di cultura ed etica civile
(LM MAGAZINE n. 26, 15 ottobre 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 82, ottobre 2012)
Gli insegnanti chiedono pubblicamente di lavorare, come tutti, 36 ore in sede, dalle 8 alle 14, o – che so – 10-13, 15-17, per 5-6 giorni alla settimana con 18 ore di lezioni e il resto da utilizzare per quello che fanno già (riunioni, incontri con le famiglie, preparazione compiti, aggiornamento, correzione compiti, rapporti con allievi, ecc.). La gente deve rendersi conto che se attualmente fanno 18 ore a scuola e almeno 18 a casa è perché lo Stato così facendo risparmia luce, servizi, personale Ata, ecc.
A queste condizioni:
1. Disporre ciascuno di uno spazio singolo o da condividere con colleghi dotato di pc, libreria, scrivania;
2. Mensa/bar a prezzi ridotti;
3. Bagni adeguati e non puzzolenti, senza privacy e in comune con gli studenti;
4. Che si calcolino entro le “seconde” 18 ore scrutini, collegi docenti, ricevimenti, consigli di classe, gruppi operativi, programmazione, viaggi d’istruzione, aggiornamenti, ecc.;
5. Che si timbri un cartellino che attesti la presenza per 18+18 ore;
6. Basta macchinette antigieniche e poco sane, anche per gli studenti;
7. Basta mille incarichi;
8. Orario di lezione frontale ridotto per incarichi importanti come vicepresidi;
9. Basta altre figure per funzioni che possono essere svolte entro le 36 ore;
10. Basta “agenzie esterne” alla scuola: noi insegnanti dobbiamo avere la nostra professionalità: Profumo (e gli altri) pensa che pian piano, come già avvenuto per mense, assistenza handicap, servizi sociali (con risultati disastrosi a livello di servizi, sfruttamento dei lavoratori e professionalità), pian piano anche le docenze si daranno a cooperative e associazioni private, spesso vere e proprie associazioni a delinquere (vedi Lombardia); basta corsi di aggiornamento con docenti universitari o burocratici ispettori MIUR già ben pagati che vengono ulteriormente ben pagati per raccontarci ridicole scempiaggini: gli aggiornamenti ce li facciamo (e ce li facciamo pagare noi: abbiamo ingegneri informatici e telematici, gente che sa usare la LIM, gente che sa di teatro o economia, pubblicisti, scrittori, giornalisti, saggisti, poeti, esperti in Arte… non bastano?).
DOVE TAGLIARE NELLA SCUOLA:
È stato proposto un decalogo di voci di spesa che potrebbero essere prese in considerazione all’interno del MIUR per coprire il contributo di 183 milioni di euro da destinare alla legge di stabilità.
Tali risparmi di spesa potrebbero essere usati in sostituzione dell’aumento dell’orario di servizio settimanale per i docenti delle scuole superiori di primo e secondo grado.
• Riduzione esoneri e/o semiesoneri per distacchi presso USR, UST, MIUR, e per distacchi sindacali
• Richiesta di un contributo di solidarietà pari al 5% su tutti gli stipendi e pensioni all’interno del MIUR oltre i 100.000 euro lordi annui
• Riduzione del numero dei commissari esterni agli esami di stato da 3 a 2 componenti
• Nomina di presidenti e commissari agli esami di stato solo ed esclusivamente nel comune di servizio o di residenza
• Riduzione compenso per docenza nei corsi di recupero o loro abolizione
• Introduzione software open source nei laboratori e nelle segreterie
• Riduzione delle consulenze al MIUR (vedi il video “Porta a scuola i tuoi sogni”)
• Riduzione o abolizione del MOF
• Riduzione del fondo d’istituto per progetti e/commissioni poco attinenti alla didattica
• Riduzione dei finanziamenti alla scuola non statale