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Home ATTACCO FRONTALE

Francesco I e le ombre del passato

Matteo Tuveri by Matteo Tuveri
17 Marzo 2013
in ATTACCO FRONTALE, SOTTO I RIFLETTORI, TEMATICHE CIVILI
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Jorge Mario Bergoglio si presenta umile, povero, assertore dell’onestà e della rettitudine, ma qualcuno sostiene che abbia appoggiato la dittatura argentina

Nato a Buenos Aires nel 1936 da una famiglia di origini piemontesi, Jorge Mario Bergoglio si laureò in Chimica e fece il suo ingresso in seminario nel 1958. Nel 1960 si laureò anche in Filosofia e dal 1964 insegnò Letteratura e Psicologia per tre anni. Dal 1973 al 1979 fu superiore provinciale dell’Ordine dei gesuiti dell’Argentina e rettore della Facoltà di Teologia e Filosofia dell’Università di San Miguel a San Josè. In occasione del Consiglio episcopale latinoamericano del 1979 si oppose alla teologia della liberazione (cfr. Teologia della liberazione, in http://it.wikipedia.org), ispirata ai principi del Concilio Vaticano II, che mette in evidenza i valori sociali e politici del messaggio cristiano. Nel 1992 Giovanni Paolo II lo nominò vescovo ausiliare di Buenos Aires, mentre dal 2005 al 2011 è stato a capo della Conferenza episcopale argentina.

1-BergoglioAccusato di collusione con il regime dittatoriale (1976-1981) di Jorge Rafael Videla, caratterizzato da una brutale violazione dei diritti umani (di cui i desaparecidos sono l’emblema), il nuovo pontefice avrebbe non solo fatto segregare i prigionieri della dittatura nella sua residenza estiva nell’isola di El Silencio (unico caso di un campo di concentramento in una proprietà ecclesiastica), ma anche “ignorato” episodi di tortura e rapimento di sacerdoti o donne avversi al regime, come Elena de la Cuadra (cfr. Diego Martinez, «Es la impunidad total» in www.pagina12.com.ar). Le ombre sul cardinale Bergoglio, a quanto pare omofobo e machista, sono lunghe e meritano un approfondimento: padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, le ha liquidate, in un suo comunicato, con due righe fin troppo scarne.

Hebe de Bonafini, presidentessa dell’Asociación Madres de Plaza de Mayo (che lotta affinché il genocidio. avvenuto durante la dittatura di Videla, non venga mai dimenticato), fa sapere: «Da moltissimi anni le Madri, sin dai primi tempi della nostra lotta, hanno intrattenuto relazioni solamente con i sacerdoti del Terzo mondo. Abbiamo redatto una lista di 150 sacerdoti assassinati dalla dittatura che la Chiesa ufficiale ha censurato e per i quali non ha mai proferito parola alcuna. Le Madri hanno parlato della Chiesa ufficiale [del suo coinvolgimento, ndr] quando ancora nessuno ne parlava. La Chiesa ufficiale è un oppressore, quella del Terzo mondo è una chiesa liberatrice. Continueremo a intrattenere rapporti di amicizia e collaborazione solo con i sacerdoti del Terzo mondo e a proposito di questo papa che è stato nominato ieri diciamo solamente: “Amen”» (cfr. Declaraciones de Hebe de Bonafini sobre el papa Francisco, in www.madres.org). La posizione delle Madres apre scenari imbarazzanti per il Vaticano e per l’Argentina, che ha visto la propria rinascita grazie ai peronisti di sinistra Nestor Kirchner e Cristina Fernández, osteggiati da Bergoglio.

1-VidelaI cardinali della Chiesa cattolica, spinti dalla paura di un calo di credibilità, hanno tentato di riverginare la propria reputazione. Un papa dalla lingua spedita, infatti, dovrebbe essere l’arma migliore per combattere gli errori, la corruzione e le collusioni con il potere. Gli alti prelati, tuttavia, hanno compiuto un passo che, a nostro avviso, non darà i risultati sperati. La storia oggi, a differenza del passato, è molto più comprensibile al comune cittadino e presenterà alla fine un conto molto amaro. La scelta, che oggi sembra ottimale, si potrebbe rivelare, a un occhio più attento, errata: lo scrittore e giornalista argentino Horacio Verbitsky ha definito Francesco I un bugiardo e un surrogato di Giovanni Paolo II (cfr. Bergoglio è un bugiardo, in http://video.sky.it e il libro di Verbitsky L’isola del silenzio, edito in Italia da Fandango).

Il nuovo pontefice dovrà muoversi da navigato manipolatore in un mondo in crisi, che, ricco di istanze di cambiamento, può trovare risposte solamente nella teologia della liberazione così aspramente combattuta. Per la gente comune, vittima dell’oblio dei giornali, si tratta, almeno per il momento, di un papa che rifiuta la croce d’oro, paga personalmente l’albergo nel quale ha soggiornato e parla a braccio: dunque, di un pontefice, tutto sommato, simpatico. Viene da chiedersi se, con questi cambiamenti di ordine simbolico, non si voglia adottare la vecchia tecnica del panem et circenses, regalando ai fedeli un nuovo “papa attore”. Staremo a vedere come sarà la sua interpretazione…

1-Bergoglio e KirchnerFrancesco I ha svolto i suoi primi incarichi puntando su una facciata moderna, dal basso profilo, citando frasi un po’ avulse dalla realtà e poco credibili come: «I cardinali sono i preti del Santo Padre. Quella comunità, quell’amicizia, quella vicinanza ci farà bene a tutti. […] Non cediamo mai al pessimismo, a quell’amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno» (cfr. Discorso del Santo Padre Francesco, in http://vangelodelladomenica.myblog.it). Egli sta adottando uno stile millenarista in cui, a parte l’aria comunicativa molto friendly, si ripropone lo stereotipo della Chiesa padrona e del popolo “minorenne”. Siamo, perciò, lontani anni luce dal cambiamento invocato da Maria José Rosado Nunes, presidentessa del movimento Brasil católicas por el derecho a decidir (cfr. Mariana Carbajal, Bergoglio debería llamar a un tercer Concilio Vaticano, in www.pagina12.com.ar).

