Scrive Davide Rondoni: «La sua è una poesia tesa a rammagliare il mondo. Una lotta per non dare perduto nulla delle relazioni principali, e dei tesori della percezione anche occasionale. Una poesia di veglia, e di una veglia che brucia sia ai margini della città contemporanea e dei suoi vivissimi drammi, sia nel luogo feriale e femminile. Sono quelle strane veglie femminili di cui vediamo i segni – noi che di notte spesso conosciamo le strade fino all’alba – in rare finestre illuminate, in alte specole di condomini, quasi come disperse luci votive mentre la notte cambia colore».
Il critico letterario delinea così alcune delle peculiarità dei versi di Cinzia Demi contenuti nella raccolta poetica Il tratto che ci unisce (Prefazione di Davide Rondoni, Prova D’Autore, pp. 96, euro 10,00), valutazioni che condividiamo. Abbiamo il piacere di ospitare di seguito sulla nostra rivista alcune liriche tratte dalla suddetta silloge, caratterizzate da temi quali il ricordo e la natura, per la Demi dolci e palpitanti stimoli evocativi.
cosa resta
cosa resta
delle partenze
un armadio spoglio
un diario che sfoglio
è intera la luna
stasera
che fatica guardarla
come fa a sapere
che la vita continua
nel riflesso del mio bicchiere
forse lei mi può vedere
io incerta respiro il suo chiarore
che strano sapore
che strano sapore
possono avere le stelle
ho la bocca piena di sale
dicono non sia giusto guardarle
se pensi
a quanta luce ti danno
proprio adesso
che camminare al buio
è più semplice che mai
vanno via
vanno via
come gli ultimi giorni d’Aprile
i resti di questo caldo inverno
inquieta la primavera
non squarcia non sfronda
il primo cuore di tutti
voce corale l’aspetta
aspetta il mattino dalle ombre chiare
e la strada col suo vociare nuovo
aspetta fiori e frutti
e fiato di fieno bagnato
aspetta un assolato pomeriggio
dover rinascono negli occhi
i giochi tra i capelli sudati
vento caldo e vivo
di violacciocche e rose
nella campagna di casa
dove ancora facevano meraviglia
le prime luci della sera
così distratto a quell’ora
così distratto a quell’ora
lo sguardo del mare
al tempo di scuola
poesia come sale
(così davvero era)
lambisce la scogliera
d’agave in fiore
e fichi d’india
già cotti al sole
con noi l’onda del sapere
(a quell’ora passava
sempre una nave
che del suo carico
nulla lasciava vedere)
e voglia di rubare
magari ai gabbiani
un sogno con le mani
con le mani dal gessetto
con le mani dal gessetto
imbiancate
ci si disponeva in fila
da bambine
sull’asfalto quadrati perfetti
e precisi salti
al centro del disegno
non toccate la campana –
(nell’allungo della gamba
si alzava la sottana)
era lo scopo del gioco
e il cuore ci scoppiava
se la mossa riusciva
la cantilena scemava
dolce quell’aria
di metà giugno
quando l’estate
con le rondini azzurre al cielo
si aspettava in bicicletta
col profumo del pane
“zuppato” nel latte
e un pezzetto di mare
al mattino
era già un’altalena
una palla
un cespuglio di more
una voglia
di andare
Della periferia
Scendo sempre alla fermata prima
l’autobus riparte continua
guardo l’asfalto che qui screpola e ribolle
e sto attenta alle buche
e a non mettere il piede dov’è molle
al diavolo la strada stasera
senti che profumo di lavanda
lo so è quel bucato steso che lo manda
ma il cielo è ancora così azzurro a quest’ora
anche per quell’anziana signora
che mi guarda incuriosita mi odora
come il cane che si ferma un attimo
che smette di cercare
forse mi vorrebbe parlare
ma guardo già più avanti
oltre il ponte oltre i campi
oltre l’ultimo palazzone
oltre l’ultima coda sullo stradone
oltre il fiume
oltre l’ultimo lembo di verde
oltre la vita disperata che emerge
tra quei filari di cassonetti pieni
in quegli occhi di indaco e di lupo
che in una sera come questa
accennano un sorriso di saluto
(da Cinzia Demi, Il tratto che ci unisce, Prefazione di Davide Rondoni, Prova D’Autore)
L’AUTRICE
Cinzia Demi (nata a Piombino) vive a Bologna. È operatrice culturale. È fra i collaboratori della rivista nazionale di poesia e letteratura ClanDestino. Fa parte del gruppo poetico Laboratorio di Parole, per il quale cura le relazioni esterne, dirige la rivista bimestrale Parole e ha curato l’uscita della prima antologia dei poeti, per la casa editrice Pendragon. Organizza scambi culturali e gemellaggi in varie località d’Italia. Cura la regia di eventi di poesia e arte varia. Ha collaborato e collabora con il Centro di Poesia contemporanea dell’Università di Bologna, con l’Università Primo Levi di Bologna, con l’Associazione Italia medievale, con la Festa della Storia organizzata dal Dipartimento delle Discipline storiche dell’Università di Bologna e con molte altre associazioni e istituzioni sul territorio nazionale.
Nel 2007 ha pubblicato il libro Incontriamoci all’Inferno. Parodia di fatti e personaggi della Divina Commedia di Dante Alighieri (Pendragon, prefazione di Gianfranco Lauretano), ristampato nel 2010. È appena uscito per Fara Editore il suo ultimo lavoro: Caterina Sforza. Una forza della natura fra mito e poesia, con prefazione di Marco Viroli. Sono in preparazione presso Albatros Il Filo le sue fiabe in poesia Al di là dello specchio fatato. Della lirica poetica l’autrice dice che “fa parte della sua vita, soprattutto in forma di ascolto”.
L’immagine: Cinzia Demi, il suo volto.
Viviana Viviani
(Lucidamente, anno V, n. 59, novembre 2010)