Intervento di Marco Strada, segretario del Psi bolognese, dopo il terremoto alle elezioni francesi
Il test elettorale francese sancisce la pericolosa criticità attuale dell’Europa. Si potrebbe affermare che, a forza di tirare la corda, questa certamente si spezza. E si spezza nel modo peggiore, cioè dando spazio al populismo di destra o alimentando il regionalismo protestatario e qualunquista.
La Germania, o meglio la Merkel, ha una primaria responsabilità. Continuare con una politica di austerità ad ogni costo, penalizzante soprattutto per alcuni paesi, ma tutto sommata non svantaggiosa per alcuni altri, conduce a due conseguenze: la sfiducia verso la Comunità europea; il crescente sconcerto che si tramuta in avversione da parte della popolazione la cui maggioranza vede peggiorare le condizioni di vita e diminuire le opportunità di lavoro. L’euro viene visto come la fonte del declino di gran parte dei 17 paesi che hanno adottato la moneta unica. Ma anche nei restanti 11 paesi dell’Unione europea – e non solo per contaminazione – si riesuma una rinnovata tendenza antieuropea. Come avviene in una famiglia quando le cose vanno male, per cui riemergono vecchi dissapori che il tempo sembrava avere dissolto.
Sarebbe semplicistico, comunque, addossare tutte le colpe alla cancelliera tedesca. Anche i governi, di centro o di sinistra, dei paesi più colpiti dalla crisi hanno la loro responsabilità. È mancata una visione rinnovatrice, è prevalso il rinvio delle soluzioni a causa della miope visione politica da cui traspare che tanto si arrangeranno i governi successivi. Questa è stata più o meno la perversa tattica dei nostri governanti. Del resto, non è mistero che la politica sia fatta anche di furbizia deleteria. Ma è ancor peggio quando non solamente si delegano le soluzioni ai posteri, ma pure si governa contribuendo ad aumentare la stessa gravità dei problemi. Lasciando cioè disinvoltamente “piovere sul bagnato”.
Il test elettorale francese ha inoltre un significato che ci sta particolarmente a cuore: esso costituisce una seria battuta d’arresto per il socialismo. Più della vittoria, presumibilmente effimera, della destra di Marine Le Pen, ci rammarica il regresso del Partito socialista d’oltralpe. Da questo dato negativo dobbiamo trarre un insegnamento: il socialismo europeo non può vivacchiare, sottacere, conformarsi tanto per sopravvivere, né subire la pressione delle forze economiche che ignorano le condizioni dei lavoratori dipendenti e del ceto medio, dei giovani e degli anziani. Bisogna reagire energicamente, recuperare appieno le premesse etiche e sociali alla base del progresso unitario dei popoli europei, alzare la voce per contrastare il populismo, riprendere autorevolmente la guida della partecipazione, della solidarietà, dell’equità.
In altri termini, chi, se non il socialismo, può ridare vitalità ai valori originari dell’integrazione europea? Ecco perché io credo che le prossime elezioni europee abbiano una importanza determinante per consentire di riprendere un cammino di sviluppo e di speranza. Ecco perché dobbiamo fare tutto il possibile affinché il voto del 25 maggio rappresenti il momento di svolta che attendiamo per transitare dal declino alla riconquista del protagonismo socialista.
Marco Strada – segretario della Federazione provinciale del Psi di Bologna
(LucidaMente, anno IX, n. 100, aprile 2014)