Altri articoli di LucidaMente sul nuovo pontefice:
La Chiesa al bivio: riforma o controriforma?
Che bontà non lapidare l’adultera!
Francesco I, quante ombre
La nuova sfida della Chiesa al mondo laico

Non illudetevi sul nuovo papa

Le immagini: Jorge Mario Bergoglio, in una foto del 2008 (fonte: http://it.wikipedia.org; autore: Aibdescalzo); il dittatore Jorge Videla; l’incontro tra Bergoglio e il presidente argentino Cristina Fernández, avvenuto alla Casa Rosada nel 2007 (fonte: www.casarosada.gob.ar; autore: Casa Rosada).

Matteo Tuveri

(LucidaMente, anno VIII, n. 87, marzo 2013)

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Tags: Argentinabergogliochiesa cattolicafocusKirchnerpapateologia della liberazionevaticanovidela
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Comments 0

  1. Matteo Tuveri - redazione says:
    12 anni ago

    Ritengo, per dovere di cronaca, di dover aggiungere all’articolo le informazioni presenti nel seguente articolo nel quale Horacio Verbitsky espone e pubblica due documenti che comprovano la ahinoi veridicità di determinati accadimenti, parliamo del rapimento e della persecuzione di due sacerdoti cattolici, avvenuta sotto gli occhi acquiescenti di Jorge Mario Bergoglio:

    http://www.pagina12.com.ar/diario/elpais/1-215961-2013-03-17.html

    Rispondi
  2. Serenella says:
    12 anni ago

    Leggendo con l’aiuto di un traduttore questo articolo vengono i brividi: http://www.pagina12.com.ar/diario/elpais/1-216033-2013-03-18.html
    Mi chiedo come mai a questo dittatore-delinquente sia venuto in mente di parlare proprio adesso. Quale fatto gli avrà favorito la favella dal carcere?

    Rispondi
  3. Andy says:
    12 anni ago

    Penso che l’articolo sia molto onesto: manifesta dubbi, fa presente che ci sono ombre ma fa capire che è necessario aspettare per capire il personaggio. Siamo pieni di commenti superficiali su questo Papa, dal suo sorriso dolce al suo gesto simpatico. Ma preferisco qualcuno che va oltre, che cerca di andare oltre a questi aspetti superficiali.

    Rispondi
  4. Matteo Tuveri - redazione says:
    12 anni ago

    Cari lettori, prima di tutto ringrazio per l’attenzione e l’interesse. Vi invito ad informarvi e a non basare la vostra opinione su un gesto plateale, un sorriso demagogico (per quanto simpatico) o una frase ad effetto. La riforma della Chiesa cattolica non può passare ovviamente per una serie di gesti populisti (per quanto graditi all’opinione pubblica) e nemmeno solamente attraverso una apparente riforma della corte assolutista del palazzo apostolico.

    Una riforma di una Chiesa, che in quanto tale promette di rappresentare Dio (che in quanto tale non può parlare), deve passare attraverso una perfetta unione fra il suo operato e la ricchezza del genere umano. Una Chiesa che cerchi di uniformare l’uomo a sua immagine e somiglianza, secondo quanto dettato dalle proprie sacre scritture, cerca di manipolare, asservire e comandare sulla eterogeneità dell’uomo e sulle sue particolarità che Dio stesso, secondo un principio religioso, ha permesso. L’inclusione sociale dovrebbe dunque essere alla base dell’azione di una Chiesa. Il vero cambiamento della Chiesa Cattolica sarà quello che avrà agito sul principio di Primato della coscienza, su un concetto di sessualità che non sia limitato a quello della sfera “matrimoniale”, come comunemente inteso (sfera che gli stessi sacerdoti cristallizzano in un ideale che mai loro potranno realizzare).

    Inoltre, vera Chiesa sarà quella che saprà parlare non solo alla sfera emozionale dell’uomo, ma anche a quella razionale, inspirando rispetto per il suo esimersi dalle diatribe politiche e evitando collusioni con il potere secolare. Concludo invitando tutti voi a restituire all’evento, la nomina di questo nuovo Papa, la propria reale importanza: il Vaticano è uno stato piccolo, sia territorialmente che economicamente, che non partecipa al mercato internazionale, alle politiche dei Diritti umani e che non firma i trattati internazionali. Uno stato teocratico che, se vorrà sopravvivere, dovrà cambiare. E’ mio parere, infatti, che la nomina di un Papa influisca sulle vite delle persone comuni nela misura in cui il fatto che io oggi mangi pesce o carne influisca sulle vite di tutti voi che leggete. Troppa importanza, insomma, per uno stato che non produce PIL, che non ha lavoratori (se non pochi e tutti secolari) e che non è nei mercati internazionali.

    Non basteranno una croce di ferro e la giustificazione del Demonio a salvare una realtà medievale in un mondo moderno che lotta per trovare nuove dimensioni di libertà e di pace. La tentazione di ritornare al passato può essere forte, ma la storia testimonia che il mondo va sempre inesorabilmente avanti.

    Stiamo a vedere che accade, ricordando che uno stato laico è un diritto di tutti, anche dei credenti (perchè anche loro non sanno se, in definitiva, sarà sempre la loro religione ad avere la meglio).

    Rispondi

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