Con la sua raccolta di racconti, ben 26, “Le ali dell’imperfezione”, Isabel Pistore ci fa scoprire molteplici aspetti dell’umanità, tra realismo sociale, approfondimenti psicologici e delicati sentimenti. L’“Introduzione” di Giuseppe Iannozzi
Come avevamo preannunciato nella precedente segnalazione dell’opera prima di Isabel Pistore, il romanzo Fidanzati per sesso. Storia di un’ossessione (Giraldi Editore), l’autrice aveva in cantiere altre opere narrative. Ed ecco, infatti, fresca di stampa, una raccolta di ventisei racconti, Le ali dell’imperfezione. I colori della vita (autoprodotto, 2025, pp. 275, € 12,48). Per gentile concessione dell’autrice, pubblichiamo di seguito l’Introduzione di Giuseppe Iannozzi, giornalista, scrittore, critico letterario e blogger.
Ricordiamo inoltre che la Pistore è nata a Padova e vive a Vicenza. Lavora in ambito sanitario. E che, oltre alla lettura e alla scrittura, è appassionata di musica, sport e cucina.
Ventisei racconti che fotografano la vita e le sue molteplici sfumature: è questa la caratteristica principale dell’opera di Isabel Pistore, Le ali dell’imperfezione. I colori della vita. La nostra esistenza non è mai perfetta, e poco importa se si è un magnate o un umile artigiano. Vivere implica accettare alcuni compromessi e affrontarli con molta forza di volontà. Non è facile per nessuno affrontare le difficoltà e i contrattempi che si presentano nel corso della vita.
Le ali dell’imperfezione ci presenta situazioni complicate che talvolta contengono elementi fantastici (o onirici), come nel caso del racconto Le ali dell’imperfezione, che è anche il titolo di questa raccolta. L’autrice Isabel Pistore è consapevole che l’umanità non può fare a meno di sognare e nutrire ambizioni. Lei non nega che la nostra società accoglie tanti individui privi di scrupoli, e anche loro hanno delle necessità e per soddisfare il proprio ego non esitano a fare del male al prossimo. Nel corso dei secoli, l’umanità ha sempre lottato per acquisire potere e raggiungere lo status sociale più elevato e conveniente possibile. Ogni giorno uomini e donne lottano per migliorare le proprie condizioni lavorative ed emotive. L’uomo non può fare a meno di sentirsi amato e di vedere riconosciute le sue capacità, siano esse artistiche o specifiche di determinati campi, filosofici e scientifici. Per quanto assurdo possa sembrare, ci sono individui che aspirano solo a vivere il più a lungo possibile senza mai cercare avventure o lavorare. L’autrice fotografa l’umanità, scatta vere e proprie Polaroid tradotte in storie, che sempre, anche quando hanno un finale aperto o infelice, mantengono viva almeno una nota di colore, di speranza.
La frase “non è stato Dio a creare l’uomo, ma l’uomo a creare Dio” rappresenta una critica alla visione tradizionale della creazione religiosa, in particolare nell’ambito del pensiero filosofico di Ludwig Feuerbach. Feuerbach, nel suo saggio L’essenza del cristianesimo, sostiene che l’idea di Dio non è un’entità preesistente e separata dall’umanità, ma piuttosto una proiezione dell’essenza umana stessa. In sostanza, Feuerbach ritiene che la religione cristiana, anziché riflettere la realtà, la capovolga, attribuendo all’esterno (a Dio) ciò che appartiene all’interno dell’uomo (le sue qualità, le sue aspirazioni, ecc.). In breve, Ludwig Feuerbach riduce la teologia all’antropologia: “La filosofia è la scienza della realtà nella sua totalità, ma il compendio della realtà è la natura… e la natura non ha costruito solo la volgare officina dello stomaco, ha costruito anche il tempio del cervello”.
Nell’opera La gaia scienza, Friedrich W. Nietzsche sostiene quanto segue: “Dio è morto! Dio resta morto! E noi l’abbiamo ucciso! Come potremmo sentirci a posto, noi assassini di tutti gli assassini? Nulla esisteva di più sacro e grande in tutto il mondo, ed ora è sanguinante sotto le nostre ginocchia: chi ci ripulirà dal sangue? Che acqua useremo per lavarci? Che festività di perdono, che sacro gioco dovremo inventarci? Non è forse la grandezza di questa morte troppo grande per noi? Non dovremmo forse diventare divinità semplicemente per esserne degni?”. La frase “Dio è morto” di Nietzsche non implica che Dio sia fisicamente morto, ma che la credenza in Dio, come fonte di morale e di senso, ha perso la sua influenza nella società occidentale. Con “Dio è morto” Nietzsche in realtà intende l’abbandono della fede cristiana e quindi di tutti i valori morali e teologici che essa comporta. Per il filosofo tedesco, questo abbandono conduce l’uomo al rifiuto di qualsiasi valore assoluto e quindi, poco a poco, al nichilismo.
Isabel Pistore però non condivide appieno le idee dei due filosofi sopra citati, infatti ritiene che l’uomo non sia semplicemente dotato di un cervello, ritiene che accolga dentro di sé un’anima immortale. È difficile e impossibile affermare se il cervello sia la sede dell’anima. Solo coloro che hanno una fede sincera sono certi che gli esseri umani hanno un proprio destino e un’anima immortale. Per quanto ne so, nessun scienziato è ancora riuscito a dimostrare che l’anima è semplicemente un’illusione che l’uomo coltiva dentro di sé per avere meno paura della morte fisica.
Le ali dell’imperfezione. I colori della vita di Isabel Pistore è un lavoro complesso e allo stesso tempo immediato. L’autrice affronta molteplici temi: la ricerca del grande amore, il bisogno di sognare e di non restare fermi, il timore di non riuscire a dare un senso alla vita, la necessità di non perdere mai la speranza e di darsi una seconda possibilità per realizzare i sogni coltivati da giovani, il valore dell’amicizia, le incomprensioni che nascono in un rapporto amoroso, la bellezza che c’è nella natura, ma anche temi più pesanti e delicati come lo schiavismo moderno, la prostituzione, i benefici e i limiti della medicina, le ossessioni di chi non si vede bella, la violenza sessuale sulle donne, la paura di morire, i tradimenti, i sogni interrotti e corrotti, la disuguaglianza sociale, il precariato, la vecchiaia che spegne la volontà di lottare e sognare, il bisogno di vestirsi da donna (essere Drag Queen).
Le ali dell’imperfezione. I colori della vita è un’opera che, senza mai ricorrere a un linguaggio volgare, ci fa scoprire la natura di tanti esseri umani. Ci troviamo di fronte a una raccolta di racconti intrisi di fantasia e temi sociali di importanza capitale.
Le immagini: la bella copertina de Le ali dell’imperfezioni e alcuni suoi particolari.
A cura di c.l.p.
(Pensieri divergenti. Libero blog indipendente e non allineato)