L’«associazione per il diritto a morire con dignità», nel decennale della fondazione, ricorda l’anno appena trascorso ripercorrendo le proprie attività e gli avvenimenti connessi alle tematiche del fine vita
Era estate. Era esattamente il 27 luglio 2001, quando a Roma, in piazza Santi Apostoli 73, alle ore 17, si costituiva l’associazione LiberaUscita. Nell’atto costitutivo, si può leggere che essa «ha lo scopo di sostenere e promuovere i diritti fondamentali della persona e della dignità umana, con particolare riferimento alle iniziative necessarie per modificare l’attuale legislazione sull’eutanasia e per la sua depenalizzazione». A quel tempo, temi come il fine vita, il testamento biologico, l’eutanasia, potevano sembrare d’èlite, da intellettuali, magari da pervicaci anticlericali. A ormai più di dieci anni di distanza, si può invece dire che i fondatori dell’associazione avevano avuto lo sguardo lungo.
Negli ultimi anni la violenza del potere, in particolare quello vaticano, nel voler sottrarre persino il corpo umano nella sua fase terminale alla libera scelta individuale si è fatta più arrogante e pervasiva (vedi gli approfondimenti di LucidaMente Il dominio del potere su anime e corpi, Prepotenza “cattolicista” e carte di autodeterminazione. E i casi Coscioni o Welby (vedi il nostro servizio Andarsene con dignità) o Englaro o Nuvoli o Monicelli o Magri, proprio per la loro emblematica diversità (Da Luca Coscioni a Eluana Englaro), non sono altro che la punta dell’iceberg di drammi quotidiani che investono milioni di italiani. Oggi il problema è sentito da tutti gli italiani, che, regolarmente, a ogni sondaggio, si esprimono in favore dell’autodeterminazione, fino all’eutanasia.
Oggi LiberaUscita conta migliaia di aderenti, e anche grazie al loro impegno faticoso e logorante, il testamento biologico può essere sottoscritto in centinaia di comuni di tutta Italia. Tra i soci onorari dell’associazione, nomi tra i più belli della cultura e dell’impegno civile italiano, quali Corrado Augias, Alessandro Battisti, Giorgio Benvenuto, Franco Ferrarotti, Giovanni Franzoni, Margherita Hack, Adriano Musi, Federico Orlando, Valerio Pocar, Mario Riccio, Stefano Rodotà, Franco Toscani, Umberto Veronesi (citato in Se la medicina non guarisce…), Mina Welby.
Abbiamo chiesto al segretario Giampietro Sestini e alla presidente Maria Laura Cattinari di riassumerci com’è stato per l’associazione il 2011, un anno certo importante e denso di avvenimenti. Ecco le loro parole.
«Possiamo ricostruire una sorta di cronologia, partendo da un triste 10 gennaio 2011. In quella data, infatti, nel “tempietto egizio” del cimitero Verano di Roma si tiene il commiato laico di Giancarlo Fornari, fondatore e primo presidente nazionale di LiberaUscita (vedi Una grave perdita, quella di Giancarlo Fornari, ndr). Nello stesso giorno la Corte costituzionale rigetta il ricorso del Governo contro l’articolo 48 della legge finanziaria della Regione Emilia-Romagna che garantisce piena parità di accesso ai servizi a tutte le famiglie, e quindi anche alle coppie di fatto di gay e lesbiche. Il 12 gennaio viene pubblicato il Rapporto Eurispes 2011, secondo il quale il 66,2% degli italiani è favorevole all’eutanasia. Sempre il 12 gennaio, il Tribunale di Firenze accoglie la richiesta di un cittadino di 70 anni di nominare un amministratore di sostegno per evitare, qualora divenga incapace di intendere e volere, interventi sanitari contro la sua volontà. Nel contempo anche un giudice di Treviso autorizza una donna di 48 anni a rifiutare sia la trasfusione che la tracheotomia e nomina l’amministratore di sostegno. Il 19 gennaio la Chiesa valdese di Roma apre al pubblico uno sportello dove è possibile depositare, nel rispetto di tutte le garanzie legali, il proprio testamento biologico. Il 20 gennaio la Cassazione dice stop al disinvolto riconoscimento da parte dei tribunali delle sentenze della Sacra Rota che annullano i matrimoni, in quanto la “cancellazione” delle nozze è spesso una scappatoia per non pagare gli alimenti dovuti per legge in caso di divorzio civile. Il 29 gennaio, su iniziativa di oltre 30 associazioni laiche, fra cui LiberaUscita, si costituisce a Modena il Cln (Coordinamento laico nazionale). Maurizio Cecconi e Cinzia Gori ne sono i portavoce; la presidente di LiberaUscita, Maria Laura Cattinari, fa parte del coordinamento.
Passiamo a febbraio. Il 4 il tribunale civile di Milano, dopo quelli di Catania e Firenze, solleva la questione di incostituzionalità della legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita per la parte che vieta la fecondazione eterologa. Il 7 febbraio medici e operatori sanitari della Cgil sottoscrivono un appello per la libertà di scelta sul testamento biologico e contro l’accanimento terapeutico; mentre, organizzato dal Comune di Modena con la collaborazione di alcune associazioni fra cui LiberaUscita, nella città emiliana si svolge il primo convegno nazionale sui registri per i testamenti biologici. Il 9 febbraio, nel 2° anniversario della morte di Eluana Englaro, il Governo celebra la “Giornata nazionale degli stati vegetativi”. Beppino Englaro e associazioni laiche tra cui LiberaUscita, per evitare lo scontro e la rissa, si astengono da ogni replica alla vergognosa provocazione. Il 21 febbraio il presidente delle Chiese evangeliche dichiara che la proposta di legge sul testamento biologico «calpesta la dignità della persona e viola il diritto alla libertà di scelta».
