A contorno dell’attento e originale progetto di restauro strutturale e architettonico “Tutti i colori del pennello”, sei giorni di eventi, la mostra “Vedere oggi, come nel Quattrocento…” e “Tracce in luce”
Pochi sanno che i “marmorei” monumenti dell’antichità erano colorati. Tuttavia, anche in epoca medievale e moderna era consuetudine dipingere vivacemente gli edifici. Insomma, un aspetto quasi ignoto a noi contemporanei: quello dello “spazio pubblico dipinto”. Ora, attraverso il progetto Tracce in luce, i cittadini potranno riammirare quasi come nel Quattrocento, nel suo massimo fulgore, la Rocca di Vignola. Ma procediamo con ordine.
Le devastanti scosse di terremoto del 2012 hanno danneggiato, come si sa, molte chiese, edifici e monumenti di valore artistico dell’Emilia. A subire notevoli danni nella cittadina in provincia di Modena, è stata la torre del Pennello, innalzata probabilmente tra il 1416 e il 1419, nell’ambito dell’ampliamento della Rocca voluto da Uguccione Contrari. Grazie alla Fondazione di Vignola, proprietaria della Rocca, e ai contributi di Bper, Cms, Gruppo Hera e Toschi, è stato prima ideato e poi realizzato un progetto di consolidamento antisismico, restauro e conservazione della torre, denominato appunto Tutti i colori del pennello. Dopo tali interventi, realizzati seguendo le norme antisismiche che hanno così permesso il consolidamento statico della costruzione, sabato 5 settembre, dalle ore 19,30, la torre sarà riaperta ai visitatori.
Tre saranno gli importanti eventi che contorneranno la conclusione del restauro. Innanzi tutto, in piazza dei Contrari, vi saranno numerosi momenti di approfondimento e intrattenimento. Il programma (5, 6, 8, 9, 11 e 12 settembre) è molto vario e prevede la presenza, tra gli altri, dello scrittore Valerio Massimo Manfredi, presidente della Fondazione, del critico d’arte Philippe Daverio e del cantautore Francesco Guccini. Tutti gli spettacoli sono gratuiti e si svolgeranno anche in caso di maltempo. E, appena cala la notte, ecco le videoproiezioni architetturali che faranno rivivere, anche se in modo virtuale, gli ornamenti e i colori originali della Rocca.
L’intervento – una fase del quale ha previsto pure l’uso di droni – ha infatti permesso di riportare alla luce i raffinati fregi quattrocenteschi della fortezza (come la melagrana) e ha compreso il restauro conservativo dei preziosi frammenti dipinti e degli intonaci dell’epoca ancora presenti sulle facciate della torre. La parte sommitale appariva un tempo interamente colorata e affrescata con motivi architettonici e araldici. Il progetto, denominato, come abbiamo scritto all’inizio, Tracce in luce, consiste in un innovativo percorso di studio multidisciplinare e restauro virtuale: la finalità è quella di ricomporre/simulare, a partire dalle poche tracce rimaste, le decorazioni che nel Quattrocento impreziosivano le pareti esterne della Rocca. Esso, nell’ambito dell’Anno internazionale della Luce, ha ottenuto il patrocinio dell’Unesco.
Del resto, come ha affermato lo stesso Manfredi nella conferenza stampa di presentazione all’evento, tenutasi a Bologna lo scorso 2 settembre, la civiltà e l’estetica mediterranee si basano su aspetti vivaci – si pensi alle fontane – e sui colori (città “colorate” erano e in parte lo sono ancora Genova, Pesaro e soprattutto Mantova). Insomma, sulla spettacolarizzazione. Ma il tutto con un gusto sempre raffinato ed elegante. Ed è appunto un segno dell’eleganza italiana voler ingentilire persino i castelli, simboli guerrieri, con degli ornati.
Il terzo evento, che si protrarrà fino a domenica 18 ottobre, è costituito dalla mostra Vedere oggi, come nel Quattrocento, i decori esterni della Rocca di Vignola (piazza dei Contrari 4; apertura feriale ore 9-12, 15,30-19; apertura festiva ore 10,30-13, 15,30-19; ingresso gratuito). Il suo visitatore potrà ripercorrere le tappe principali del restauro, tra i primi in Italia nel suo genere, con gli studi e le indagini che hanno permesso l’esegesi e la ricomposizione dei frammenti degli ornamenti esterni. Adeguato spazio avranno le ricerche d’archivio e alcuni dei documenti storici che attestano la presenza e le vicende delle decorazioni, nonché le sofisticate e modernissime tecnologie impiegate per le indagini. Suggestiva l’esposizione di tavole a grande scala, dipinte a mano con la tecnica dell’acquerello, in grado di rendere con efficacia la consistenza pittorica quattrocentesca.
Per ulteriori informazioni: http://www.tutticoloridelpennello.it/.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno X, n. 117, settembre 2015)