Aleggia ancora Morfeo
sotto questo tratto di cielo;
coi gomiti puntati al davanzale
lo guardo transitare,
contento del suo ruolo…
Se bada a me, però,
vorrebbe stendere un pietoso velo…
Aleggia ancora Morfeo
su anime di uomini e donne;
e poi saranno rotte consuete
per consuete mete…
Ah… la mia notte insonne
ha un unico perché:
sto per salire più di cento spanne!
E’ da troppe ore che io conto anche i secondi,
che sconto l’assenza dei suoi occhi fondi…
Già per questa speranza
è stretta questa stanza…
Già per questo incontro
si fa centro della Terra il mio cuore…
Figùrati se da quel crocevia
noi oggi decidessimo davvero una sola via…
Ed anche stavolta Morfeo
cade vittima di sé stesso:
ad est il sole non è più orizzonte…
gli dono questa fronte…
Respiro a più non posso
i minimi brusii,
e l’aria come mai prima di adesso…
E’ da troppi passi che preparo i sentimenti,
che giro d’intorno a quei suoi lineamenti…
Già per questa speranza
è stretta questa stanza…
Già per questo incontro
si fa centro della Terra il mio cuore…
Figùrati se da quel crocevia
noi oggi decidessimo davvero una sola via…
(Est)
Cesare Fallavollita
Trentenne sulmonese, Cesare Fallavollita proviene dalla letteratura: laureato in Storia della lingua italiana sulle caratteristiche formali delle liriche montaliane, aspira a diventare cantautore e scrittore. La poesia del Cinquecento e la narrativa del Novecento sono il suo panis angelicus, la sua passione la chitarra acustica. Ha già partecipato a vari concorsi, come, nel 1998, al premio Notte e libertà per la sezione Testi per canzone, nel 2003 a Un giorno insieme-Augusto Daolio-Città di Sulmona e nello stesso anno a Città di Recanati-Nuove tendenze della canzone popolare e d’autore.
IL COMMENTO CRITICO
Un aliseo in quattro stanze.
Così si presenta alla vista il componimento di Fallavollita. Una poesia – canzone da musicare, inserita appositamente in questo “speciale” di LucidaMente – ricca di rimandi intertestuali ed infratestuali che si richiamano continuamente grazie ai frequenti sollazzi sonori.
Allitterazioni e consonanze, anafore, assonanze, rime più o meno interne e più o meno perfette, si alternano con sapiente maestria in una ricetta dagli ingredienti classici, quelli compresi tra il settenario e l’endecasillabo, con tanto di versi composti.
Sul piano lessicale una ricercatezza studiata e naturale affatto scontata e sensibile alle lusinghe di quel vaniloquio cui talvolta i poeti indulgono, cedendo, sedotti, dall’eleganza della parola che ammalia.
“Aleggia ancora Morfeo” – E all’attesa, alla speranza, alla tentazione – lampeggiamenti perpetui dei filigranati destini umani -, è dedicata, con le fatali cadute dei rimatori, l’intera poesia dell’autore. Sin dall’esordio il poeta rammenta che “Aleggia ancora Morfeo, /sotto questo tratto di cielo” nella vastità che si coabita nella dimensione più umana, sullo stesso sentiero che, in quanto contemporanei, autori e lettori sono chiamati a percorrere insieme. E non è forse un tempo di tentazioni il nostro? Non è sempre più debole l’uomo di fronte alle lusinghe del presente? “Aleggia ancora Morfeo / su anime di uomini e donne”, e la prova si fa morale, quando, a un tratto, nel varco del fine psicologismo, ecco affacciarsi l’assenza e, al suo fianco, compagno fedele di sempre, il bisogno: la coppia che nega ogni felicità si fa largo per chiudere le danze.
Una coreografia tra le direzioni – “Già per questo incontro / si fa centro della Terra il mio cuore” e da quel centro il poeta tentato e vinto sembra vedere a oriente l’occidente e “ad est il sole non è più orizzonte”, un po’ come se fosse tornato buio e come se l’est rappresentasse, più che l’alba, l’inizio, la primavera del mito, al contrario, il tramonto, la fine, l’inverno della sconfitta. E resta disorientato il crocevia finanche con la sua ricchezza nient’affatto stagionale: quattro monete d’oro, i punti cardinali. La ricerca che, ad ogni levarsi, come ad ogni calar del sole, continua a sorgere sulla soglia dei limiti umani. Ammaliante come la parola.
L’immagine: Il sonno di Adamo (2005, olio su tela, 60×50) di Gaetano Vicari, per gentile concessione dell’artista (vedi www.tuttarteonline.it/gaetanovicari.htm; clicca qui).
Antonietta De Luca
(LucidaMente, anno I, n. 11, novembre 2006)