Marzo. L’8 le associazioni mediche Fesin (Federazione Società di Nutrizione), Siaarti (Società Anestesia e Rianimazione), Sicp (Società cure palliative), Sinpe (Società Nutrizione parenterale ed enterale) e Fnomceo (Federazione Ordini medici) si dichiarano contrarie al ddl Calabrò. Il 15 marzo la Cassazione conferma la rimozione di Luigi Tosti, giudice di pace a Camerino, poiché si è rifiutato di tenere udienza in tribunali che espongono il crocifisso. Il 18 marzo la Grande Chambre della Corte europea per i diritti dell’uomo in sede di appello assolve l’Italia dall’accusa di violazione dei diritti umani per l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche. In primo grado, invece, la Corte aveva accolto il ricorso di Sonia Lautsi.
Il 27 aprile, presso la sala stampa della Camera dei Deputati, si tiene la Conferenza indetta dal Coordinamento laico nazionale sul tema Sulla mia vita scelgo io. A maggio si svolgono manifestazioni in diverse città italiane a sostegno dei registri dei biotestamenti. L’8 maggio si suicida in Svizzera Günther Sachs; malato di Alzheimer, riteneva «indegno perdere il controllo mentale sulla sua vita». Il 13 giugno i votanti ai quattro referendum superano il 54%: l’istituto referendario viene rilanciato dopo anni di mancato quorum.
E, dopo l’estate, passiamo agli ultimi mesi dell’anno. Il 14 settembre la Camera dei deputati approva un ordine del giorno di Enzo Raisi (Futuro e libertà per l’Italia) per la revisione delle esenzioni fiscali di cui beneficia la Chiesa cattolica. Nei giorni 16 e 17 settembre, si svolge a Mondorf-les-Bains (Lussemburgo) la Conferenza biennale della Rtde, Federazione europea delle associazioni per il diritto di morire con dignità. LiberaUscita partecipa con due delegati: la presidente Cattinari e Léon Octave Bertrand. Il 19 novembre si celebra a Udine la Giornata nazionale del testamento biologico indetta dal Cln, Coordinamento laico nazionale (vedi al riguardo gli articoli della nostra rivista https://www.lucidamente.com/10527-sulla-mia-vita-scelgo-io-udine-19-novembre/ e https://www.lucidamente.com/10692-%c2%abuna-legge-contro-le-libere-volonta-del-cittadino-ma-%e2%80%9csulla-mia-vita-scelgo-io%e2%80%9d%c2%bb/, ndr). Il 28 novembre si suicida in Svizzera Lucio Magri, profondamente depresso a seguito della morte della moglie. Il 7 dicembre, appello di Micromega affinché anche la Chiesa paghi l’Ici e il Municipio XI di Roma istituisce il registro delle unioni civili. Il 12 dicembre, alle ore 21,41, Silvio Berlusconi si dimette da Presidente del Consiglio. Si chiude così un lungo periodo della storia d’Italia caratterizzato da una costante chiusura sui temi della laicità dello Stato e vengono al pettine gravi problemi economici mai affrontati in modo adeguato».
Ci sembra un quadro con luci e ombre. Evidentemente, la strada per l’affermazione dei diritti civili in Italia è ancora lunga. E, allora, per chi volesse impegnarsi per tali diritti e associarsi a LiberaUscita?
«I vecchi soci possono rinnovare l’iscrizione per l’anno 2012 versando semplicemente la quota sociale. Per divenire nuovi soci occorre sottoscrivere e inviare, oltre la quota sociale, regolare domanda di ammissione. Il modulo per la domanda può essere prelevato dal nostro sito (www.liberauscita.it) e, una volta compilato, trasmesso via e-mail o fax o posta ordinaria o consegnato, insieme alla quota sociale, al responsabile territoriale di LiberaUscita. L’importo annuo della quota sociale per i soci ordinari è rimasto invariato in € 25. Coloro che possono versare di più divengono soci sostenitori. Coloro che non dispongono di redditi (ad esempio, studenti, casalinghe, disoccupati) possono versare una quota ridotta, ma non inferiore ad € 10. Il pagamento della quota può essere effettuato in contanti o con assegno oppure tramite: a) bollettino postale, sul c/c n. 39698733, intestato a “Associazione LiberaUscita, via Genova 24, 00184 Roma”; b) bonifico bancario sul c/c Banco Posta, IBAN IT06H0760103200000039698733, intestato come sopra».
A cura di LucidaMente e LiberaUscita, nel 2007 è stato dato alle stampe Non sono un assassino. Il caso “Welby-Riccio” francese (Prefazione di Mario Riccio, Introduzione di Giancarlo Fornari, inEdition editrice/Collane di LucidaMente, pp. 176, € 15,00) di Frédéric Chaussoy, traduzione di Je ne suis pas un assassin, edito in Francia da Oh! Editions. Per saperne di più: La vicenda di un giovane, della madre e di un medico; “In Francia affetto e simpatia, in Italia…”; “Non sono un assassino”: quando prevale l’umanità; “Occorre rispettare il volere dei malati”; Il caso Humbert e l’anomalia italiana.
Le immagini: logo dell’associazione LiberaUscita; Giancarlo Fornari; foto di gruppo con Umberto Veronesi, Beppino Englaro, Mina Welby; copertina di Non sono un assassino. Il caso “Welby-Riccio” francese (Prefazione di Mario Riccio, Introduzione di Giancarlo Fornari, inEdition editrice/Collane di LucidaMente).
Katia Grancara
(LucidaMente, anno VII, n. 73, gennaio 2012)
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