Con il suo primo romanzo, “Aurora’s Mind. Il cervello di Aurora” (Edizioni Il Foglio), Giovanni Modica costruisce un thriller d’atmosfera, con tanti rimandi a un certo cinema italiano di genere
«Si sentono grida provenire da chissà quali stanze, non si tratta più di strane ombre che si fermano davanti alla sua porta schiusa proiettandosi all’interno dal corridoio ancora acceso… […] Le urla in lontananza la fanno nuovamente rannicchiare sotto le coperte. Perché la bella clinica, di notte, diventa così tetra e permeata di stranezze indicibili?».
Una clinica psichiatrica tra splendore e misteriose oscurità
Questa è l’atmosfera inquietante e misteriosa che aleggia, secondo i pensieri di Aurora, nella clinica psichiatrica nella quale è ricoverata con molte altre ospiti. E Aurora è appunto la protagonista del giallo-thriller Aurora’s Mind. Il cervello di Aurora (Edizioni Il Foglio, Piombino 2025, pp. 164, € 14,00). Si tratta del primo romanzo di Giovanni Modica, già autore di numerosi saggi soprattutto sul cinema horror italiano, da Dario Argento a Lucio Fulci, nonché curatore dell’antologia di racconti Storie felsinee. I 34 racconti di Bologna, che abbiamo già recensito sulle nostre testate on line (leggi qui e qui)
E, in effetti, numerosi sono i rimandi del libro al cinema. Alcuni esplicitamente citati dall’autore, come Picnic ad Hanging Rock (1975, di Peter Weir), per il contrasto tra la luminosità dell’ambiente, spesso solare e splendente, che caratterizza la clinica, e l’atmosfera misteriosa ed enigmatica che vi si respira. Aggiungeremmo anche un parallelo con Mine-Haha, ovvero Dell’educazione fisica delle fanciulle (1903) di Frank Wedekind (da cui è stato tratto nel 2005 un criticato film di John Irvin), anch’esso ambientato in una struttura tutta al femminile, un collegio, con qualcosa che… non va.
Nel gioco dei rimandi inseriremmo anche altre opere cinematografiche, come il davvero terrorizzante horror Letto numero 6 (2020, di Milena Cocozza), anch’esso sviluppato in un ambiente ospedaliero, pediatrico, con cupi risvolti psichiatrici e con una soluzione collocata nel passato. E, del resto, Aurora’s Mind potrebbe senz’altro costituire la sceneggiatura per un film.
Le oscure visioni di Aurora
Di tanto in tanto, delle visioni inquietanti, dei flash improvvisi che esplodono nella sua mente, annichiliscono Aurora: «Vedo con gli occhi di un bambino, sento carillon, sussurri, vedo ombre enormi durante la notte, e poi musiche che sembrano lunghissime… Un rimbombo continuo, dilatato».
Sono suoi ricordi? Esperienze vissute da altri? Sono fantasie allucinatorie o reali? E, se reali, si riferiscono a eventi del passato, del presente o sono premonizioni? Intanto, due pazienti e un’infermiera perdono la vita. Per suicidio o morte naturale o avevano scoperto qualcosa che le ha rese “scomode”?
L’abilità di Modica consiste proprio nel costruire una tensione continua che induce il lettore a volerne sapere di più su ciò che sarà ovviamente rivelato solo alla fine del romanzo. Il tutto attraverso brevi capitoli, appunto quasi sequenze cinematografiche, e una scrittura scorrevole e chiara. In conclusione, un buon esordio per un esperto di thriller e atmosfere inquietanti.
Le immagini: la copertina di Aurora’s Mind e, a titolo gratuito da Pixabay, una foto di Jorge Franganillo.
Rino Tripodi
(Pensieri divergenti. Libero blog indipendente e non allineato)