Vincenzo Di Michele nel suo nuovo libro edito da Fernandel spiega che con l’annullamento dei matrimoni attraverso il tribunale della Santa Sede viene a cessare ogni forma di sostegno economico all’ex coniuge. Ma molte altre sono le curiosità che pochi conoscono…
Qual è il motivo per cui è in aumento il numero delle coppie, che, per sciogliere il proprio matrimonio, preferiscono intraprendere la procedura dell’annullamento religioso anziché optare per la separazione civile? Si potrebbe pensare a un “revival”religioso.
Più prosaica l’interpretazione che ne dà Vincenzo Di Michele nel suo nuovo libro Come sciogliere un matrimonio alla Sacra Rota, senza riconoscere un sostegno economico all’ex coniuge (Fernandel, pp. 192, € 12,00). Si tratta spesso di una scelta di carattere solo economico, giacché le sentenze ecclesiastiche di nullità comportano la cessazione di qualsiasi onere economico nei confronti dell’ex coniuge, tra cui appunto l’assegno di mantenimento. L’inchiesta compiuta dall’autore attraverso la sua pubblicazione mira alla descrizione delle varie problematiche del tema affrontato, dalle fasi di svolgimento processuale ai relativi tempi, non poi così tanto distanti da quelli ora accorciati dal recentissimo “divorzio breve”.
Al di là della valutazione dei partner, se di carattere religioso per avere una possibilità di risposarsi in chiesa, o altrimenti se mirata al conseguimento del beneficio economico, ciò che si riscontra nella realtà è un trend ascendente delle richieste di nullità matrimoniale per la via religiosa. Sempre più coppie si rivolgono ai tribunali ecclesiastici e il dato statistico indica inequivocabilmente come, a fronte di un aumento delle cause religiose, si è anche riscontrato un aumento delle sentenze affermative di nullità matrimoniale. Insomma, una via alternativa al divorzio. Addirittura alcune coppie hanno fatto richiesta di annullamento della loro unione dopo solo tre mesi dal loro matrimonio.
Tuttavia, la vera novità presentata da Di Michele nella sua opera è stata la trattazione concreta di più di trenta casi pratici di annullamento matrimoniale in cui si riscontravano dei vizi, tra cui: l’immaturità, la simulazione, l’egoismo, la timidezza, l’incapacità, la malattia, il maschilismo, l’infedeltà, la gelosia, l’infertilità, la violenza, l’esclusione della prole, l’impotenza, l’omosessualità, la ninfomania, la frigidità, le relazioni sessuali dei coniugi con rapporti “non naturali” (ovverossia protetti con il profilattico) e alcuni comportamenti sessuali trasgressivi come il voyeurismo e il sadomasochismo.
Infine una curiosità che ribalta alcune opinioni diffuse: non è assolutamente vero che l’annullamento dei matrimoni al Tribunale della Rota Romana sia una procedura riservata ai soli ricchi e ai personaggi più in vista. Addirittura è prevista una forma di patrocinio gratuito e anche un patrono stabile, il cosiddetto “avvocato d’ufficio”. Nel libro lo studioso analizza le varie modalità economiche, da quelle gratuite a quelle a pagamento, con minuzioso dettaglio per gli eventuali oneri aggiuntivi – nel caso si rendesse necessario un giudizio di 3° grado – del Tribunale della Rota Romana.
Altre recensioni di libri di Vincenzo Di Michele apparse su LucidaMente: Il leader della grande Lazio (su Giuseppe Wilson);Il mistero della “liberazione” del Duce a Campo Imperatore.
(m.d.z.)
(LucidaMente, anno IX, n. 102, giugno 2014)
Che esistano ancora istituzioni di tipo medievale come la “Sacra” Rota è davvero un’indecenza. Stento comunque a credere che non vi siano procedure processuali accelerate per chi può permetterselo. So con certezza di una coppia che, negli anni 60, aveva deciso di separarsi: è bastata un’offerta di 10.000 lire (a quell’epoca, somma considerevole) e l’acquisto di un paio di false testimonianze da parte di individui di pochi scrupoli che non conoscevano neanche i due partner per ottenere l’annullamento per direttissima. Un’altra signora che conoscevo, essendo priva di mezzi, ha dovuto aspettare 40 anni per ottenere l’annullamento, e figurarsi come si era ridotta quando è stata finalmente dichiarata “libera” dai prelati della Rota (i quali, incidentalmente, di rapporti fra i due sessi non sanno, o non dovrebbero sapere, un bel niente). Per non parlare dei figli che dopo l’annullamento diventano illegittimi…
Gentilissimo dott. Bressan, grazie per averci scritto. La nostra era solo una segnalazione della pubblicazione. Nel merito, non possiamo che essere d’accordo con lei.